HARA FEST meets BALI
da martedì 12 a venerdì 15 maggio a Napoli
Workshop, cineforum, seminari e lo spettacolo “Sidha Karya: lo Straniero Divino” per conoscere il teatro-danza balinese con un ospite d’eccezione: il maestro I Made Djimat
Aperte le iscrizioni ai workshop e le prenotazioni per lo spettacolo

giovedì 14 maggio, ore 20:00
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HARA FEST meets BALI
Sidha Karya: lo straniero divino del Maestro I Made Djimat
Istituto Paritario Santa Giovanna D’Arco in piazzetta Portamedina 22
Il Maestro balinese I Made Djimat, ospitato per la prima volta a Napoli dall’Associazione teatrale Aisthesis, presenta lo spettacolo di danza topeng Sidha Karya: lo straniero divino. Lo spettacolo racconta la storia della genesi della maschera del Sidha Karya (colui che sa compiere l’opera) e presenta un conflitto tra i più attuali: il rapporto con lo straniero, l’altro, il diverso. Il suo messaggio è chiaro: pace e felicità non possono esistere se si scaccia lo sconosciuto come un nemico, ma solo riconoscendolo come fratello. La comunità che non riesce a incorporare positivamente ciò che appare potenzialmente distruttivo, è vulnerabile. Un tema forte, sullo sfondo di un ricco spettacolo nel quale la musica è la chiave drammaturgica e i lazzi dei buffoni sono il contrappunto alle raffinate danze di corte.
I Made Djimat è nato a Batuan nel 1947. Batuan è uno dei villaggi più creativi di Bali sia dal punto di vista culturale che artistico. I Made Djimat è un maestro dello stile classico, allievo del più prestigioso danzatore balinese del secolo, I Mario Tebanan che rinnovò con geniali intuizioni molti elementi tradizionali e che durante l’esposizione coloniale del 1931 a Parigi iniziò Artaud ai segreti del teatro di Bali. In seguito, Djimat, è stato, attraverso una serie di tournée che l’hanno portato in Europa, America, Australia e Giappone, il prezioso portavoce della tradizione e della cultura balinese. Virtuoso delle danze topeng, gambuh, calonarang, baris e jauk, è coreografo e musicista capace di suonare tutti gli strumenti dell’orchestra di metallofoni. Suo padre era un celebre danzatore, oltre che pittore e scultore e sua madre un’artista rinomata. All’età di 5 anni ha appreso la danza baris semplicemente osservando suo padre mentre insegnava ai suoi allievi. A 9 anni già insegnava presso alcuni villaggi assieme a sua madre. A 14 anni ottenne il primo premio nel concorso nazionale di gambuh e gli anni successivi per le danze baris, jauk e topeng. Da quando ha iniziato la sua carriera professionale internazionale, all’età di 21 anni, il suo percorso professionale è stato segnato da continui successi in tutto il mondo.
Per la sua performance napoletana il Maestro Djimat verrà accompagnato dal suo allievo diretto Enrico Masseroli, fondatore dell’associazione The Pirate Ship di Bergamo, che dagli anni Ottanta, pratica e diffonde il teatro danza balinese in Italia e la musica del gamelan Gong Cenik.

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11 maggio 2015
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Quanto è lontana culturalmente l’isola di Bali, in Indonesia, e quanto è diverso il suo teatro-danza? Esistono punti di contatto tra le sue maschere colorate e quella della nostra tradizione popolare? Per rispondere a queste e ad altre domande l’associazione teatrale Aisthesis e la cooperativa En Kai Pan hanno organizzato “Hara Fest meets Bali” (da martedì 12 a venerdì 15 maggio a Napoli): workshop, cineforum, seminari e lo spettacolo “Sidha Karya: Lo Straniero Divino” per conoscere da vicino il teatro-danza balinese con un ospite d’eccezione: il maestro I Made Djimat, per la prima volta a Napoli. Il progetto è realizzato con il contributo dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione, con il patrocinio dell’Ambasciata Indonesiana di Roma, in collaborazione con l’associazione culturale The Pirate ship, il Consolato Indonesiano di Napoli, l’Università degli Studi L’Orientale di Napoli e, in particolare, le cattedre di Lingua e Letteratura Indonesiana e di Storia del Teatro dell’Università L’Orientale di Napoli.

“Hara Fest propone un’idea differente di teatro: non una semplice vetrina di spettacoli internazionali, ma un luogo d’incontro tra le culture. Hara Fest è un contenitore di esperienze (spettacoli, conferenze, masterclasses intensivi, videoforum) che permette il confronto tra culture e tradizioni teatrali provenienti da Oriente e Occidente, al fine non di accogliere l’altro nella propria cultura, riducendone il grado di diversità, ma di aumentare la consapevolezza dell’altro, allo scopo di favorire la nascita di una transcultura, una cultura che abiti nel luogo d’incontro tra le culture” afferma il direttore artistico Luca Gatta.
Hara è una parola giapponese che indica la sorgente dell’energia vitale, un punto situato nel corpo umano e per sua natura mobile. Per questa ragione una delle caratteristiche di Hara Fest è l’erranza. Hara Fest non si svolge mai nello stesso luogo e mai con le stesse azioni, è un festival in continuo movimento ed evoluzione. Hara Fest nasce nel 2008 e dal 2014 è a Napoli, dove organizza un festival transculturale di teatro internazionale con cadenza biennale. Durante l’intervallo di due anni tra un festival e l’altro, si organizzano azioni di incontro specifiche.

