Dignità del silenzio e del dolore. Papa Giovanni Paolo II, nel giorno della Resurrezione, ha evidenziato nella sua immane sofferenza, una volontà ed una determinazione che hanno un qualcosa di sovrannaturale. In questo mondo alla continua ricerca di una dimensione umana, c’ è quel simbolo che da piazza San Pietro riesce a racchiudere in quella benedizione cosmica di “Urbe et orbi”, amore e redenzione. Ed i giorni che stiamo vivendo sono davvero difficili. Lo ha sottolineato anche il cardinale di Napoli, Michele Giordano nella sua tradizionale omelia pasquale. La via del riscatto passa attraverso la sofferenza. E’ stato sempre così. Guai, insomma, a rinunciare a quella forza interna, unico slancio per superare gli ostacoli. Napoli e la Campania, mai come in questo momento, hanno bisogno di questo stimolo per tornare a sperare concretamente. Gli ultimi tempi sono stati segnati da una barbarie senza precedenti. Basti pensare alla tremenda guerra di Scampia dove l’orrore della mattanza ha eguagliato quello del fondamentalismo islamico. E soltanto la decisiva risposta dello Stato ha fatto sì che le “cupole” fossero decapitate e che la faida tra i clan subisse uno stop decisivo.
C’ è stato un clima diverso in queste festività pasquali. La gente ha preferito non allontanarsi da casa, vivendo, nella maggior parte dei casi, momenti di tranquillità familiare. Inversione di tendenza? Chissà. Certo, visitando luoghi come Pietrelcina, Pompei, Madonna dell’Arco, Montevergine, Oliveto Citra ci si rende conto che il turismo religioso, nella maggior parte, rappresenta una strenua ricerca dell’essenza umana. Questi luoghi, a differenza di altri più rinomati, hanno fatto registrare il pienone. Fedeli che con umiltà e dignità hanno raggiunto il luogo natio di Padre Pio e quelli del culto mariano per ritrovare un “qualcosa” smarrito tra ambiguità ed egoismi.
“Insieme contro il dolore” ha evidenziato il cardinale Giordano. In questa insolita Napoli pasquale dove le nuove povertà, la disoccupazione, lo sviluppo sono emergenze quotidiane si è respirata un’aria diversa. Tra i “balocchi e profumi”delle manifestazioni d’arte e tra i flussi turistici da “mordi e fuggi” c’è stato chi non ha dimenticato gli emarginati portando loro quella solidarietà concreta che rinuncia alla passerella delle immagini televisive. E, così, le associazioni di volontariato hanno fatto volare una “colomba” ed offerto un sorriso a coloro che hanno la strada per letto e il cielo come coperta. Siamo lontani anni luce, insomma, da quella sinistra che strombazza in chiave strumentale l’elargizione del “reddito di cittadinanza” per trarne benefici elettorali imminenti. In un dibattito televisivo dove si sarebbe dovuto discutere di cultura, ho avuto un vivace scambio di battute con un candidato diessino che, a mo’ di soliloquio, identificava la cultura in questa elargizione che, a mio parere, resta un puro intervento assistenziale. Briciole che non sfamano. Soltanto sviluppo ed occupazione duratura riescono a conferire agli esseri umani quella dignità che è alla base della crescita dello spirito e del corpo. Lo ha ribadito a più riprese papa Wojtyla nel corso di questi anni. Chi non ha vissuto il dramma della disoccupazione, e chi scrive l’ha sperimentato sulla propria pelle, difficilmente riesce a comprendere situazioni del genere.


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