12 dicembre 2004 – Centinaia di associazioni chiedono all’Unione Europea di far cessare le importazioni degli uccelli selvatici
Centinaia di associazioni chiedono all’Unione Europea di far cessare le importazioni degli uccelli selvatici
Oltre 200 associazioni non governative hanno chiesto oggi di far cessare permanentemente le importazioni nell’Unione Europea degli uccelli catturati in natura, dichiarando che questo commercio costituisce una minaccia alla conservazione ed alla salute umana, oltre ad essere causa di inutili sofferenze per gli uccelli.
La Dichiarazione Europea per gli Uccelli Selvatici è stata inviata ai governi europei, ai Commissari UE, ed ai Membri del Parlamento Europeo.
La Dichiarazione chiede all’Unione Europea che l’attuale sospensione delle importazioni degli uccelli provenienti dall’Asia e in scadenza il prossimo 15 Dicembre, venga resa permanente,e che includa tutti gli uccelli catturati in natura. Le associazioni firmatarie, che includono l’RSPCA, Defenders of Wildlife, Greenpeace, American Bird Conservancy , Pro Wildlife ed il World Parrot Trust, avvisano che, proseguendo ad importare uccelli selvatici i cittadini europei vengono esposti al rischio delle epidemie di malattie infettive e potenzialmente letali, come l’influenza aviare, che nel 2004 ha già causato la morte di 32 persone.
L’Unione Europea è il più grande importatore mondiale di uccelli selvatici, rappresentando l’80% del mercato internazionale ed importando circa un milione di uccelli l’anno. I rischi sanitari rappresentati da questo commercio sono stati evidenziati lo scorso Ottobre, quando due aquile importate a Bruxelles dalla Tailandia sono risultate positive ad un ceppo letale di influenza aviare. I ricercatori hanno identificato questo ceppo virale come una delle varianti più letali conosciute, che ha ucciso oltre il 70% delle persone che ne sono state infettate.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvisato che l’influenza aviare asiatica potrebbe diffondersi con un’epidemia mondiale, simile a quella che, negli anni 1918-1919, causò la morte di 40-50 milioni di persone. La presenza delle aquile infette nella cabina dell’aereo ha potenzialmente esposto centinaia di passeggeri a questa malattia letale. “Non possiamo più ignorare i rischi sanitari rappresentati da questo commercio ed i costi imposti alla società,” ha dichiarato il Dr.James Gilardi, direttore del World Parrot Trust. “Il divieto di importare uccelli selvatici è una misura semplice ed efficace per contenere i rischi di future epidemie.”
Le malattie trasmesse dagli uccelli possono rappresentare anche un grave rischio economico, sottolinea Gilardi, “All’inizio dell’anno, alcuni pappagalli, parte di una spedizione importata in Italia dal Pakistan, sono risultati positivi ad una forma letale della malattia di Newcastle. Nonostante ciò le misure di notifica europee non sono state attivate tempestivamente non permettendo alle industrie del pollame di mettere in atto gli interventi cautelativi necessari.”
La Dichiarazione evidenzia come i controlli delle epidemie di questa, e di altre malattie trasmesse dagli uccelli, sono già costati milioni di Euro alle industrie ed ai contribuenti europei.
Oltre all’impatto sulla salute umana, le associazioni firmatarie denunciano come questo commercio sottopone milioni di uccelli selvatici a dei maltrattamenti disumani, minaccia gli interventi per la conservazione in natura di centinaia di specie, e pone molte specie a rischio di estinzione. Fanno inoltre notare come, a causa di questi effetti, molti paesi hanno già posto fine a questo commercio, rendendo l’Unione Europea l’ultimo grande mercato mondiale.
La Dichiarazione evidenzia l’incongruenza tra la protezione accordata dalla Direttiva Uccelli agli uccelli europei, ed il continuare a consentire le importazioni di milioni uccelli selvatici da paesi in via di sviluppo. “Come il più grande consumatore mondiale di uccelli selvatici, l’UE dovrebbe assumersi la responsabilità degli effetti che questo commercio ha sul benessere e sulla conservazione degli uccelli” ha dichiarato David Bowles, Direttore delle Relazioni Esterne del RSPCA, “A causa delle malattie e dei maltrattamenti, per ogni uccello venduto nei negozi europei ne muoiono fino a tre. I maltrattamenti ed il cattivo mantenimento degli uccelli, dal momento della cattura fino all’importazione, non influiscono solo sui singoli esemplari, ma hanno anche un impatto sulla conservazione,” ha aggiunto Bowles.
Le attuali normative europee sulle importazioni falliscono nel controllare questi effetti, continuando a consentire che si prosegua ad importare uccelli selvatici anche quando le loro catture si sono rivelate insostenibili già da tempo. “Quasi una specie di uccelli su cinque è minacciata di estinzione, le catture per il commercio rappresentano un rischio significativo per molte di queste specie. Gli interventi applicati per la loro conservazione non sono in grado di arginare anche questa minaccia” ha dichiarato Carrol Muffet, direttore per la conservazione internazionale di Defenders of Wildlife.
La dichiarazione chiede alla Commissione Europea di adottare una normativa che vieti le importazioni degli uccelli selvatici, allineando le normative europee con quelle di altri paesi sviluppati come l’Australia e gli USA.Come sottolinea Michael J.Parr, Vice Presidente per i programmi di sviluppo dell’American Bird Conservancy “ Il Wild Bird Conservation Act, la normativa USA che di fatto vieta queste importazioni, è stata riconosciuta dalla comunità conservazionistica, dai legislatori, e dagli allevatori di uccelli, come una delle leggi più efficaci per la conservazione che sia mai stata istituita dal governo USA. Gli effetti di questa, e di altre normative simili, si sono dimostrati estremamente positivi: un notevole calo dell’introduzione di malattie, il declino delle importazioni legali ed illegali, lo sviluppo dell’allevamento in cattività, ed una notevole riduzione dei prelievi in natura.”
”Dodici anni fa gli USA, al tempo uno dei maggiori mercati mondiali, riconobbero le proprie responsabilità vietando con efficacia le importazioni degli uccelli selvatici,” ha aggiunto Muffet. “E’ tempo che l’Unione Europea faccia altrettanto.”Il testo integrale della Dichiarazione e la lista completa delle associazioni firmatarie sono disponibili su questo sito:http://www.worldparrottrust.org/trade/eudeceng.htm
Le fotografie sono disponibili su: http://www.worldparrottrust.org/trade/eudecpicslow.htm
http://www.worldparrottrust.org/trade/eudecpicshigh.htm
Firmate la petizione contro le importazioni nell’Unione Europea degli uccelli catturati in natura
http://www.worldparrottrust.org/trade/tradeitalian.htm
Support the proposal to ban wild caught birds into the EU
http://www.worldparrottrust.org/trade/tradeindex.htm
Categorie: Ornitologia
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