Apooat, Associazione di produttori di olio d’oliva, apre ad Avellino un punto vendita, in via Serafino Soldi 24. Qui sarà possibile acquistare le diverse varietà d’olio extravergine e conoscere dal vivo una realtà produttiva che prima commercializzava prevalentemente on line. Apooat associa oltre 2500 produttori olivicoli e opera in Irpinia dal 1979. Il marchio di commercializzazione è Tatarann, antica espressione dialettale che significa nonno, proprio a rimarcare la tradizione, la lavorazione manuale, il rispetto dell’ambiente e della terra. Le tipologie di olio extravergine di oliva monovarietali sono tre: Ravece, Ogliarola e Marinese, tutti ottenuti dalla molitura in purezza di tre cultivar originarie della provincia di Avellino.
Il Presidente del Comitato territoriale di Avellino – Confcooperative Campania, Francesco Melillo, così commenta il progetto: «In un momento di crisi, accresciuta dalla pandemia da Covid-19, i soci di Apooat avviano un progetto di commercializzazione, con un punto vendita. Si tratta di una sfida ma anche della prova che l’economia cooperativa è anticiclica e mostra la sua energia migliore nei momenti di difficoltà collettiva. Porgiamo il nostro in bocca al lupo alla nostra Organizzazione di produttori per questo nuovo percorso, che connette un’eccellenza dell’agroalimentare alla comunità di riferimento».
Il Presidente Melillo rivolge poi un pensiero al movimento cooperativo irpino: «Sta per concludersi un anno complicato, per alcuni tragico, durante il quale le cooperative, in ogni comparto, si sono mostrate resilienti. Come Organizzazione di rappresentanza siamo stati al loro fianco, e continueremo a farlo, proiettandoci oltre i problemi e formulando soluzioni. Le cooperative sono attori importanti della vita economica, sociale, hanno un ruolo riconosciuto dalla Costituzione e in questa fase di sofferenza provano a dare risposte. Il nostro augurio è che il movimento cooperativo irpino non perda questa tenacia e continui a lavorare per la crescita e lo sviluppo delle nostre comunità, oggi sofferenti».
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