No a nuovi arrivi di olio tunisino a dazio zero che rischiano di destabilizzare il mercato in una situazione già di grande difficoltà. A denunciarlo è la Coldiretti dopo la richiesta del Governo nordafricano di rinnovare la concessione temporanea di contingenti d’esportazione agevolata di olio d’oliva verso l’Ue scaduta il 31 dicembre 2017.
Si tratta di una quota di 35mila tonnellate all’anno che va ad aggiungersi alle oltre 56 700 tonnellate previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia in vigore dal 1998. Una scelta sbagliata che danneggia i produttori italiani, non aiuta quelli tunisini, ed aumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori, anche in considerazione del fatto che nel nostro Paese a fronte di una produzione di 370 milioni di chili si ha un’importazione che ha superato i 500 milioni di chili.
Evidente, dunque, il pericolo che olio straniero venga “spacciato” come italiano, favorito dal datto che sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte ‘miscele di oli di oliva comunitari’, ‘miscele di oli di oliva non comunitari’ o ‘miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari’ obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva”.
L’arrivo di olio straniero da spacciare per italiano sarebbe inoltre facilitato di probabile crollo produttivo che farà registrare la prossima campagna olivicola 2018-2019. A causa dell’ondata di gelo e neve che lo scorso febbraio ha colpito l’Italia Unaprol ha stimato danni su 25 milioni di piante e un calo del raccolto. Anche per questo è fondamentale il finanziamento del Piano olivicolo nazionale (Pon) che prevede di aumentare nei prossimi 4 anni la superficie coltivata da poco più di un milione di ettari a 1,8 milioni di ettari anche con l’aumento delle aree irrigue con tecniche innovative di risparmio idrico.
COLDIRETTI NOTIZIE 8 giugno 2018 pubblicato in: Economia –

Categorie: Olivicoltura

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