Sessa Aurunca, la storia del mitico Falerno e l’olio Dop delle Terre Aurunche
(5 e 6 aprile 2008)
Sabato 5 e domenica 6 aprile Sessa Aurunca (Ce) svela i suoi tesori per la XVI edizione della Giornata Fai di Primavera e Agrisviluppo invita a degustare le eccellenze gastronomiche di questa terra antica, tra il Mar Tirreno, il monte Massico e i boschi del vulcano spento di Roccamonfina.
Un invito a scoprire l’antica cittadina, che fu feudo longobardo e poi normanno, e il suo territorio: un territorio famoso per un grande vino e l’olio extravergine d’oliva.
Non solo arte, palazzi e chiese, ma un viaggio nella terra del leggendario Falerno, il vino degli antichi Romani, decantato da Plinio, Orazio, Marziale e Petronio.
E ancora un’occasione per gustare l’olio extravergine d’oliva delle Terre Aurunche (Dop in corso di registrazione presso l’Unione Europea) prodotto ancora con i tradizionali metodi di lavorazione, quali la raccolta a mano delle olive e la molitura in antichi frantoi.
La cultivar dominante è la Sessana, l’olio che ne deriva, di colore giallo verde, è fruttato, leggermente piccante, con sentori di carciofo e mandorla.
Alla Giornata Fai, Agrisviluppo e la Camera di Commercio di Caserta, uniscono un singolare viaggio di gusto e sapori con degustazioni e racconti di vino: nel centro storico della cittadina, tra portoni e cortili, sarà allestito un percorso gastronomico dedicato alle eccellenze della terra aurunca: le mele annurche, i formaggi casertani, il miele ed altri prodotti della terra.
La gente del luogo, in abiti tradizionali, offrirà la vecchia merenda contadina a base di pane ed olio di frantoio in abbinamento al Falerno del Massico Doc, sia bianco che rosso, raccontato in versi dai vignaioli locali.
Tra degustazione e rievocazione storica, tra un sorso e l’altro, si declameranno i versi sul leggendario vino degli imperatori romani e sul mitico Ager Phalernus:
Tibullo scrive nunc mihi Gumosus veteris proferte Falernos;
Plino, Orazio e Marziale ne tessono le lodi definendolo vino ardens et fortis;
infine Petronio nella famosa cena di Trimalcione scrive come gli haustores, gli antichi sommeliers, servirono un Falerno vecchio di cento anni.
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