15 agosto 2003 – 10. Bonsai: la pianta giovane raccolta in natura (3)
Dopo avere avvolto l’alberello in una rete o con lo spago bisogna racchiudere il pane di terra in un foglio di giornale o di plastica. Sarà estremamente difficile che un albero recuperato in natura abbia un apparato radicale così ridotto da adeguarsi alla perfezione a un contenitore bonsai. Del resto, ridurre eccessivamente proprio la parte più preziosa per la vita di una pianta, subito dopo che sia stato imposto un trauma come quello di un trasloco forzato, non è assolutamente opportuno. E’ meglio,m quindi, sistemarla in un normalissimo vaso, di quelli cosiddetti da fiori che abbia un’altezza e una capienza sufficienti a contenere comodamente la zolla raccolta oltre che il terreno prescelto a seconda del tipo di albero e collocarlo come si vedrà poi. Va ricordato ancora che il contenitore deve avere sul fondo dei fori di drenaggio che, prima della sistemazione della terra, andranno ricoperti da una reticella. Posto l’albero nella posizione voluta reggendolo delicatamente, sistemare con un bastoncino la terra tra le radici in modo da riempire tutti gli interspazi. Va aggiunta ancora terra fino a raggiungere un paio di cm al di sotto, il bordo del vaso quindi annaffiare abbondantemente, fino a vedere uscire l’acqua dai fori di drenaggio. Altri consigliano di immergere il contenitore nell’acqua sino al bordo, lasciandovelo sin tanto che la pianta non abbia assorbito acqua a volontà.
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