IL PATTO per la Salvaguardia Ambientale del Territorio del Matese e dell’Alto Casertano – Riqualificazione e valorizzazione fiume Volturno

COMUNICATO STAMPA DEL 13 NOVEMBRE 2014
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GLI ASSESSORI NUGNES E ROMANO ALLA PRESENTAZIONE DEL PATTO PER LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE DEL MATESE
Domani, alle ore 10.30, presso la sala consiliare del Comune di Baia e Latina, in provincia di Caserta, sarà presentato il Patto per la salvaguardia ambientale del territorio del Matese.
Al protocollo, che punta alla valorizzazione e alla riqualificazione dell’area con particolare attenzione al recupero e alla tutela del fiume Volturno, parteciperanno gli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente della Regione Campania, Daniela Nugnes e Giovanni Romano e il sindaco del Comune di Baia e Latina, Michele Santoro. Prevista, tra gli altri, la partecipazione dei sindaci dei Comuni che hanno aderito al protocollo.

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Venerdì 14 novembre – ore 10.30
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INVITO CONFERENZA STAMPA
Presentazione “Patto” per la Salvaguardia Ambientale del Matese e dell’Alto Casertano – Riqualificazione e Valorizzazione fiume Volturno.
ho il piacere di invitarti alla conferenza stampa di presentazione del “Patto” per la Salvaguardia Ambientale del Matese e dell’Alto Casertano – Riqualificazione e Valorizzazione fiume Volturno, in occasione della pubblicizzazione della nota dell’Assessore all’Ambiente di disponibilità dell’Assessorato ad accompagnare, sostenere e sviluppare il Patto e a programmare di concerto le iniziative da assumere.
L’evento è in programma
Venerdì 14 novembre – ore 10.30
SALA CONSILIARE COMUNE DI BAIA E LATINA
CON LA PARTECIPAZIONE:
On. Daniela Nugnes
Assessore Regionale all’Agricoltura
On. Giovanni Romano
Assessore Regionale all’Ambiente
Nel corso dell’incontro verranno presentati i materiali informativi
della campagna stampa.
Inoltre, verranno presentati i dati aggiornati del lavoro svolto dal 2005 ad oggi.
Saranno inoltre presentati i Protocolli di concertazione in essere e quelli da realizzare.
La tua partecipazione è particolarmente gradita.Distinti saluti.
Dalla Residenza Municipale di Baia e Latina(CE)
li 10 novembre 2014.

LINEE GUIDA
Luglio 2014
PREMESSA DI INTENTI
L’Osservatorio Ambientale di Baia e Latina e Sindaci di alcuni Comuni dell’area del Matese: BAIA E LATINA – AILANO – ALIFE – ALVIGNANO – CAIANELLO – CAIAZZO – CAPRIATI AL VOLTURNO – CASTEL CAMPAGNANO – CASTEL DI SASSO – CASTELLO DEL MATESE – CIORLANO – DRAGONI – FONTEGRECA – FORMICOLA – GALLO MATESE – GIOIA SANNITICA – LETINO – LIBERI – PIEDIMONTE MATESE – PIETRAMELARA – PIETRAVAIRANO – PONTELATONE – PRATA SANNITA – PRATELLA – RAVISCANINA – RIARDO – ROCCAROMANA – ROCCHETTA E CROCE – RUVIANO – SAN GREGORIO MATESE – SAN POTITO SANNITICO – SANT’ANGELO D’ALIFE – VALLE AGRICOLA – PIANA DI MONTE VERNA, la Comunità Montana “MONTE MAGGIORE”, la Fondazione “ADASTRA”, l’Albo Provinciale dei Periti Agrari della Provincia di Caserta, il Comando Provinciale di Caserta del nucleo guardie eco zoofile “O.I.P.A.”, Il Comitato permanente di studio e ricerca scientifica Azienda Sanitaria Locale Caserta 1, lo STAP Agricoltura provinciale di Caserta, G.A.V. nucleo di Baia e Latina, l’Associazione “ASTRAMBIENTE”, l’Associazione Università Popolare del Matese, alla presenza dell’Incaricato del Ministero dell’Interno per il fenomeno dei roghi di rifiuti in Campania Vice Prefetto Dott. Donato Giovanni CAFAGNA hanno sottoscritto il “PATTO PER LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE DEL TERRITORIO DEL MATESE E DELL’ALTO CASERTANO – RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE FIUME VOLTURNO” individuando nello stesso, uno strumento strategico di programmazione e di intervento innovativo, mirante alla salvaguardia dell’ambiente e l’utilizzo delle risorse locali largamente sottoutilizzate con finalità di riqualificare e valorizzare una risorsa naturale quale è il fiume Volturno, per facilitare l’accesso dei giovani nei processi di tutela ambientali in atto, favorendo contemporaneamente l’inserimento lavorativo e la riqualificazione professionale della forza lavoro in difficoltà, attuando in effetti una programmazione concertata dal basso nel campo della tutela e salvaguardia dell’ambiente, con la partecipazione al tavolo di concertazione di tutti i soggetti della filiera: parti sociali ed imprenditoriali, scuole di ogni ordine e grado, ordini professionali, enti di formazione operanti sul territorio, centri per l’impiego, Associazioni di volontariato no-profit, promuovendo in tal modo interventi e servizi aperti al territorio che rispondano alla necessità di favorire l’inclusione nei circuiti educativi della difesa e tutela del territorio dei giovani. Favorendo e promuovere opportune sinergie ed adeguate collaborazioni tra attori istituzionali, economici e sociali che agiscono a livello territoriale nell’ambito del sistema della bonifica e tutela del territorio catalizzando la necessità di accesso dei giovani alle necessità sempre più impellenti del mondo imprenditoriale di professionalità adeguate alle proprie necessità.
Il territorio in esame, per le sue caratteristiche orografiche e produttive e, soprattutto, per le sue scarse suscettibilità di sviluppo è stato incluso nella realtà zonale definita “Territori ad economia particolarmente depressa”.
Attraverso la strategia di intervento concertata dal basso si intende perseguire il superamento del dualismo tra le zone ricche, costiere e quelle povere interne mediante “l’individuazione promozione e realizzazione di percorsi necessari ed indispensabili per il superamento del GAP esistente tra zone interne e zone costiere, con la connessa realizzazione del potenziamento delle attrezzature infrastrutturali specifiche, di collegamento e di penetrazione, allo scopo di agevolare lo sviluppo turistico, dei servizi civili e dell’agricoltura, con specifico riguardo alla salvaguardia dell’ambiente.
La realizzazione di tale programma darà luogo a un riequilibrio territoriale, dei giovani disoccupati e la riqualificazione della forza lavoro esistente, qualificando il sistema produttivo esistente, in relazione all’evento delle nuove tecnologie, in armonia con la ricerca scientifica e la salvaguardia dell’ambiente.
Di qui l’esigenza di attuare nella zona una pianificazione dell’attività di tutela e bonifica del territorio con la pianificazione dello sviluppo economico in modo da evitare la degradazione dell’ambiente e creare una realtà più giusta ed equilibrata nei suoi valori socioeconomici e territoriali per eliminare i profondi squilibri che tutt’ora caratterizzano le diverse aree che la costituiscono.

