Francesco Landolfo: Campania terra di liquori e di…matti. Il nocino, per esempio.
Singolare l’iniziativa presa per promuovere il nocino in chiave “digestiva” e di recupero di un patrimonio che, diversamente, andrebbe disperso al vento. E, così, arriva il nocino delle Reali case dei matti. L’iniziativa è stata proposta dall’associazione di enogastronomia e cultura “Tabula gaia”, presieduta da Francesca Prisco, all’Asl Ce2. Il direttore generale Angela Ruggiero ha accolto con favore l’iniziativa, così come la responsabile del dipartimento di salute mentale, Giovanna Del Giudice. Nel grande parco dell’ex ospedale psichiatrico Santa Maria Maddalena vi sono decine e decine di alberi di noci i cui frutti sono praticamente inutilizzati. I soci dell’associazione, con l’aiuto della dottoressa Lilia Nuzzolo, hanno coinvolto diversi utenti e operatori della salute mentale. A partire dal pomeriggio di giovedì scorso, intorno, è stata effettuata la raccolta delle noci con la collaborazione volontaria del vivaista Costantino Marrone. Il giorno successivo, invece, quello dedicato a San Giovanni per intendersi,presso palazzo Orabona, si è proceduto, con l’aiuto di utenti e operatori, a mettere in infusione nell’alcol le noci. La preparazione del liquore è stata affidata poi affidata alla ditta Leanza di Orta di Atella che, dal 1890, produce il “nocillo” (marchio da loro registrato), continuando a seguire le ricette tradizionali. Sarà proprio Vincenzo Leanza ad illustrare i metodi di preparazione. Una volta pronto il liquore, a settembre, si organizzerà una festa nel corso della quale saranno messe in vendita le bottiglie e il ricavato sarà destinato alla raccolta di fondi promossa dall’Unione italiana ciechi per l’acquisto di un radiotaxi per disabili. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si celebra, non a caso, da molti secoli la notte di San Giovanni, una notte ricca di magie. In questa notte si celebra il momento magico del solstizio d’estate quando il sole si sposa con la luna e dal suo sposalizio si riversano energie benefiche sulla terra. La leggenda della notte di San Giovanni narra che proprio in questo particolare momento astrale le streghe si radunassero per espletare i loro sortilegi. È proprio durante questa notte che si devono raccogliere dall’albero le noci per la preparazione del nocino. Si racconta che la ricetta sia stata portata in Italia dai francesi, infatti il culto del noce come “albero delle streghe” era di origine druidica e fu esportato dai britanni, pozioni ritenute magiche si preparavano infatti in Bretagna utilizzando noci acerbe. Prepariamoci, quindi, ad assaporare il “nocino dei matti” che, indubbiamente, da come è stato ideato servirà per quella solidarietà concreta che porterà sollievo a chi ne ha bisogno. E, in questa società violenta, la solidarietà resta l’unica strada del riscatto.
Francesco Landolfo, presidente Arga, (nella foto).
Categorie: Enologia e Viticoltura
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