SEMINARIO “TERRITORIALIZZARE LE POLITICHE DI COESIONE E SVILUPPO CON IL DECENTRAMENTO E L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA DELLA P.A. REGIONALE E LOCALE. GLI OBIETTIVI 2014 -2020”
Auditorium C3 – Lunedì 26 marzo 2012

Intervento assessore Autonomie Locali Pasquale Sommese

Consentitemi, prima di aprire questa sessione, di esprimere i miei ringraziamenti ai colleghi De Mita, Nappi, Taglialatela, Trombetti e Vetrella, che ci illustreranno l’intenso lavoro svolto in questi due anni nei settori di loro competenza.

Io vi ruberò solo pochi minuti, per soffermarmi su quanto è stato fatto nell’ambito della riforma della macchina regionale e delle autonomie locali.

Abbiamo realizzato una vera e propria rivoluzione, che tra pochi giorni, esattamente il 16 aprile, è realtà. Subito dopo Pasqua entra in vigore il Regolamento di riorganizzazione degli Uffici, e si passerà alla fase attuativa.

Contestualmente, la Commissione di esperti nazionali sta completando il lavoro sul decentramento di parte delle funzioni agli enti locali.

Sono due atti, tra i tanti, che in questi due anni abbiamo realizzato, e che oggi presentiamo a questo seminario. Toccate con mano la nuova strategia che questa Giunta ha messo in campo: oggi non stiamo qui per raccontarci cosa dobbiamo fare, ma per trasferire a tutti quello che abbiamo fatto, ed ascoltare poi il territorio per quello che dovremo fare in futuro.

Con la nuova organizzazione degli Uffici della Giunta abbiamo inteso costruire e rafforzare una visione moderna dell’architettura istituzionale e dei rapporti con gli enti locali, il tessuto imprenditoriale, i cittadini.

Questa nuova visione è basata sul modello di Regione azienda, che deve funzionare secondo parametri di efficienza, innovazione, meritocrazia, trasparenza.

Per riuscire a conseguire questo obiettivo diversi sono i campi in cui si sono attivati meccanismi di forte cambiamento e ambiziosi progetti, spesso anticipando anche l’Agenda del Governo nazionale su temi sui quali gli impatti sulla comunità locale saranno significativi.

Innanzitutto sono stati introdotti cambiamenti profondi nell’Ordinamento interno e nell’approccio al Decentramento amministrativo: i Dipartimenti, nati per garantire la coerenza degli indirizzi strategici che la Giunta si dà, con la missione di portare a unitarietà l’azione di governo; le Direzioni generali, che avranno il compito di favorire un modello manageriale nell’organizzazione delle funzioni e nella finalizzazione delle stesse; la Dirigenza unica, che avrà la responsabilità di conseguire gli obiettivi; infine l’Organismo indipendente di Valutazione, che monitorerà e valuterà la performance di quest’ultima.

E’ evidente, nella visione che ha strutturato questo modello, il tentativo di riorganizzare un’Amministrazione regionale che venga finalmente affrancata dai meccanismi che per anni ne hanno impedito l’evoluzione, la volontà di mettere definitivamente paletti che garantiscano nel tempo l’efficienza e la modernità della stessa, mettendola al riparo, al mutare del quadro politico, da tentazioni di uso improprio dello spoil system.

Una Regione nella quale venga assicurata finalmente la continuità amministrativa, in cui non si debba o si voglia ogni volta ricominciare daccapo, ad ogni avvicendamento di ordine politico, e dove finalmente i diritti delle comunità locali non debbano essere riscritti o reinterpretati con danno alla corretta azione di governo ed alle legittime aspettative di sviluppo dei territori.

In questa sfida di modernità gioca un ruolo decisivo l’innovazione.

I fattori di resistenza all’innovazione tecnologica, sia endogeni che esterni alla struttura amministrativa vengono rimossi, agendo su più aspetti: da quelli della valorizzazione delle risorse umane e della formazione sulle nuove opportunità tecnologiche (che spesso, se sottovalutati, creano veri e propri divari nel corpo del personale, con conseguente discriminazione), a quelli della riconfigurazione dei compiti finalizzata alla eliminazione di “rendite di posizione” di determinati settori, che pur di conservare obsolete competenze oppongono resistenza a meccanismi di efficienza, trasparenza e condivisione di obiettivi.

Anche nell’innovazione la Regione Campania ha anticipato virtuosamente gli ultimi dettami dell’Agenda digitale del Governo nazionale, che è basata sulla razionalizzazione delle risorse e sul ricorso a moderne piattaforme tecnologiche che possano favorire la condivisione dei patrimoni informativi nell’interesse del cittadino, delle imprese e di tutta l’azione della P.A. locale.

Alcune di queste azioni innovative hanno quindi una matrice squisitamente tecnologica, e risultano ineludibili per affrontare le nuove sfide di efficienza, trasparenza e soprattutto quelle relative alla partecipazione delle comunità locali ai processi di Sviluppo e Coesione.