CARATTERI GENERALI

Il fiume Volturno, l’antico Volturno ha origine nel versante sud orientale del Monte Metuccia nelle Mainarde, all’estremità sud dell’Appennino Abruzzese.
Sotto Castellone al Volturno accoglie a destra un canale che gli porta le acque copiose della sorgente di Capo Volturno, nel pendio orientale del Monte della Rocchetta, dal quale si dice nasca il fiume.
Ricevute le acque nella conca di Isernia (Molise), oltre Venafro viene deviato dal vulcano di Roccamonfina e spinto nella piana di Alife. Esso continua nel suo cammino verso sud e poco dopo Amorosi riceve a sinistra le acque del fiume Calore che scende dai monti Piacinitini e rappresenta uno dei maggiori affluenti traendo origine dalle sorgenti presenti in tali gruppi montuosi ed in particolare le sorgenti di Senno (Acquedotto di Napoli)
Arricchito dalle acque del Calore volge a sud/ovest sboccando nella piana alluvionale che è limitata a nord del Monte Massico e a sud dai Flegrei ed estesa ai piedi del Monte Somma al golfo di Napoli.
Nel complesso il Volturno presenta un bacino che si estende per 5558 Km3 escludendo il tratto che va da Capua a mare ove il fiume scorre tra argine e non ha bacino.
Esaminando il percorso si osserva che il fiume inizialmente a monte di Colli a Volturno ha un carattere alpino con ripide di quarto e terzo grado forti dislivelli, agisce essenzialmente come agente di erosione e presenta una portata di 10 m3/sec. A valle sino alla diga di Venafro uno sbarramento artificiale invia acqua al Liri/Garigliano. Poco più a valle superato lo sbarramento di Ailano il fiume scorre con velocità minori in un ramo unico e infossato e difficoltà via via minori. Lungo la pianura di Capua il Volturno acquista il carattere di grande fiume e sfocia in mare a Castel Volturno. Nel corso degli anni il fiume ha subito notevoli interventi da parte dell’uomo che hanno portato ad una variazione sia delle caratteristiche fisiche/chimiche biologiche che morfologiche. Ad esempio osservando da un punto di vista morfologico la foce si nota una spiccata tendenza all’erosione con punte massime di arretramento di circa 10m/anno nel trentennio che va dal 1950/1980. Tale tendenza è da attribuire ad un naturale fenomeno di variazione triangolare della foce congiuntamente ad un diminuito apporto solido fluviale conseguente ai prelievo di inerti specialmente nel tratto di fiume ricadente nella provincia di Benevento come pure la presenza di sbarramenti presenti in numero elevato lungo il fiume e che portano ad una drastica diminuzione degli apporti solidi a mare. Studi in tal senso sono stati effettuati attraverso il confronto di tavolette topografiche I.G.M. rilevate in periodi diversi e attraverso aereototogrammetria.
Il Volturno nasce come già detto dalle sorgenti di Capo Volturno, Cerro al Volturno, Rocchetta al Volturno in questa area sono presenti formazioni del cretacico superiore costituite da diaspri varicolori intercalati a calcari detritici, nella parte bassa brecce ad elementi calcarei e seliciosi a cemento verdastro calcitico o marnoso. Incontra successivamente la conca di Alife che a nord è bordata dai versanti meridionale dei Monti del Matese.
In questa formazione si osservano i caratteri dell’unità Matese Monte Maggiore. I termini più bassi della successione affiora
nella zona di S. Angelo d’Alife consistono di dolomie e calcari dolomitici del Trias e calcari, carcareniti bianchi/avana del Cretacico superiore presente in località Castello di Rupecanina.
La conca di Alife rappresenta il relitto di una fase lacustre originatasi probabilmente in conseguenza dello sbarramento dell’antica valle del Volturno ad opera dei prodotti vulcanici del Roccamonfina, presenta una quota livellata intorno ai 90 msm.
Attualmente rappresenta una pianura alluvionale è costituita da argille sabbiose, limi, sabbie scure finissime e grossolane, ciottoli calcarei di piccole dimensioni e pomici e lapilli dilavati nella zona circumvulcanica: il tutto dell’Olocene. Questa formazione si raccorda con il versante montuoso del Matese meridionale attraverso un’ampia fascia detritica e localmente di osservano anche ammassi di brecce monogeniche ben cementate, formate da ciottoli calcarei generalmente a spigoli vivi o poco smussati (Piedimonte Matese) . In altre località questi conglomerati poggiano sul Miocene marnoso arenaceo (Gioia Sannitica), o su calcari mesozoici (Vairano Patenora), ad ovest di Pietravariano sono sovrapposti al complesso marnoso argilloso del Miocene. In questa conca il Volturno scorre tranquillo e presenta un aspetto meandriforme ed inoltre si rinvengono tipiche rnorfologie fluviali come terrazzi a dimostrazione di vecchie esondazioni del corso d’acqua.
Nel suo cammino verso sud interessa la provincia di Benevento e attraversa la Piana terrazzata di Telese (Foglio 173 Benevento) dove confluiscono nel Volturno i fiumi Titerno e Calore: il fiume continuando il suo percorso arriva alla piccola Piana di Caiazzo livellata ad una quota di circa 35 msm. Nel complesso questi terreni di importanza regionale si spingono fino alla media Valle del Volturno (Baia Latina Alvignano) sfumando nelle fasce alluvionali dei corsi d’ acqua.

