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REFERENDUM TRIVELLE, I VOLONTARI DI GREENPEACE IN KAYAKPER IL SI
NAPOLI, 10.04.2016 – Questa mattina, presso la “Baia delle rocce verdi” ,a Posillipo, il Gruppo Locale Napoletano di Greenpeace insieme al Comitato Referendario Napoli – No Triv, hanno esposto dei banner dove si poteva leggereun chiaro invito al voto refendario del 17 aprile, perché la minaccia petrolifera riguarda tutti gli italiani.Il 17 aprile avremo la possibilità di fermare le piattaforme più vicine alle nostre coste. È una data in cui si potrà democraticamente smentire l’indirizzo energetico del governo, che da due anni a questa parte ha individuato nelle misere riserve nazionali di gas e petrolio l’unico orizzonte di sviluppo energetico per il Paese. Si tratta dello stesso governo che, mentre prometteva nuova occupazione grazie alle trivellazioni, penalizzava fortemente il settore delle energie rinnovabili, che ha perso negli ultimi mesi decine di migliaia di posti di lavoro.Greenpeace invita tutti i cittadini italiani a votare Sì al referendum del prossimo 17 aprile, per fermare le trivelle e favorire la transizione verso le energie rinnovabili. Contatti: Francesca Zazzera Coordinatrice Gruppo Locale di Napoli Cell: +39 3381165647 e.mail: gl.Napoli.it@greenpeace.org
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NAPOLI, 09.04.2016 – REFERENDUM TRIVELLE, VOLONTARI DI GREENPEACE MOBILITATI ANCHE A NAPOLI PER L’INIZIATIVA “1000 PIAZZE, UN MARE DI SÌ” Anche il gruppo locale Napoletano di Greenpeace partecipa al weekend di mobilitazione nazionale “1000 piazze, un mare di Sì” per sensibilizzare i cittadini italiani sul referendum del prossimo 17 aprile. L’iniziativa è promossa dal Comitato Vota sì per fermare le trivelle, a cui aderisce anche Greenpeace. Per far conoscere agli italiani l’importanza di questo appuntamento referendario sono stati organizzati in tutta Italia centinaia di iniziative: flash mob, piazze tematiche, attività di volantinaggio, biciclettate, catene umane, concerti e feste in piazza.
A Piazza Municipio i volontari di Greenpeace hanno organizzato una pedalata intitolata ”A Napoli SÌ pedala, non SÌ trivella!”. Durante il weekend molti cittadini di Napoli potranno inoltre trovare nella cassetta della posta un invito di Matteo Renzi a votare Sì al referendum del 17 aprile. Si tratta di un finto volantino elettorale distribuito dai volontari di Greenpeace per ricordare al premier l’impegno preso appena due anni fa: portare le rinnovabili al 50% e rivoluzionare il sistema energetico italiano. Secondo Greenpeace, se Renzi avesse a cuore la coerenza oggi avrebbe certamente inviato agli italiani un volantino molto simile per chiedere agli elettori di votare Sì per rottamare le trivelle, dire addio ai combustibili fossili e promuovere le rinnovabili.«Il 17 aprile votando Sì tutti noi fare almeno tre cose: liberare i tratti di mare più vicini alle coste da impianti vecchi, inquinanti e improduttivi; smentire l’indirizzo energetico del governo, tutto basato sulle fonti fossili a discapito del clima, della sostenibilità e del lavoro che già oggi potrebbe essere garantito da rinnovabili ed efficienza energetica; dire chiaramente che non accettiamo una politica succube delle lobby energetiche, in cui il profitto di pochi è anteposto ai diritti di tutti. Il 17 aprile cambiamo energia all’Italia, con un mare di Sì», dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.
Contatti: Francesca Zazzera Coordinatrice Gruppo Locale di Napoli Cell: +39 3381165647
e.mail: gl.Napoli.it@greenpeace.org
Andrea Boraschi, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, Cell: +39 345.7491523
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6 aprile 2016 – Spett.le Redazione,siamo i volontari del gruppo locale di Greenpeace di Napoli e le scriviamo per invitarla il giorno 9/4/2016 alla pedalata “A Napoli SI’ pedala, non SI’ trivella”.
L’attività è a supporto della campagna referendaria di Greenpeace e si svolgerà a Napoli con partenza alle ore 16,00 da Piazza Municipio e terminerà presso la sede del Neapolitan Bike Festival, Mostra d’Oltremare Il giorno dell’attività le invieremo un comunicato stampa e alcune foto dell’evento.