Per maggio 2015 il focus è su Bali, con il progetto Hara Fest meets Bali, quattro giorni (12-15 maggio) di scambio sulle danze rituali balinesi e la loro enorme influenza sul teatro del Novecento, con il grande Maestro I Made Djimat, protagonista dello spettacolo teatrale Sidha Karya: Lo Straniero Divino giovedì 14 maggio alle ore 20:00, presso l’Istituto paritario Giovanna d’Arco (piazzetta Rosario a Portamedina 22, Napoli) ma anche docente d’eccezione, insieme ad Enrico Masseroli, del workshop teatrale Taksu, l’attore e la maschera: 12 ore suddivise in tre giornate presso la Chiesa di San Tommaso, via dei Tribunali 216, Napoli:
martedì 12 maggio, dalle ore 10:00 alle 14:00, mercoledì 13 maggio, dalle ore 15:00 alle ore 19:00 e giovedì 14 maggio,dalle ore 10:00 alle ore 14:00, per apprendere i fondamenti della
danza balinese partendo dalla danza guerriera Baris fino ad approdare al ricco campionario delle maschere Topeng.
I personaggi, rappresentati da queste raffinate maschere in legno, si muovono secondo precise direttive dettate dal loro rango sociale: alle stilizzate posture e ai passi di danza dei nobili si contrappone la libertà sfrenata dei buffoni.
Il workshop servirà a conoscere, nel dettaglio, il respiro della maschera, la composizione della partitura fisica, la connotazione del carattere, la deformazione grottesca, i ritmi dei lazzi comici, l’improvvisazione. Principi e fondamenti di drammaturgia del personaggio che trovano riscontri e sviluppi in altri contesti e con altre maschere.
Per partecipare ai workshop è necessario prenotarsi entro venerdì 8 maggio telefonando al numero 339. 6235295 oppure scrivendo ad harafest@gmail.com. Max 25 partecipanti.
Quota d’iscrizione 80 euro, previste riduzioni per gruppi.
Stessa mail e stesso numero di telefono per le prenotazioni per lo spettacolo Sidha Karya: Lo Straniero Divino (giovedì 14 maggio ore 20:00).

Per comprendere meglio i fondamenti culturali del teatro balinese, si svolgerà
– mercoledì 13 maggio, alle ore 10:00 (sala Roberto Marrama, Archivio Storico Fondazione Banco di Napoli, via Tribunali 213, Napoli) il seminario di studi eurasiani L’Altro nello sguardo dell’Altro in collaborazione con l’Università L’Orientale di Napoli, la cattedra di Lingua e Letteratura Indonesiana, il Consolato di Napoli e l’Ambasciata Indonesiana in Italia.
Parteciperanno Luca Gatta, direttore artistico di Hara Fest, il maestro I Made Djimat, i docenti Paolo Sommaiolo, e Antonia Soriente (Università degli studi di Napoli “L’Orientale”), Carmencita Palermo (Università della Tasmania), Vito Di Bernardi e Giovanni Giuriati (Università degli studi di Roma “La Sapienza”) e Daniela Tortora, (Conservatorio di Napoli “San Pietro a Majella”).
Una giornata di studi, coordinati da Stefania Bruno dottoressa in Storia del Teatro, per scoprire meglio Bali, tra Oriente e Occidente, nella letteratura, nella musica, nei riti e nello spettacolo in generale partendo dall’incontro del regista francese Antonin Artaud con il teatro balinese, durante l’Esposizione coloniale di Parigi nel 1931, considerato un avvenimento erompente nella scena del pensiero teatrale contemporaneo.
Durante il seminario sarà proiettato anche il cortometraggio “Charlie Chaplin visita Bali”, un video inedito di 12 minuti girato nel 1932 che documenta il viaggio del grande attore sull’isola indonesiana.

Altri documenti video saranno proiettati nel corso del cineforum L’Isola degli Dei (Sala Roberto Marrama, presso l’Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli in via dei Tribunali 231, Napoli) nei giorni
– martedì 12 maggio alle ore 16:00: Dance and trance in Bali di Margaret Mead (Usa, 1933, 20′) e Insel der dämonen di Baron Viktor von Plessen / Friedrich Dalsheim. (Europa Film 1933 80’) cui seguirà un dibattito con il Maestro I Made Djimat e Enrico Masseroli e
– venerdì 15 maggio alle ore 16.00: Goona-Goona: an Authentic Melodrama of the Isle of Bali di André Roosevelt (Francia/Usa, 1932, 65′) e Legong: dance of the virgins by Henry De La Falaise (Usa 1935, 50′).
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ufficio stampa – Luisa Maradei – 333.5903471- luisamaradei@gmail.com


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