CONSIDERATO

che ai fini della tutela della salute pubblica e dell’ambiente, i rifiuti oggetto di abbandono o deposito incontrollato sul suolo o nel suolo devono essere rimossi ed avviati alle opportune operazioni di recupero e/o smaltimento;

che Arpa Campania ha elaborato un documento contenente le linee guida che rappresentano un utile strumento operativo per realizzare la rimozione tempestiva ed accurata dei rifiuti abbandonati o depositati in modo incontrollato, allo scopo di evitare che questi permangano a lungo, su strade e aree pubbliche e private ovvero vengano combusti, con seri rischi per la salute dei cittadini, per la tutela dell’ambiente, per la sicurezza della circolazione;

che l’ANCI si propone di organizzare incontri formativi destinati agli amministratori e agli operatori comunali specificamente delegati dai Sindaci dei Comuni per l’illustrazione delle linee guida di Arpa Campania;

che le Associazioni ambientaliste sottoscrittrici si impegnano a concorrere agli obiettivi del Patto, svolgendo un’azione di sensibilizzazione della popolazione, stimolando la presa di coscienza e favorendo la conoscenza delle gravi problematiche connesse all’inquinamento dell’aria, delle acque e dei terreni causate anche dall’illecito smaltimento dei rifiuti, rendendo testimonianza attiva di buone pratiche ed esercitando un’azione volontaria di sorveglianza a supporto delle polizie locali;

RITENUTO
di condividere un metodo operativo che consenta la salvaguardia del territorio;
tutto ciò premesso,
i FIRMATARI, in rappresentanza degli Enti, delle amministrazioni e delle associazioni sopra costituite, con la sottoscrizione del presente documento denominato “PATTO PER LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE DEL TERRITORIO DEL MATESE E DELL’ALTO CASERTANO”, convengono e stipulano quanto segue:
ART. 1 (PRIORITA’ E RESPONSABILITA’)

La tutela del territorio da ogni minaccia portata all’ equilibrio dell’ecosistema e dell’ambiente, con particolare riferimento al fenomeno dell’abbandono incontrollato e dello smaltimento dei rifiuti, anche mediante l’accensione di roghi, costituisce una priorità e viene per questo motivo perseguita dai firmatari, nell’ambito delle competenze e delle responsabilità assegnate dall’ordinamento vigente.

ART. 2 (SORVEGLIANZA AMBIENTALE)

I Comuni, nel quadro della riorganizzazione in forma associata dei servizi da attuarsi in adempimento del disposto dell’Art. 19 del D.L. 6/7/2012 n.95 convertito con modificazioni dalla legge 7/8/2012 n.135, si impegnano ad attivare l’esercizio in forma associata delle funzioni di sorveglianza ambientale del territorio.

A questo fine si impegnano a promuovere momenti di specifica formazione dedicati ai Comandanti e agli operatori delle Polizie Provinciali e Municipali sulle tecniche di investigazione e di controllo del territorio in materia di smaltimento illecito di rifiuti, anche avvalendosi dei corsi organizzati dalla Scuola Regionale di Polizia Locale.

ART. 3 (MISURE DI GOVERNO)

I Comuni sottoscrittori, in conformità con quanto previsto dalla normativa vigente a tutela della salute pubblica e dell’ambiente, si impegnano ad effettuare con tempestività gli interventi di rimozione dei rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade e aree pubbliche o soggette ad uso pubblico, e sui corsi d’acqua.
Per l’espletamento delle relative operazioni i Comuni potranno avvalersi delle Linee guida per la rimozione dei rifiuti abbandonati e depositati in modo incontrollato su aree pubbliche e private, formulate da Arpa Campania. L’ANCI organizza incontri formativi destinati agli amministratori e agli operatori comunali specificamente delegati dai Sindaci dei Comuni per tali attività, per l’illustrazione delle linee guida.

