11 marzo 2017 – Vi riporto di seguito il documento che ho preparato contro l’enunciato dell’art.7, comma 2 del maxi emendamento al collegato della legge di stabilità del Consiglio Regionale della Campania.
Chi volesse unirsi alla mia protesta, può scrivere a fulvio.buonabitacola@regione.campania.it E’ il vicepresidente, nonché assessore all’ambiente della Regione Campania che ha scritto questa cosa orribile.
–UN GRAVISSIMO ATTACCO ALLE AREE NATURALI PROTETTE
Il comma 2 dell’art.7 all’interno dell’”Emendamento interamente sostitutivo del disegno di legge collegato alla legge di stabilità” rappresenta l’ennesimo attacco al sistema dei parchi regionali.
Si vuole modificare l’art. 8 della legge regionale n. 33 in materia di aree naturale protette.
L’articolo prevede che il Presidente di un Ente Parco sia scelto tra persone che abbiano competenze in materia di conservazione della natura e ambiente e non ricoprano cariche elettive.
Ebbene tutto ciò viene cancellato dal comma 2 dell’art.7 che prevede quale requisito una comprovata esperienza nelle istituzioni, nelle professioni ovvero di indirizzo o di gestione in strutture pubbliche o private.
Con questo emendamento quindi può fare il presidente dell’Ente Parco, ad esempio, una persona che ha una comprovata esperienza nella gestione di una friggitoria.
E’ una formulazione gravissima che mette a rischio ancora una volta il patrimonio naturale della Regione.
Il Presidente di un Ente Parco deve assolutamente conoscere i principali elementi della conservazione della natura e della gestione degli ecosistemi perché è chiamato a dare gli indirizzi politici di gestione del Parco. Come può dare questi indirizzi se non conosce la differenza tra una specie a strategia “K” e una specie a strategia “r”, come può dare tali indirizzi se non conosce quali siano le specie di ungulati necessarie al riequilibrio ecosistemico in Appennino, come può dare tali indirizzi se non conosce le tecniche di prevenzione del danno da fauna? Si potrebbe rispondere che le dovrebbe conoscere il Direttore. Il Direttore, che in Campania non c’è in nessun Parco, esegue comunque gli indirizzi ricevuti dalla presidenza, e quali saranno gli indirizzi che darà un Presidente che non conosce i rudimenti della conservazione della natura?
E come farà un Presidente “ignorante” ad affrontare dibattiti pubblici in qualità di rappresentante dell’Ente Parco? Come affronterà chi richiede i danni da fauna ma non ne ha i titoli perché quella fauna non c’è nel suo Parco (è successo!) e lui non sa nulla di fauna? Come contrasterà le pressioni di chi vuole realizzare iniziative o attività incompatibili con le finalità della conservazione della natura se lui non conosce queste finalità?
In un periodo in cui stiamo verificando quanto sia utile avere alla guida di poli culturali del nostro paese storici dell’arte e archeologi, noi, invece, non mettiamo alla guida delle aree naturali protette persone competenti.
In una Regione, la Campania, dove ci sono almeno due atenei che hanno attivato da anni corsi di “conservazione della natura e gestione delle aree naturali protette” noi decidiamo di nominare incompetenti a gestire una questione così delicata e difficile quale quella di un’area naturale protetta.
L’emendamento inoltre apre la possibilità di nominare i sindaci alla Presidenza del Parco. Un errore enorme che fa capire come chi abbia scritto tale testo non conosce minimamente cosa significhi presiedere un Ente Parco.
Far nominare un sindaco, al di là delle inesistenti competenze, significa creare contrasti all’interno del territorio con la necessità di ricomporre equilibri tra le forze politiche e la conseguenza di dover pensare al soddisfacimento di varie esigenze locali (dalla funivia alla pista da motocross, o alla necessità di chiudere un occhio nei confronti di quel bracconiere perché è del comune del sindaco che mi sta appoggiando, ecc.). Non solo. Il sindaco deve già spendere il suo tempo nelle questioni attinenti il suo comune, non potrà certo svolgere l’impegno, davvero gravoso, della presidenza del Parco in maniera completa e a tempo pieno.
Nessuno si sogna di affidare al Sindaco di Pompei la gestione degli scavi o al Sindaco di Napoli la Pinacoteca di Capodimonte. Sono beni dell’umanità intera la cui gestione e tutela richiede dedizione, competenza, passione e tanto tempo da dedicare. Lo stesso vale per le aree naturali protette che tutelano beni e servizi ecosistemici fondamentali per la sopravvivenza dell’umanità: tutelano l’acqua potabile, le foreste che assorbono anidride carbonica e restituiscono ossigeno, i suoli dal dissesto e dal consumo indiscriminato, il paesaggio, la biodiversità. Non possono prescindere da una guida affidata a persone competenti e con la giusta indipendenza dalle realtà locali.
Maurizio Fraissinet Presidente ASOIM – Ass.Studi Ornitologici Italia Meridionale
[mfraissinet@tiscali.it] (foto Russo )
Categorie: Ambiente e energia
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