VISITA DI FERRAGOSTO A SAN GENNARO
Di Laura Caico
Un appuntamento con la fede popolare. Com’è ormai tradizione, la mattina di Ferragosto si registrano a Napoli file di turisti e amanti della storia che pazientemente attendono – a volte sotto la pioggia, come in quest’occasione – di poter entrare nella cripta sottostante al Duomo, per sgranare gli occhi davanti al più prezioso tesoro del mondo, quello di San Gennaro, costituito da incredibili capolavori di oreficeria e gioielleria, accumulatisi nel corso dei secoli: in virtù della XV edizione di “Ferragosto con l’arte” i biglietti per l’ingresso al museo sono ridotti a 3 euro e le visite guidate delle 9.30 e delle 10.30 – condotte da esperte guide e culminanti con la relazione del marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, unico rappresentante di quelle famiglie napolitane che firmarono nel 1527 il voto che impegnava la città per la costruzione della cappella del Tesoro- sono gratuite poiché offerte alla città dalla Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro.
La Festa dell’Assunta, infatti, oltre a richiamare nella cattedrale partenopea cospicue folle di fedeli intenti a seguire le funzioni religiose, è anche la migliore opportunità per immergersi nelle brume del passato alla riscoperta di un patrimonio artistico di inestimabile valore: il Tesoro del Santo Patrono di Napoli ha, infatti, non solo una straordinaria importanza materiale che lo rende più ricco delle collezioni dei Reali di Russia e Inghilterra (per la profusione di favolose pietre preziose, nonché di ori e argenti finemente cesellati e di grande espressione artistica) ma anche una forte valenza spirituale grazie al profondo culto che in terra di Partenope si dedica a questa amatissima figura – a volte persino insultata e vilipesa, se non si ottengono le grazie sperate – sempre e comunque invocata, in modo enormemente superiore a quanto avviene nei confronti degli altri patroni della città, ben 51. Tra questi compatroni, già presenti agli inizi del Seicento, si riscontrano Santi importanti e figure angeliche, tra cui la patrona ufficiale Santa Maria Assunta, titolare del Duomo dal 1076, San Tommaso d’Aquino, San Francesco di Paola, Sant’Antonio di Padova, San Nicola di Bari, San Gregorio Armeno, Santa Chiara d’Assisi, San Giuseppe sposo di Maria Vergine, San Francesco d’Assisi, San Giovanni Battista, Sant’Ignazio di Loyola, Santa Maria Maddalena, Sant’Anna, madre della Madonna, San Luigi Gonzaga, Sant’Agostino e Santa Rita da Cascia, gli Arcangeli Michele e Raffaele e molti Vescovi di Napoli come San Severo, Sant’Eufebio, Sant’Agrippino, Sant’Aspreno e Sant’Atanasio. Ma – come spiegato dal Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli dei duchi di Bagnoli, Delegato per Napoli e la Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio che ne ha brillantemente illustrato le vicende ai visitatori – San Gennaro è la sacra entità che i napoletani invocano sempre in caso di pericolo, come accadde il 16 dicembre del 1631 durante l’eruzione del Vesuvio, quando il sangue si sciolse e la colata lavica miracolosamente si fermò.
La liquefazione del sangue, che accade tre volte l’anno, è la riconferma del patto del Santo con la città a cui vengono risparmiati eventi drammatici grazie alla sua protezione, come il popolo fermamente crede: per questo, le ampolle del sangue con i rituali connessi sono poste sotto la custodia della “Eccellentissima Deputazione della Reale Cappella del tesoro di San Gennaro” (nata nel 1601 e deputata a sovrintendere sia la costruzione della Cappella dedicata al Santo nel Duomo di Napoli- in virtù di un atto notarile del 13 gennaio 1527 con cui San Gennaro “accettò” di difendere il popolo che a lui si rivolgeva, in cambio di una cappella votiva a lui dedicata, sia la difesa del meraviglioso patrimonio votivo) formata da due rappresentanti per ognuno degli antichi “sedili” del Patriziato e del Popolo Napolitano che governavano allora la Città, ovvero i “sedili” del Popolo, di Capuana, Montagna, Portanova, Porto e Nido.
La Deputazione è attualmente composta dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris in qualità di presidente, dal Vice Presidente Duca Don Riccardo Carafa d’Andria, dal Marchese Don Pierluigi Sanfelice dei Duchi di Bagnoli dei Duchi di San Cipriano, da Don Agostino Caracciolo di Torchiarolo dei Principi di Avellino e Conte di Castelrosso, dal Gr.Uff. Dott. Mariano Bruno, dal Duca Don Giovanni Pignatelli della Leonessa dei Principi di Monteroduni, da Don Riccardo Imperiali dei Principi di Francavilla, da Don Girolamo Carignani di Carignano Duca di Novoli, da Don Augusto Cattaneo dei Principi di Sannicandro, da Don Giuseppe Caracciolo di Brienza, da Don Mario Carignani di Carignano dei Duchi di Novoli e dall’Ingegnere Giampiero Martuscelli: vi è, inoltre, un Collegio di 12 Prelati Cappellani, presieduto dall’Abate Tesoriere Monsignor Vincenzo De Gregorio che si occupa delle celebrazioni religiose. Un’interessante nota di costume è data dall’abito cerimoniale dei membri della Deputazione di San Gennaro che, per antica tradizione, indossano il frac, con panciotto nero in segno di lutto per la morte del Santo, cravatta bianca e fascia rossa in vita che rappresenta il sangue di S. Gennaro.
Nella tradizionale visita di Ferragosto – offerta ai cittadini dalla Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro –-si possono, pertanto, apprendere interessanti dati sulla storia del santo e della Deputazione e ammirare i fantastici manufatti lì custoditi come gli argenti sacri, i busti dei patroni portati in processione e i gioielli, tra cui la favolosa Mitra tempestata da 3692 pietre, fra diamanti, smeraldi e rubini, la Collana di San Gennaro con croci di smeraldi e di zaffiri (pietre queste che potevano essere donate solo da re e imperatori, in quanto simbolo dell’aristocrazia), la Pisside con coralli, cammei e malachite, il Manto di San Gennaro, il superbo Calice d’oro tempestato di rubini, smeraldi e brillanti.
nella foto il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli dei duchi di Bagnoli, Delegato per Napoli e la Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.


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