I Comuni provvedono, in conformità con quanto previsto dalla normativa vigente e sulla base delle linee guida predisposte dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia ad adottare entro 60 giorni, per quanto di competenza, il regolamento comunale per l’assimilazione quantitativa e qualitativa dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani ed il regolamento comunale per l’applicazione della tariffa sui rifiuti e del tributo comunale sui servizi, prevedendo riduzioni del gettito fiscale per le utenze non domestiche, che dimostrino di avere avviato i propri rifiuti ad attività di recupero, senza conferire al servizio pubblico i propri rifiuti speciali assimilati.

I Comuni provvedono alla realizzazione ed alla gestione di un numero adeguato di “centri di raccolta” di cui al D.M. 8 aprile 2008 e s.m.i., al fine di fornire alle utenze domestiche e non domestiche la possibilità di conferire presso gli stessi i propri rifiuti urbani e speciali assimilati agli urbani.

I Comuni aderenti si impegnano altresì ad avviare e potenziare i seguenti progetti :
– riduzione della frazione organica e trasformazione in compost;
– adesione alla convenzione del Ministero dell’Ambiente per lo smaltimento dei pneumatici fuori uso;
– formazione di giovani volontari da abilitare quali guardie zoofile;
– formazione della Polizia locale con capacità di controllo intercomunale;
– smaltimento dei residui derivanti dalle attività agricole.
– utilizzazione ottimale delle risorse (umane, tecniche, organizzative, finanziarie, produttive) esistenti e/o potenziali, reperibili prioritariamente all’interno dell’area oggetto del CONTRATTO, da risorse regionali, nazionali e comunitarie;
– riqualificazione e sviluppo della struttura economico-produttiva presente;
– qualificazione e sostegno ai processi di bonifica e tutela del territorio;
– recupero e bonifica di siti di discariche dismesse;
– recupero e bonifica di cave abbandonate con riconversione di destinazione d’uso;
– riqualificazione e riconversione verso altri settori produttivi delle eventuali aree inquinate;
– finalizzazione di attività di formazione professionale ai nuovi e moderni sistemi produttivi;
– realizzazione attività capillare di diffusione.

Le suddette iniziative saranno sviluppate in ambito intercomunale, attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni che hanno sottoscritto il Patto, con la promozione e supervisione dell’Osservatorio che curerà le fasi di promozione, definizione dei progetti e di organizzazione, lasciando ai Comuni la gestione operativa ed esecutiva.

ART. 4 (TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE)

Le amministrazioni comunali e l’Osservatorio ambientale si impegnano a pubblicare sul portale Prometeo, accessibile a tutti dal sito della Prefettura di Napoli e della Prefettura di Caserta, dati, informazioni, notizie sull’andamento dei fenomeni e delle attività, che abbiano qualche rilievo in relazione alle iniziative previste nel presente documento.

I cittadini rivolgono ai Comuni e all’Osservatorio ambientale, attraverso gli sportelli URP comunali, e telematicamente, anche utilizzando l’apposito spazio dedicato sul portale Prometeo, istanze, dirette a segnalare situazioni, porre quesiti, formulare proposte attinenti alla problematica ambientale e degli incendi di rifiuti, ottenendo dai Comuni veloce riscontro.

L’Osservatorio Ambientale del Comune di Baia e Latina organizza seminari, convegni, momenti pubblici di confronto sul territorio, aperti alla collettività o a specifici segmenti della società civile, dell’economia, del mondo del lavoro, dell’istruzione, volti a diffondere la conoscenza del fenomeno dei roghi tossici, a far maturare la coscienza delle conseguenze sulla salute e sull’ambiente, a stimolare e diffondere comportamenti improntati a corrette prassi di smaltimento del rifiuto da parte dei cittadini, degli operatori del commercio e dell’agricoltura, degli artigiani, dei lavoratori autonomi e delle imprese.

ART. 6 (COLLABORAZIONE)

I soggetti aderenti al Patto, fermo restando le autonome responsabilità derivanti da leggi, decreti e regolamenti o da finalità associative, improntano la loro attività alla reciproca collaborazione, nel convincimento che su una tematica così complessa e delicata, connessa per vari aspetti alle prospettive di sviluppo del territorio e alla qualità della vita degli abitanti dell’Alto Casertano, si richiedano risposte fortemente integrate e condivise, oggetto di continua verifica e rafforzamento.

In particolare gli enti locali e le associazioni ambientaliste, si rendono promotori di iniziative di coinvolgimento e impegno diretto di gruppi di volontariato sociale, comitati, organizzazioni no-profit, agenzie educative e sociali in attività di cittadinanza attiva per la sorveglianza civica del territorio e l’adozione di aree pubbliche oggetto di degrado, allo scopo di favorirne il recupero e, se possibile, l’uso collettivo.
ART. 7 (ORGANISMI COMUNI DI GESTIONE)

Il Patto vincola i soggetti firmatari al perseguimento degli obiettivi che liberamente hanno condiviso.
Presso l’Osservatorio Ambientale di Baia e Latina, ampliato con la partecipazione di rappresentanti dei Comuni firmatari, si tengono ravvicinati incontri periodici di monitoraggio del fenomeno, verifica dell’andamento delle attività in corso, pianificazione di nuove iniziative.
Annualmente, l’Osservatorio fornisce ampia relazione ai Comuni aderenti sull’attività svolta, le iniziative intraprese, ed i risultati ottenuti.

