Si sente sempre più spesso parlare di emergenza climatica, fenomeno che riguarda tutti da vicino ma che spesso ci viene raccontata con immagini e storie che vengono da lontano. L’iconografia della crisi climatica nei suoi effetti sulla biodiversità è sovente rappresentata da orsi polari denutriti su lembi di ghiaccio sempre più piccoli ed elefanti e antilopi stremate alla ricerca di acqua in deserti sempre più grandi.
Ma non occorre andare così lontano per posare lo sguardo sugli effetti che l’emergenza climatica ha sugli animali e la biodiversità tutta. Infatti il 23 marzo – alle ore 10 presso il Real Museo Mineralogico del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche della Università Federico II di Napoli – fra i cristalli dell’antico museo, verrà data luce agli effetti dei cambiamenti climatici degli ambienti di alta quota dell’Appennino e sugli uccelli migratori che li attraversano.
Le varie sfaccettature del progetto, che si sviluppa sulla vetta più alta della Campania (il Monte Cervati) saranno approcciate da diversi punti di vista e diverse modalità di fruizione.
Dopo i saluti di Piergiulio Cappelletti, Direttore del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche, Gregorio Romano, Direttore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ed Emilio Pafumi, Responsabile Ambiente presso A2A, Carmen Arena, docente del Dipartimento di Biologia, Università di Napoli Federico II introdurrà gli effetti dell’emergenza climatica sugli ecosistemi, per comprendere in quale cotesto di squilibri ambientali, si muove questo particolare monitoraggio ornitologico “MigrAndataCervati”.
Arnaldo Iudici, mostrerà le peculiarità dell’area di studio, perché è stata scelta, come il gruppo di lavoro vive a 1800 metri di quota senza allaccio elettrico e idrico, e racconterà le varie professionalità messe in campo e le ricerche in corso, dalla eco/bio-acustica ai rapaci, passando per il piviere tortolino.
L’ornitologo Rosario Balestrieri racconterà perché è importante monitorare la migrazione in un punto così particolare, proverà a far comprendere il valore dei dati raccolti e mostrerà i risultati raggiunti fin ora e gli obiettivi da perseguire.
Seguirà la proiezione del documentario “MigrAndata Cervati” realizzato da Jepis Rivello, attraverso il quale sarà possibile vedere e comprendere come si sviluppa il monitoraggio e la dedizione con cui viene portato avanti. Dopo la proiezione verrà data voce ai commenti di Carmen Arena, Università Federico II, Claudio Guarnaccia e Domenico Guida del C.U.G.RI. – DICIV – Università degli Studi di Salerno, Francesco Cavallone della Comunità Montana “Vallo di Diano” e al Team del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Università Federico II.
Nell’ambito della seconda parte dell’evento, in programma l’inaugurazione dei due percorsi fotografici dedicati al tema ed al progetto. La mostra che si sviluppa nel Salone Minore del Museo Zoologico è intitolata: “L’avifauna delle vette in primo piano” ed è realizzata dal fotografo naturalista Riccardo Mattea con l’intento di mostrare la bellezza e la fragilità delle specie che rischiamo di estinguere se non prendiamo consapevolezza degli effetti delle nostre azioni. Le specie non saranno in primo piano solo nelle immagini ma anche nelle parole di chi le studia, infatti attraverso i QrCode sarà possibile ascoltare dalla voce dei ricercatori che le studiano e comprendere quali sono le problematiche che mettono a rischio questi meravigliosi animali.
Nel Salone Maggiore del Museo Zoologico invece verrà inaugurato percorso per immagini curato del Biologo Mariano Peluso dedicato al progetto “MigrAndata Cervati” che ci racconta attraverso la fotografia, i luoghi, i temi e i protagonisti di questo progetto che punta lo sguardo in alto.
Modererà l’evento Roberta Improta, Direttore tecnico del Museo Zoologico di Napoli.
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