PASSIONE E RISATE CON RIVIECCIO E CONTE
Di Laura Caico
Due signori dello spettacolo. Altra serata di successo al Maschio Angioino, per la 28a edizione del Festival del Teatro Comico, Musica e Cabaret “Ridere” – organizzata dal Teatro Totò con la direzione artistica di Gaetano Liguori – grazie alla performance di due big dello showbiz, l’attore Gino Rivieccio e l’autore di musical Gianni Conte, nuova coppia teatrale protagonista di “Ci vediamo alle 21:30 massimo alle 21:45”: la loro esibizione, unitamente a quella dello straordinario percussionista Mariano Caiano, ha riservato agli spettatori – accorsi numerosi, malgrado la furiosa pioggia pomeridiana – la piacevole sorpresa di un inedito format che coniuga i loro talenti in un insieme armonioso e divertente. Le incursioni dell’uno nel “territorio artistico” dell’altro hanno permesso di godere di simpatiche presentazioni dei pezzi musicali ad opera di un sempre più spigliato Conte (sdoganatosi dall’etichetta prevaricante dell’Orchestra Italiana come “artista di punta di Arbore”), rivelando le sue doti di garbato e sorridente intrattenitore, che si uniscono a quelle di solista di livello internazionale; sull’altro versante, poi, il vulcanico Rivieccio non lesina brani recitati e cantati, dimostrando di essere un fantastico artista che snocciola un’incredibile raccolta di scioglilingua, imitazioni, “cammei” di prosa e poesia, con sferzate di satira a volte pungente ma mai feroce o di poca eleganza. Uno spettacolo effervescente, quindi, diviso in due tempi che hanno dapprima privilegiato la musica con il fantastico piano di Gianni Conte e le percussioni di Caiano, per passare poi ai divertenti monologhi di Gino e concludere, allo scoccare della mezzanotte, con una girandola di battute esilaranti: un magico caleidoscopio di frammenti di passato, presente, costume e attualità che si mischiano alla narrazione della vita di poeti e cantautori e alle melodie più antiche e amate della canzone popolare partenopea. Molto applaudita la passione interpretativa di Conte (cimentatosi anche in brani lirici di esorbitante impegno come “Nessun dorma” dalla Turandot di Giacomo Puccini, Maestro delle cui opere è attento studioso e a cui è legato da molte affinità elettive) come pure la verve comica e il brioso eloquio dello spumeggiante Rivieccio, sapientemente mixate per far trionfare questo brillante connubio di due interpreti dalla potenza artistica e dall’estro “veracemente” napoletani.
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