IL TERRITORIO E LE SUE CARATTERISTICHE

L’Associazione “ASTRAmbiente, l’Osservatorio Ambientale del Comune di Baia e Latina ed i succitati Comuni, intendono proporsi insieme, unitamente ad Associazioni ed Enti firmatarie del presente documento come attori locali per un iniziale progetto pilota, volano successivo del coinvolgimento delle altre realtà locali similari.

Il Consorzio di Bonifica del Sannio Alitano con sede in Piedimonte Matese la cui superficie di competenza è di 59.750 Ha interessa n° 29 Comuni della Provincia di Caserta. L’impostazione iniziale dell’attività bonificatoria, dell’Ente è andata, rapidamente evolvendosi verso le esigenze della trasformazione fondiaria, di cui lo sviluppo della rete stradale e della irrigazione rappresentano il presupposto per la creazione di idonee condizioni per lo sviluppo dell’intera area.

Il territorio in esame, per le sue caratteristiche orografiche e produttive e, soprattutto, per le sue scarse suscettibilità di sviluppo è stato incluso nella realtà zonale definita “Territori ad economia particolarmente depressa”.
Attraverso la strategia di intervento concertata dal basso si intende perseguire il superamento del dualismo tra le zone ricche, costiere e quelle povere interne mediante “ la riqualificazione ambientale ed il consolidamento degli argini del fiume Volturno e prevenire danni al territorio a causa di continui smostamenti e frane degli argini che con il passare degli anni potrebbe causare enormi danni ambientali a tutto il paesaggio, necessari ed indispensabili per il superamento del GAP esistente tra zone interne e zone costiere, con la connessa realizzazione del potenziamento delle attrezzature infrastrutturali specifiche, di collegamento e di penetrazione, allo scopo di agevolare la localizzazione di piccole e medie attività, lo sviluppo turistico, dei servizi civili e dell’agricoltura, con specifico riguardo alla salvaguardia dell’ambiente”.
Il limite tra un ambientalismo di tipo sociale e uno di mero principio è segnato dalla capacità di dare un risvolto pragmatico al proprio impegno. Questo è e resta un punto fermo e una delle ragioni fondamentali che caratterizza la nostra iniziativa come organizzazione, sia perchè l’esperienza finora maturata consente di mettere a disposizione competenze e professionalità di rilievo, sia perchè non intendiamo ignorare le ragioni dello sviluppo.
Avanzare sulla strada dello sviluppo sostenibile, promuovere politiche ambientali innovative, devono rappresentare le direttrici principali che devono guidare l’impegno generale.
In questa ottica deve essere inserito l’utilizzo e la valorizzazione del fiume Volturno.
A partire dalla sorgente il fiume Volturno scorre per diversi Km nel comprensorio della Regione Molise e più precisamente del territorio della Provincia di Isernia, per entrare poi in quello della Campania o meglio della Provincia di Caserta prima di sfociare in mare a Castelvolturno.
Dalle pendici della montagna le acque della sorgente scorrono chiare per qualche chilometro in tenimento della Provincia di Isernia, in esse si possono distinguere trote ed anguille e sotto il pelo dell’acqua la vegetazione è rigogliosa. Il miracolo, però, dura pochi chilometri di percorso, tanto è vero che già in tenimento del Comune di Capriati al Volturno ad inizio del percorso nella Provincia di Caserta lo stato ambientale del fiume è pessimo, per giungere a circa metà percorso in tenimento del Comune di Capua ove le acque da trasparenti diventano marroni e le sue sponde costituiscono l’habitat naturale di enormi ratti.
Lungo i tratti soprattutto in tenimento dei Comuni della Provincia di Caserta, si osservano rifiuti e scarti di ogni genere scaricati abusivamente senza che nessuna autorità a ciò preposta prenda i dovuti provvedimenti del caso, quasi come in effetti ci fosse un tacito assenso.
Allo stato attuale il fiume Volturno raccoglie le acque nere dei Comuni confinanti, di questi ad oggi pochi , molto pochi si sono dotati dei dovuti e necessari depuratori. Oltre alle acque nere dei Comuni, il fiume, raccoglie i probabili scarichi industriali di decine di fabbriche insediatesi lungo gli argini, aggravano ancor più la salute del fiume.
Il fiume Volturno, dopo aver attraversato una miriade di Comuni, arriva, alla foce in tenimento del Comune di Castelvolturno in condizioni di salute pessima, scaricando in mare un notevole carico inquinante difficilmente degradabile in tempi brevi. Per evitare tutto questo, da parte dei Comuni interessati, sono in costruzione gli opportuni impianti di depurazione per evitare che le acque luride vengono versate direttamente nel fiume.
I tecnici del Dipartimento Provinciale di Caserta, in ottemperanza al D.L. n° 152/99 e successive integrazioni, dovrebbero essere impegnati nel monitoraggio del fiume volturno, al fine di stabilire la sua qualità ambientale in funzione della sua autodepurazione e di mantenere ecosistemi ampi e diversificati, nonchè di stabilire la sua qualità per specifica destinazione.
Tutti ricordano i tempi in cui gli argini del fiume nel periodo estivo si trasformavano un luogo di ritrovo ove trovare refrigerio e sfuggire alla caldure dei paesi. Diventavano di fatto delle oasi naturali ove piccoli e grandi, anziani e giovani usavano passare i pomeriggi infuocati dell’estate casertana. Oggi invece, a causa dell’incuria dell’uomo e della trascuratezza delle istituzioni a ciò preposte, gli argini del fiume sono diventati delle vere e proprie discariche a cielo aperto dove è possibile trovare di tutto di più.

