PUGLIA.ALTAMURA OSPITA LA DIETA MEDITERRANEA.
Slow Food e Consorzio CAMPO custodi della Dieta Mediterranea.
29 marzo 2011. Come puo’ essere sostenibile per la nostra salute la dieta mediterranea basata sui cereali? Si puo’ difendere quel regime alimentare povero dell’ entroterra meridionale, basato su carboidrati come pasta e pane senza intossicare i nostri figli? Come ovviare al concetto di commodities per favorire quello di cibo? Quali iniziative politiche si rendono necessarie?
A queste domande hanno tentato di dare una risposta i vari relatori che si sono confrontati nell’ affollato convegno nazionale “Dieta Mediterranea e Salute Alimentare” organizzato da Slow Food su temi sollevati dal Consorzio Campo e moderato dal Presidente Prof Pepe, tenutosi ad Altamura il 25 marzo, cui erano presenti molti agricoltori provenienti dalla Puglia, Sicilia, Basilicata e Molise.
“La Dieta Mediterranea – ha fatto notare la dott.ssa Cinzia Scaffidi Centro Studi Slow Food Italia – rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, e, in particolare, il consumo di cibo, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità.
Un cibo che non sia commodities, che rispetti il territorio e la biodiversità e che garantisca la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati”.
Tuttavia questo modello alimentare appare minacciato e rischia di non essere sinonimo di benessere e longevità.
“Allo stato attuale – ha affermato il Dr Andrea Di Benedetto, presidente del Consorzio Campo – la Dieta Mediterranea non rispetta le materie prime tipiche di ogni comunità.
Nei porti del sud ancora oggi si documentano scarichi di milioni di tonnellate di grano estero, compreso grano scadente di 4°-5° categoria normalmente quotato nelle borse merci “per altri usi”, con probabili tenori di micotossine e metalli pesanti, tali da renderlo inutilizzabile al consumo umano.
Le importazioni di cereali nel nostro territorio con questi standard non solo pregiudicano il gusto e la qualità salutistica delle nostre produzioni di pane e pasta soprattutto della prima infanzia, ma trascurano colpevolmente un progetto del Ministero delle Politiche Agricole (MICOCER 2006-2008), che ha definitivamente sancito la superiorità dei grani del sud in ordine a residui di micotossina DON, rispetto a quelli del Nord Italia (clima secco contro clima umido e piovigginoso) nonche’ rispetto ai grani duri esteri importati da paesi siti a nord del 41° parallelo (Francia, USA, Canadà, ecc). L’assunto degli industriali che il grano duro nazionale non basti a soddisfare il fabbisogno dell’industria pastaia per le crescenti esportazioni, e’ infondato; non si può costringere gli agricoltori nazionali a produrre sottocosto, stante la concorrenza scorretta esercitata da un grano che sembra uguale nella forma ma che patisce di problemi tossicologici, spesso misconosciuti alle famiglie italiane.
Noi riteniamo che la prevenzione e l’educazione alimentare sono il più grande investimento e l’unica reale attività di controllo possibile per la sostenibilità delle produzioni agro-alimentari locali.
Il rischio per i consumatori legato alla contaminazione da micotossine – ha aggiunto Di Benedetto – non è da sottovalutare e ha determinato la decisione dell’ Unione Europea di fissare limiti massimi di presenza di micotossine che sono sensibilmente piu’ alti del resto del mondo, pertanto, vanno abbassati”.
Lo stato nutrizionale contribuisce alla qualità della vita di ogni individuo e l’alimentazione – ha ribadito il dr Grasselli presidente S.I.Me.Ve.P – costituisce un importante fattore di rischio per numerose patologie. Occorre distinguere la qualita’ nutrizionale da quella che garantisce una certa sicurezza alimentare.
Dopo il saluto del presidente della Commissione Agricoltura UE Prof Paolo De Castro che dovra’ impegnarsi ad abbassare i limiti europei di micotossine nel grano e nella pasta a tutela della salute dei consumatori e dell’ economia agricola, l’ On Pittella, Vice Presidente del Parlamento Ue ha rivolto i suoi auguri in videoconferenza.
