Francesco Landolfo, presidente Arga: rivolta morale per Napoli, oppure è la fine.
Altro che rinascimento, qui ci vorrebbe la resurrezione. Il degrado ha travolto anche l’obitorio, sottoposto a sequestro da parte della magistratura. Allucinante lo scenario tra corpi decomposti, celle frigorifere rotte e liquidi organici sui pavimenti. No, non è la Napoli del sole e del sorriso è la città dell’horror. E’ la Napoli che rattrista i suoi residenti e mette i turisti in fuga. In un simile contesto, è ovvio che il presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti, il forzista Paolo Russo, abbia chiesto un intervento straordinario dell’esercito, a sostegno delle forze dell’ordine, per contrastare l’ecomafia in Campania. La proposta è scaturita dopo la constatazione del fallimento della lotta contro le agguerritissime cosche che sull’immondizia hanno costruito la loro fortuna economica. Probabilmente in Campania, e particolarmente nel capoluogo, ci vorrebbe un largo spiegamento di una forza multinazionale per annientare tutti le cosche malavitose, visto che le Forze Armate italiane sono impegnate intensamente nei maggiori focolai bellici sparsi nel mondo. I danni d’immagine derivano soprattutto dalla microcriminalità. Napoli e il suo hinterland, purtroppo, stanno diventando l’Eldorado di bulli, sbandati ed emarginati. Se pensiamo che, al calar della sera, sulle scale della Galleria Umberto, è stata violentata una donna di colore da parte di un altro extracomunitario, qualche giorno fa, ci rendiamo conto dell’ampiezza del degrado umano e sociale in cui si vive. Dovrebbe essere la stagione del relax in cui giovani e anziani dovrebbero recuperare le forze dello spirito e del corpo, per affrontare meglio i rischi della stagione fredda. Invece, la maggior parte vive nello stress e nella paura. Le abitazioni diventano dei fortini da difendere mentre, quando si cammina in strada, bisogna avere l’occhio vigile per fronteggiare i malintenzionati. L’aggressione a Fabio Chiosi, presidente della circoscrizione Chiaia-Posillipo-San Ferdinando, per depredarlo del motorino è una delle tante che subisce la gente comune. Notizie che diventano, per lo più, “non notizie” per i mass media, perché fanno parte della quotidianità. E quando ci si abitua a queste cose, significa che ognuno di noi sta rinunciando ad uno spaccato della sua libertà. Soltanto quando ci scappa il morto, allora, vedi in prima fila spuntare le lacrime istituzionali. In quel clima di forte partecipazione popolare al dolore altrui, vengono fuori impegni solenni da parte dei rappresentanti delle maggiori istituzioni, il governatore Bassolino e il sindaco Rosa Russo Iervolino, puntualmente vanificate dai fatti, perché le riqualificazioni umane ed ambientali saranno frenate dai soliti intralci burocratici. Ma lo scorrere delle ore porta all’oblio. E Napoli è una città che dimentica troppo in fretta. Qui si muore per aver osato guardare negli occhi una ragazza a Mergellina, si muore perché nelle feste natalizie qualcuno vuole rapinarti nei pressi di corso Umberto, si muore perché, senza volerlo, vieni a trovarti sulla traiettoria di proiettili sparati da un boss a Forcella. Episodi di cronaca nera di un recente passato si dirà, ma fatti che avrebbero dovuto segnare le coscienze, soprattutto, di chi gestisce la “res publica”. La vita continua, così, ad andare avanti. Tanto, domani è un altro giorno. Filosofia degli impotenti. Bisogna, invece, trovare il coraggio di ribellarsi, come ha fatto Fabio Chiosi. Anche se quel gesto può costare una pistolettata o una coltellata. Sempre sperando che non ci sia il solito magistrato di turno che non ravvisi in un atto di legittima difesa, un’offesa eccessiva al rapinatore. A Napoli, purtroppo, può capitare anche questo. E’ un ulteriore rischio da affrontare. Diversamente? Godiamoci i posti di blocco delle forze dell’ordine dove per lo più sono fermate belle donne alla guida e leggiamo la cronaca nera con i “bollettini di guerra”. Ma lamentarsi dopo non serve.
Francesco Landolfo, presidente Arga della Campania


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