La realizzazione di tale programma darà luogo a un riequilibrio territoriale, alla riqualificazione ambientale, alla valorizzazione del territorio ma, soprattutto alla salvaguardi e tutela del territorio per danni causati da dissesto idrogeologico del sistema. Qualificando il sistema esistente, in relazione all’evento delle nuove tecnologie, in armonia con la ricerca scientifica e la salvaguardia dell’ambiente.

Di qui l’esigenza di attuare una pianificazione degli interventi da effettuarsi soprattutto quelli in ordine alla prevenzione di danni idrogeologici, promuovendo contemporaneamente un rafforzamento e la nascita di piccole o medie attività di sviluppo collegate alla riqualificazione e valorizzazione dell’ambiente naturale esistente. Promuovendo nel contempo una attività formativa integrata nel campo ambientale con la pianificazione dello sviluppo economico in modo da evitare la degradazione dell’ambiente e creare una realtà più giusta ed equilibrata nei suoi valori socioeconomici e territoriali per eliminare i profondi squilibri che tutt’ora caratterizzano le diverse aree che la costituiscono.
L’area, oggetto dell’intervento, è parte di una realtà complessa del territorio interno della Campania, in profonda trasformazione.
E’ caratterizzata da un insieme di micro realtà omogenee sia come infrastrutture che come proprietà socio-economiche e morfologiche.
Geograficamente l’area è definita a nord-est dal confine regionale con l’Abruzzo ed il Molise, a sud dalla SS. Appia, e sud-ovest dai confini comunali di Rocamonfina e Teano per arrivare poi alla foce in tenimento del Comune di Castelvolturno attraversando circa 21 Comuni della Provincia di Caserta.

Il territorio da un punto di vista orografico appare fortemente articolato, presentando alternanze di rilievi montuosi all’origine, separati da profonde valli.

La parte pianeggiante è rappresentata da piccole aree di fondo valle di cui la più estesa (piana alifana) risulta localizzata in territorio dei Comuni di: Alife, Piedimonte Matese, Dragoni, Baia e Latina, Alvignano, Sant’Angelo d’Alife e Raviscanina, attraversata dal fiume Volturno, per terminare poi attraversando i Comuni di Capua, S. Maria la Fossa, Grazzanise, Cancello ed Arnone e Castelvolturno.
Lo stato attuale della viabilità si presenta secondo uno schema gerarchizzato che può essere sintetizzato nel modo seguente:
a) viabilità interregionale, rappresentata dall’asse a scorrimento veloce Caianello-Benevento;
b) viabilità regionale, rappresentata dal sistema delle strade statali;
c) viabilità provinciale e locale, costituita da un sistema di strade minori di tipo provinciali:

La viabilità di tipo interregionale rappresentata dall’unico asse a scorrimento veloce, presenta la caratteristica di attraversare longitudinalmente il territorio con una serie di scambi tra la viabilità locale e la grande viabilità.
La viabilità regionale, costituita dagli assi stradali, risulta essere un sistema a maglie larghe su cui si va ad innestare il traffico minore di tipo intercomunale. Essa è rappresentata dai seguenti assi:
– S.S. 158, che si innesta a Caiazzo sulla Statale Sannitica proseguendo in direzione nord-est per servire i centri di Alvignano, Dragoni, Alife, Sant’Angelo d’Alife, Raviscanina, Ailano, Pratella, Prata Sannita, Fontegreca, Ciorlano e Capriati al Volturno da un lato e Piedimonte Matese, Castello del Matese e S. Gregorio Matese dall’altro.
– S.S. Appia che interessa marginalmente il territorio, che si innesta sulla S.S. Casilina in tenimento di Pignataro, prosegue in direzione nord-ovest per servire i Comuni di Pignataro, Sparanise e Francolise.
– S.S. Casilina, che si innesta in tenimento del Comune di Pignataro sulla S.S. Appia proseguendo in direzione nord-est per servire i centri di Pignataro, Calvi Risorta, Vairano Patenora, Marzano,Tora e Piccilli, Mignano Monte Lungo.
La viabilità minore, infine, è costituita da strade colleganti alcuni centri alle strade Statali.

OBIETTIVI

I mutamenti dell’ambiente in cui viviamo, negli ultimi anni, ha subito un rapido cambiamento ma, soprattutto un forte degrado incontrovertibile dovuto oltre che agli agenti atmosferici all’incuria dell’uomo che male ha sfruttato l’ambiente quale risorsa naturale da salvaguardare ed utilizzare per il proprio sviluppo. Le nuove esigenze della società moderna, che pone alla propria base lo sviluppo economico, sociale ed ambientale del territorio, avverte con forza la necessità di recuperare un rapporto con l’ambiente per molti anni dimenticato ed abbandonato al proprio destino. La necessità di salvaguardare il territorio da disastri idrogeologici, l’opportunità di bonificare un’area di notevole interesse ambientale, l’interesse e l’opportunità di creare i presupposti di uno sviluppo locale nel campo ambientale, hanno ulteriormente svincolato l’ambiente dal rango di soluzione di ripiego rispetto alla crescita sociale ed economica ed hanno attribuito a quest’ultima la funzione di risorsa essenziale ai fini non solo del bagaglio culturale delle popolazioni ma, soprattutto della riqualificazione e conservazione ambientale con conseguente collocazione dei giovani nel mercato del lavoro, impongono sempre più nuovi e qualificati percorsi di crescita in grado di confrontarsi con la globalizzazione e l’utilizzo sempre più diffuso delle nuove tecnologie.
Pertanto si rende necessario:
– utilizzazione ottimale delle risorse (umane, tecniche, organizzative, finanziarie, produttive) esistenti e/o potenziali, reperibili prioritariamente all’interno dell’area oggetto del PATTO;

