Un italiano, Angelo D’Arrigo, di Catania, nei prossimi giorni libererà due aquilotti sull’Everest, a quota 8846 utilizzando un deltaplano, sfidando difficoltà sia di altitudine che di clima. Ma ce la farà, ha detto, perché queste difficoltà non lo impressionano. Forse un po’ più disorientati i rapaci che si vedranno catapultati in un ambiente diverso da quello solito, anche se ugualmente accogliente. Questo avvenimento, atteso in modo particolare dagli ornitologi di tutto il mondo per la sua spettacolarità, ma anche per l’esperimento di far tornare sulle alte montagne i rapaci più adatti, consente di fare il punto sul mistero della migrazione degli stormi che per la rivista Science, per la verità non è più tale. Ebbene la rivista riferisce che la bussola degli uccelli che migrano è il sole. Per dimostrarlo, gli scienziati hanno usato un’antenna posta su un’automobile che spostava il campo magnetico ad est nel momento del passaggio degli stormi. Gli animali si sono ingannati ma solo per poche ore, dopo il riposo notturno hanno ripreso la loro rotta a nord, avviandosi alla loro meta. Gli stormi, quindi, percepiscono i campi magnetici anche quando si modificano. Infatti, puntano a nord, dirigendosi a 90 gradi in senso antiorario rispetto al tramonto. Praticamente sono animali dotati del pilota automatico e per di più intelligente. Dunque, per compiere la loro migrazione gli uccelli si orientano guardando il sole, ma prima usano un sistema di micro-cuscinetti che permette di capire dove sono, leggendo così, la mappa planetaria e del cielo stesso. Poi, attraverso un sistema molto simile ad una vera e propria bussola interna, riescono invece a sentire il campo gravitazionale terrestre. Questo doppio sistema, basato sul sole e sul campo magnetico terrestre, permette loro di non perdersi. Questi aviatori del cielo, insomma, viaggiano con un fare semplicissimo che, tra l’altro, permette loro di essere puntuali sia nella partenza che agli arrivi nei luoghi dove passare la stagione.
Categorie: Ornitologia
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