Infine e’ intervenuto l’ Assessore regionale Stefàno che ha sottolineato come non puo’ esserci vittoria della qualita’ se non c’e’ tutela della salubrita’ e tipicita’.
Urge una petizione al Parlamento europeo sulla revisione dei limiti, e’ necessario riportare in Conferenza Stato-Regioni il problema, ma e’ anche opportuno che le regioni recepiscano le linee di indirizzo nazionale per introdurre prodotti bio nella ristorazione collettiva, affinche’ nelle nostre mense i bambini possano mangiare una pasta salubre.
Cordialmente
Ufficio Stampa
info: (http://sologranoitaliano.wordpress.com)
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25 marzo ore 16
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Slow Food e Consorzio CAMPO celebrano ad Altamura la Dieta Mediterranea quale patrimonio dell’Unesco.
Slow Food Condotta delle Murge organizza, su temi sollevati dal Consorzio CAMPO, il giorno 25 marzo presso la sala TOMMASO FIORE, presso il GAL “Terre di Murgia”, corso Federico II di Svevia n. 129, il convegno nazionale su “LA DIETA MEDITERRANEA E LA SICUREZZA ALIMENTARE”.
Saranno presenti l’on. Prof. Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, l’on. Dr Gianni Pittella, Vice Presidente del Parlamento Europeo, il Dott. Dario Stefàno, Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, la Dott.ssa Cinzia Scaffidi, Direttrice del Centro Studi Slow Food Italia, il Dr. Aldo Grasselli, presidente S.I.Me.Ve.P., il prof. Riccardo Quintili, direttore della rivista Il Salvagente, del Dr. Gaetano Pergamo della Fiesa Confesercenti Nazionale, il Dr. Andrea Di Benedetto, presidente Consorzio CAMPO, il dott. Luciano Pignataro, giornalista e scrittore, vice presidente Arga Campania.
Solo pochi mesi fa l’UNESCO ha incluso la DIETA MEDITERRANEA tra i patrimoni culturali immateriali dell’umanità da sottoporre a tutela.
La Dieta Mediterranea rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, e, in particolare, il consumo di cibo, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità.
La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati .
Nel porto di Bari si documentano scarichi di milioni di tonnellate di frumento estero, compreso “sub-grano” di bassa categoria, con probabili tenori di metalli pesanti, tale da renderlo quasi inutilizzabile al consumo umano (trattasi di potentissimi traccianti cancerogeni).
L’importazione, quindi, di cereali utilizzati per la Dieta Mediterranea nel nostro territorio per la produzione di alimenti con questi standard non solo pregiudica la qualità delle nostre produzioni alimentari e la loro salubrità per l’alimentazione soprattutto della prima infanzia, ma contraddice un progetto delle Politiche Agricole (MICOCER 2006-2008), che ha definito e sancito la superiorità dei grani del sud in ordine a residui di DON-OTA-Aflatossina, rispetto a quelli del Nord Italia (clima secco contro clima umido e piovigginoso) ed esteri.
La prevenzione e l’educazione alimentare sono il più grande investimento e l’unica reale attività di controllo necessaria per la sostenibilità delle produzioni agro-alimentari regionali.
Sono temi di straordinaria attualità che saranno discussi nel corso dell’iniziativa del 25 marzo, in un confronto tra le motivazioni della locale comunità di produttori, Consorzio C.A.M.P.O. (http://sologranoitaliano.wordpress.com) che ha condiviso questo progetto con la Fiesa Confesercenti e con l’associazione Puglia in Europa ed ha offerto la propria collaborazione nell’organizzazione dell’evento per sensibilizzare agricoltori e consumatori.
Cordialmente
Ufficio Stampa Consorzio CAMPO
(http://sologranoitaliano.wordpress.com)
Altamura(Ba). L.Pignataro al convegno di Slow Food e Consorzio Campo sulla Dieta M.Il report.
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