– riqualificazione e sviluppo della struttura economico-produttiva presente;
– qualificazione e sostegno ai processi di riconversione ambientale;
– recupero e riqualificazione del fiume Volturno;
– bonifica delle aree;
– Recupero e bonifica delle cave abbandonate;
– Recupero e smaltimento dell’amianto abbandonato;
– sistemazione idrogeologica delle rive;
– attività di disinquinamento degli affluenti;
– creazione di micro attività imprenditoriali;
– finalizzazione dell’attività di formazione professionale ai nuovi e moderni sistemi di salvaguardia dell’ambiente;
– monitoraggio continuo;
– creazione della scuola del verde, formazione e laboratorio, destinata a sviluppare le metodologie e le strategie di base per descrivere, sorvegliare e proteggere l‘ambiente naturale in quanto risorsa;

LA GERARCHIA DEGLI INTERESSI

I settori produttivi, che costituiscono l’ossatura portante dell’economia dei Comuni interessati all’intervento del Contratto, sono sostanzialmente l’agricoltura, la costruzione, l’industria, rappresentata prevalentemente da quella artigianale, ed il commercio, costituito fondamentalmente da quello al minuto.
Essi, però, un po’ ovunque, già da qualche anno accusano delle crisi ricorrenti; crisi che negli ultimi anni, ad accezione di pochi casi, in tutti i comuni, hanno fatto registrare un aumento significativo dei tassi di disoccupazione.
Effetti, questi, che assumono un significato ed una portata di gran lunga superiore ai valori denunciati, perché investono un territorio, come quello in esame, che, oltre ad essere di per sé caratterizzato da un apparato produttivo piuttosto debole, risulta essere marcatamente dipendente dall’esterno e dispone di una domanda di lavoro fortemente sproporzionata rispetto all’offerta.
La nascita poi del Parco Regionale del Matese, a ridosso dell’area in esame, ha di fatto contribuito alla crescita di una coscienza ambientalista ed una presa di coscienza che l’ambiente può e deve essere salvaguardato utilizzandolo come risorsa per la creazione di attività economiche locali. La valorizzazione del territorio, unitamente alla salvaguardia delle produzioni tipiche locali insieme, rappresenta oggi una opportunità sulla quale puntare fortemente forse unica per la realizzazione di un sistema eco compatibile di sviluppo delle zone interne della Provincia di Caserta.

Di qui la prima fondamentale esigenza, per la Comunità, che la salvaguardia e sviluppo del territorio non può e non deve essere pensato separatamente da quello del lavoro; esso, cioè, deve essere in grado di favorire l’assorbimento della disoccupazione e di ridurre sensibilmente il fenomeno della disoccupazione, della sottoremunerazione, del pendolarismo.
La strategia principale dello sviluppo, pertanto, per tutti i settori economici rappresentativi, non deve puntare soltanto sul miglioramento e potenziamento dell’esistente, ma anche e soprattutto su un’espansione quanti-qualitativa dell’ambiente naturale, strettamente correlata alle nuove più avanzate richieste di mano d’opera qualificata per poter consentire alla Comunità di attuare un razionale assetto di sviluppo e tutela ambientale socio-economico del territorio in cui vive.
Pertanto, sarà necessario attivare le seguenti azioni.

I PROGETTI DEL “PATTO”
E GLI INTERVENTI NECESSARI

I proponenti del “Patto”,
– ASSOCIAZIONE ASTRAmbiente
– OSERVATORIO Ambientale del Comune di Baia e Latina
– Associazione “Università Popolare del Matese”
– Comune di Baia e Latina
sensibili al problema della salvaguardia dell’ambiente e dello sviluppo socio-economico della zona, dall’analisi attenta delle opportunità locali ed in linea con i principi Comunitari Nazionali e Regionali, hanno individuato in armonia ai documenti programmatici regionali e nazionali i seguenti settori di intervento:

• salvaguardia dell’ambiente
• animazione territorio interessato
• agricoltura
• agriturismo o turismo rurale
• artigianato tipico locale
• marketing
• produzioni tipiche locali

