2 giugno 2005 – Francesco Landolfo, Evento straordinario, in Abruzzo tornano le gru
Nello scorso mese di maggio, le gru hanno sorvolato il centro Italia, scegliendo di sostare in una località dell’area vestina, in Abruzzo, che gli ambientalisti preferiscono mantenere segreta per evitare il disturbo dei curiosi o, peggio, atti di bracconaggio. «Uno spettacolo unico, durato tutta la notte. Hanno fatto un gran baccano, poi sono ripartite in direzione sud. Nei luoghi da cui provengono, il nord Europa, c’è neve e chissà che il loro passaggio non annunci neve anche qui».
Uno stormo senza precedenti, di oltre un migliaio di gru, è stato visto stazionare sul territorio provinciale. Questo evento assume carattere eccezionale per il fatto che i maestosi uccelli sono di ritorno sulla stessa rotta, a due anni esatti dall’ultimo passaggio, proprio alla vigilia del Natale, quando una colonia di 180 esemplari venne avvistata sul lago di Penne.
«Evidentemente, la rotta adriatica è la più frequentata da questa specie di migratori. Ma uno stormo così grandioso non si era mai visto prima», commenta il direttore dell’Oasi.
Le gru hanno sorvolato anche Pescara e, ieri mattina, intorno alle 6, sono state avvistate sul mare, spettacolari con i loro richiami udibili a distanza e per la brulicante macchia di colore grigio disegnata nel cielo. Il Wwf lancia un appello: «Chiunque può dare il proprio contributo segnalandone la presenza, magari in riposo o mentre si alimentano sui campi. E denunciare eventuali atti di bracconaggio». Il direttore della riserva naturale del lago di Penne, Fernando Di Fabrizio, dopo aver trascorso la notte ad ammirare l’eccezionale passaggio di gru monitorato lungo il Fino, a Città Sant’Angelo e fino a Pescara, è sbalordito. La situazione all’inizio è rimasta sotto controllo grazie al pattugliamento degli operatori della forestale, ma, la seconda notte si sono sentiti colpi di fucile. Sono atti di inciviltà, che continuano nonostante l’impegno delle associazioni ambientaliste e il recente film di Perin, “Il popolo migratore”, dedicato al volo delle gru».
QUALCOSA SULLE GRU
A PUSAN, nella Corea del Sud, si può ammirare una danza folcloristica straordinaria. Alcuni uomini, indossando lunghe vesti bianche e alti cappelli neri, agitano le braccia, fanno piroette, si piegano in avanti e si reggono su una gamba sola. Questi movimenti curiosi e improvvisati hanno una spiegazione semplice: gli uomini imitano le gru della Manciuria che da secoli svernano nella Corea del Sud. La popolazione locale fu talmente colpita dalla singolare danza di queste gru che creò un ballo ispirandosi ai loro movimenti.A 1.500 chilometri di distanza, sull’isola giapponese di Hokkaido, gli amanti della natura accorrono in gran numero nel parco nazionale Kushiro Shitsugen per ammirare la danza originale. Grazie a un programma che provvede loro nutrimento durante i rigidi mesi invernali, una colonia di gru della Manciuria che sverna in Giappone vanta ora diverse centinaia di esemplari. È stupendo osservare un gruppo di questi eleganti uccelli bianchi e neri che danzano in modo vivace sulla neve. Jennifer Ackerman, che scrive per National Geographic, per esprimere il suo stato d’animo usa la parola giapponese aware, termine che indica “i sentimenti ispirati da una bellezza struggente ed effimera”. — National Geographic, gennaio 2003, p. 108.
Le gru, che si trovano in tutti i continenti ad eccezione del Sudamerica e dell’Antartide, affascinano l’uomo da molto tempo. Appaiono in pitture rupestri in Africa, Australia e Europa. In Estremo Oriente le gru sono simbolo di lunga vita e felicità e sono uno dei temi preferiti dagli artisti. Forse perché rimangono con lo stesso compagno per tutta la vita, sono anche simbolo di felicità coniugale e spesso le loro immagini ornano i chimono nuziali. Per la loro rarità e bellezza, i coreani hanno dichiarato le gru della Manciuria “monumento naturale”. I giapponesi le hanno raffigurate sulle banconote da 1.000 yen. Già 2.500 anni fa i cinesi inventarono una “danza delle gru bianche”. Forse è questa singolare propensione alla danza che le rende particolarmente care alla gente.
La danza
Tutte le 15 specie di gru danzano, e ci provano persino i piccoli dopo neanche due giorni dalla nascita. “Anche altri gruppi di uccelli danzano”, spiega un libro sugli uccelli, “ma nessuno lo fa in modo così prolungato e . . . così bello dal punto di vista umano”. (Handbook of the Birds of the World) La danza delle gru è molto movimentata e sempre spettacolare, dato che hanno grandi dimensioni e pose eleganti e fanno salti verticali sensazionali con le ali spiegate. La loro danza include di solito “lunghe e complesse sequenze di armoniosi inchini, salti, corse e voli brevi”, aggiunge il libro citato sopra. E come succede fra gli esseri umani, una volta che alcune gru cominciano a danzare, di solito tutto il gruppo decide di unirsi. In Africa alcuni hanno osservato ben 60 coppie di gru coronate danzare insieme in perfetto accordo. Perché le gru danzano? È un modo per muoversi, per comunicare, per fare la corte, per dare l’allarme, o è soltanto un modo per manifestare il loro buon umore? La risposta potrebbe includere uno qualsiasi di questi motivi, o anche tutti. Una cosa è certa: alle gru piace ballare in coppia, cosa che fanno anche nella parata nuziale. Ma anche le gru che non hanno raggiunto l’età della riproduzione danzano, anzi, i giovani sono di solito i ballerini più entusiasti. “Qualunque sia la motivazione, è un piacere osservarle”, conclude il libro già citato.
Categorie: Ornitologia
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