I nuovi sistemi informativi, il superamento del ritardo digitale, l’ampliamento della banda larga, rappresentano nuove possibilità date da una Rete in cui viaggiano non solo informazioni ma risorse software, risorse di memoria centralizzate, a favore di grandi economie di scala, di condivisione dei patrimoni informativi e di accesso alla cittadinanza digitale.

Proprio nell’ultima Giunta, d’intesa con l’assessore Trombetti, abbiamo licenziato un disegno di legge, ora all’esame del Consiglio, su trasparenza ed OPEN DATA, con cui la P.A. mette letteralmente sul mercato tutti i suoi dati. Da questo provvedimento ci si attende una importante ricaduta in termini di crescita e di sviluppo economico. Sono scelte coraggiose, in linea con le Direttive europee e recepite nel “Codice dell’Amministrazione Digitale”, in cui senza spesa per l’utente, si forniscono grandi moli di dati riusabili dal pubblico anche a fini economici.

Un’altra sfida è quella delle nuove cornici ordinamentali da esplorare e proporre per favorire le Autonomie Locali nei processi di aggregazione e partenariato, ed in generale per le politiche di sviluppo e coesione nel nuovo quadro 2014 – 2020.

La Regione Campania si sta fortemente impegnando nel coinvolgere i soggetti istituzionali, ed in generale le Comunità territoriali, alla ricerca di soluzioni che superino le criticità riscontrate nel decennio passato, facciano i conti con la severità del quadro europeo su risorse disponibili e competitività, infine garantiscano rappresentatività e partecipazione nei processi di programmazione e di investimento.

Come tutti sappiamo la concentrazione su obiettivi strategici, l’efficacia della filiera della spesa pubblica, la valutazione ed il monitoraggio della stessa rappresentano fattori non più eludibili dell’azione di Governo.

D’altra parte il coinvolgimento degli attori del territorio e la loro responsabilizzazione a creare un “mosaico” coerente con la Campania futura risulterà decisivo per non ripetere gli errori di valutazione passati e ricercare soluzioni nuove e più efficaci, a partire dalla scansione del quadro territoriale fornito dal PTR, il Piano territoriale regionale.

L’insieme di tutte queste azioni, che vengono messe a fattor comune nell’interesse del cittadino e per strutturare un nuovo efficace ed inevitabile modello moderno di Governance, basato sul federalismo fiscale, è lo scheletro di una Pubblica Amministrazione in cui predomini la fornitura di servizi alla collettività, il diritto di quest’ultima a vedere le proprie aspettative di sviluppo garantite e non ultimo, alla luce delle esperienze assai complesse che abbiamo vissuto nell’ultimo decennio, il diritto alla partecipazione delle comunità locali alle scelte che la politica nell’esercizio del suo mandato istituzionale deve effettuare per i processi di trasformazione del territorio e di impiego delle sue risorse.

Questa è la sintesi delle sfide che ci attendono, dentro le quali il nostro territorio non deve trovarsi impreparato o penalizzato nella sua competitività.

L’intenso lavoro realizzato dalla Giunta Caldoro in questi due anni, e quello che ci aspetta in futuro, si muove lungo alcune direttrici, che per brevità qui sintetizzo:

● snellimento delle procedure ed accelerazione dei processi, con la messa a regime degli strumenti di innovazione che ci siamo dati;
● superamento delle contrapposizioni nelle competenze;
● facilitazione della vita ai cittadini e rapide risposte alle esigenze;
●individuazione puntuale dei ruoli, dei compiti e funzioni delle articolazioni istituzionali;
● affidamento alla Regione delle competenze di programmazione, pianificazione e controllo, con l’individuazione dei grandi scenari strategici;
● territorializzazione delle politiche di coesione.

Ogni assessore ci dirà quanto è stato fatto nei settori di sua competenza e come sta portando avanti la propria mission, all’interno della strategia complessiva costruita con i vari Tavoli interassessorili, che hanno fatto crescere in misura importante e decisiva le sinergie tra tutti noi. Alla fine ascolteremo i territori.

Ringrazio davvero di cuore tutti voi. I momenti complessi e difficili come quelli che stiamo vivendo nel Paese e sul piano internazionale rischiano di generare caos. Quando questo accade, dal caos bisogna trovare forza ed energie per il cambiamento.

Con una punta di orgoglio, possiamo dire che ce l’abbiamo fatta. In due anni, abbiamo prodotto atti di programmazione ed indirizzi strategici in grado di disegnare una forte, innovativa e moderna pubblica amministrazione regionale in Campania.

Continueremo su questa strada. E’ bello nella vita perseguire un sogno. E’ bello alimentare la speranza. E’ ancora più bello trasformare sogni e speranze in certezze. Con grandi sacrifici ed intensa passione, l’abbiamo fatto. Lasciatemi esprimere la soddisfazione, unitamente a tutti i colleghi della Giunta, di poter dire che questo governo regionale sta dimostrando di essere in grado di far sentire tutto intero il suo peso nello straordinario percorso di trasformazione e di modernizzazione realizzato nella Regione e in tutti i livelli istituzionali della Campania.

REGIONE CAMPANIA. COMUNICCATO UFFICIO STAMPA DEL 26 MARZO 2012


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