Pertanto le operazioni che scaturiranno riguardano in concreto
A) recupero e riqualificazione ambientale del fiume Volturno mediante l’utilizzo di risorse Comunitarie e regionali previste nei Quadri Comunitari di Sostegno (Q.C.S.), in armonia con gli indirizzi generali della programmazione regionale;
B) riqualificazione dei poli produttivi e di sottoservizi di proporzioni contenute ai quali relazionare lo sviluppo ambientale dei centri , che, in tale ipotesi, verrebbero a gravitare più direttamente sull’area interessata;
C) qualificazione della forza lavoro esistente in relazione alla attività di salvaguardia dell’ambiente e della globalizzazione in armonia con l’uso delle nuove tecnologie;
D) assistenza operativa per la riqualificazione delle imprese artigiane locali disposte ad investire in settori nuovi, strettamente correlati alle risorse localmente disponibili quali l’ambiente. Relativa predisposizione di strumenti adeguati alla formazione degli addetti ed alla valorizzazione commerciale dei prodotti tipici locali. Possibilità di accedere alla rete INTERNET al fine di promuovere i prodotti con fornitori e clientela nazionale ed estere, uso di servizi per la realizzazione di Banche Dati e per la loro consultazione attraverso collegamenti su rete telefonica, BBS sia private che pubbliche;
E) istituzione di un punto informativo e centro di divulgazione culturale – turistico;
F) nell’ambito della riqualificazione ambientale realizzazione di interventi strettamente correlati ai potenziali Partners, del presente PATTO;
G) stimolazione dell’incontro, tra le parti interessate, quali Enti locali convenzionati promotori, Enti locali associati convenzionati, Camera di Commercio, Unione degli Industriali, API, Amministrazione Provinciale, Albi Professionali, Associazioni Datoriali, del Commercio (Confesercenti, Confcommercio), del mondo agricolo (Coldiretti, Unione Agricoltori, C.I.A.) CGIL, CISL, UIL, per dar vita all’idea di programma, in stretta attinenza con le priorità dettate dalle urgenze del territorio;
H) sostegno attraverso percorsi formativi mirati alle creazione di una coscienza ambientale della popolazione con specifico riguardo ad attività di sensibilizzazione presso le scuole di ogni ordine e grado, correlati alle risorse ambientali localmente disponibili;
I) messa a disposizione di strutture adeguate per la formazione degli addetti,
J) costituzione di uno sportello informatico per il collegamento con istituzioni, Enti ed Associazioni di categoria locali, regionali, nazionali ed internazionali per l’utilizzazione di fondi, condivisioni di opportunità e problemi, definizione di partenariati, gemellaggi, accesso alla “mentalità europea”;
K) rilancio attraverso attività specifica dell’identità del paesaggio rurale;
L) creazione della scuola del verde, formazione e laboratorio, destinata a sviluppare le metodologie e le strategie di base per descrivere, sorvegliare e proteggere l‘ambiente naturale in quanto risorsa.

La tipologia operativa delle attività, che si andranno a realizzare, sarà il risultato della fase di concertazione con le parti sociali, gli istituti scolastici, gli ordini professionali, gli Enti di formazione accreditati che operano sul territorio, i Centri per l’impiego, le Associazioni di volontariato Il tutto verrà concordato, in funzione degli obbiettivi e delle competenze di ogni soggetto partecipante, a mezzo di appositi e separati protocolli di concertazione.

FORMAZIONE PER L’AUTOIMPRENDITORIALITA’

Altro e fondamentale elemento di novità, viene ravvisato dalla necessità di moduli mirati all’autoimprenditorialità, che consente di fornire ai discenti notizie riguardanti l’attuazione di disposizioni legislative in materia.
La crescita economica di un’area, in armonia con le risorse naturali esistenti, si realizzerà nella misura in cui le giovani generazioni prendono coscienza e conoscenza delle opportunità ad esse dirette: Il prestito d’Onore, la legge 488, la legge 95/95, la legge 215 e tante altre disposizioni legislative saranno in grado di accrescere le potenzialità di un territorio nella misura in cui il territorio è capace di cogliere le opportunità esistenti.
Pertanto verranno, successivamente all’approvazione del presente documento preliminare, stipulati appositi protocolli di concertazione con:
• parti sociali;
• imprenditori;
• Istituti scolastici;
• Enti di formazione accreditati operanti sul territorio;
• Enti locali;
• Centri per l’impiego;
• Ordini professionali.
• Associazioni di volontariato;
• Pro Loco
• Parrocchie
• Associazioni imprenditoriali
Tale programma delinea una nuova strategia a definire, in uno spirito di condivisione delle responsabilità, le attività che intaccano le risorse naturali presenti sul territorio in esame. Il tutto coordinato nell’ottica dell’utilizzo razionale e trasparente delle risorse ambientali per il conseguimento degli obbiettivi prefissati. Con questa nuova strategia si mira ad invertire le tendenze e le abitudini precostituite di finanziamento di attività dall’alto senza minimamente preoccuparsi delle effettive ricadute sul territorio. Una programmazione dal basso, del territorio , rispetto all’utilizzo razionale delle risorse disponibili in materia, senza dubbio innovativa rispetto alle attuali procedure, consente certamente uno sviluppo mirato e condiviso che soddisfi prioritariamente le necessità sia dei giovani disoccupati che del mondo produttivo. In modo da migliorare la qualità della vita e lo sviluppo socio-economico del territorio, ampliando la gamma di strumenti disponibili, atti a modificare il comportamento degli operatori del settore e delle nuove generazioni.
In conclusione i settori prioritari di intervento individuati, riguardano i punti precedentemente elencati, consentono la centralizzazione di servizi, delle risorse economiche e funzioni comuni nell’ottica del superamento della frammentazione locale del collegamento tecnico-produttivo ed organizzativo.
Tuttavia andrebbero ricercate ulteriori finalità comuni, volte allo sviluppo di esigenze ambientali-culturali già presenti sul territorio, soprattutto in funzione delle testimonianze archeologiche, che vanno recuperate in una lettura intenzionata della storia dell’area interessata.

da: 335233362@libero.it


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