Per ulteriori informazioni: Francesca Zazzera 3381165647
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Ricevi questa mail dal Gruppo Locale di Greenpeace vico Maffei 4, Napoli CO 80138 Italy
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19.03.16 – FLASH MOB DI GREENPEACE A NAPOLI E IN ALTRE 21 CITTÀ DI TUTTA ITALIA: “OIL MEN” CONTRO LE TRIVELLE. ROMA, – Oggi a Napoli in altre 21 città di tutta Italia gli “oil men” di Greenpeace sono entrati in azione per invitare gli italiani al partecipare al referendum sulle trivellazioni offshore del prossimo 17 aprile, quando si potrà democraticamente giudicare la strategia energetica del governo ed esprimersi per la tutela dei nostri mari e del futuro dell’Italia intera. In via Toledo i volontari di Greenpeace, vestiti di nero e con mani e volto sporchi di una sostanza oleosa simile al petrolio, hanno animato un flash mob per richiamare l’attenzione la cittadinanza sul referendum. Sullo striscione si poteva leggere un chiaro invito al voto del 17 aprile, perché la minaccia petrolifera riguarda tutti gli italiani. Indossare il “nero petrolio” è stato un modo per far capire ai cittadini la vera posta in gioco al referendum del 17 aprile: il no alle trivelle è anche un no alla politica energetica del governo fondata sulle vecchie e sporche fonti fossili. Il petrolio è un inquinante capace di entrare nella catena alimentare e risalire fino alle nostre bocche. Con una media di 38 milligrammi per metro cubo, il Mediterraneo è il mare più inquinato dagli idrocarburi al mondo. «Il 17 aprile gli italiani hanno la possibilità di fermare le piattaforme più vicine alle nostre coste. Producono solo il 3% del gas di cui l’Italia ha bisogno, e lo 0,8 per cento del nostro consumo annuo di petrolio, ma lo fanno inquinando, e molto. Come dimostra il rapporto “Trivelle Fuorilegge” di Greenpeace, che evidenzia concentrazioni preoccupanti di sostanze tossiche e cancerogene nei fondali vicini alle piattaforme e nelle cozze che ci crescono sopra», ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. Lo scorso luglio Greenpeace ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, tramite istanza pubblica di accesso agli atti, i dati di monitoraggio delle piattaforme presenti nei mari italiani. Il Ministero ha risposto fornendo soltanto i dati di monitoraggio relativi al triennio 2012-2014 di 34 impianti dislocati davanti alle coste di Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Sulle altre piattaforme operanti lungo le nostre coste, un centinaio, o non ci sono monitoraggi o i dati restano “secretati”: in entrambi i casi si tratta di una prospettiva inquietante. I dati che il Ministero ha consegnato a Greenpeace (raccolti da ISPRA e di proprietà di ENI, gestore delle piattaforme monitorate) mostrano una contaminazione ben oltre i limiti di legge per le acque costiere per almeno una sostanza chimica pericolosa nei tre quarti dei sedimenti marini vicini alle piattaforme. I parametri ambientali eccedono i limiti per almeno due sostanze nel 67% dei campioni analizzati nel 2012, nel 71% nel 2013 e nel 67% nel 2014. Anche nelle cozze la presenza di sostanze inquinanti ha mostrato evidenti criticità. Nei sedimenti raccolti in prossimità delle piattaforme e nei tessuti dei mitili raccolti sui piloni di questi impianti si trovano metalli pesanti e idrocarburi, sostanze tossiche e in alcuni casi cancerogene, in concentrazioni talvolta abnormi, paragonabili a quelle che si riscontrano in ambienti contaminati da grandi sversamenti di greggio, come nel disastro della petroliera Prestige in Galizia.
Secondo Greenpeace, il voto del 17 aprile ha un portata politica più ampia del merito tecnico del quesito referendario. È una data in cui si potrà democraticamente smentire l’indirizzo energetico del governo, che da due anni a questa parte ha individuato nelle misere riserve nazionali di gas e petrolio l’unico orizzonte di sviluppo energetico per il Paese. Si tratta dello stesso governo che, mentre prometteva nuova occupazione grazie alle trivellazioni, penalizzava fortemente il settore delle energie rinnovabili, che ha perso negli ultimi mesi decine di migliaia di posti di lavoro. Greenpeace invita tutti i cittadini italiani a votare Sì al referendum del prossimo 17 aprile, per fermare le trivelle e favorire la transizione verso le energie rinnovabili.
Contatti: Francesca Zazzera Coordinatrice Gruppo Locale di Napoli Cell: +39 3381165647
e.mail: gl.Napoli.it@greenpeace.org
Andrea Boraschi,responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, Cell: +39 345.7491523
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17 marzo 2016 – Spett.le Redazione,siamo i volontari del gruppo locale napoletano di Greenpeace e vi scriviamo per invitarvi ad assistere a un flashmob che organizzeremo per sensibilizzare i cittadini sul referendum del prossimo 17 aprile, con cui saremo chiamati a esprimerci sulle trivellazioni nei mari italiani.Secondo Greenpeace le trivelle sono incompatibili con la bellezza del nostro Paese, l’unico vero petrolio dell’Italia, e per questo invitiamo tutti gli italiani a fermare le trivelle votando Sì al referendum.La nostra attività di sensibilizzazione si svolgerà in via Toledo sabato 19 marzo alle ore 10.00.Terminata l’attività, vi invieremo un comunicato stampa e alcune foto dell’evento.
Per ulteriori informazioni:Francesca Zazzera Coordinatrice Gruppo Locale di Napoli Cell: +39 3381165647
e.mail: gl.Napoli.it@greenpeace.org Greenpeace Gruppo Locale di Napoli [gl.napoli.it@greenpeace.org]
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5 marzo 2016 – MOBILITAZIONE DI GREENPEACE A NAPOLI E IN ALTRE 24 CITTÀ ITALIANE: “TRIVELLARE IL PAESE MINACCIA LA NOSTRA IDENTITÀ” Roma, 05.03.16 – Oggi i volontari di Greenpeace sono entrati in azione in 25 città di tutta Italia, tra cui Napoli, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul referendum del 17 aprile, quando gli italiani saranno chiamati a esprimersi sulle trivellazioni in mare.
Oltre a informare i cittadini in via toledo, i volontari di Greenpeace hanno fatto un blitz a Castel dell’ovo mostrando un’immagine “petrolizzata” e surreale di uno dei luoghi più iconici e famosi della città per diffondere un chiaro messaggio: “L’Italia non si trivella”, come recita il titolo stesso della campagna dell’associazione ambientalista. Le immagini dell’Italia sporcata dal petrolio – realizzate grazie al contributo del digital artist Olmo Amato – sono una provocazione con la quale Greenpeace intende mostrare l’incompatibilità tra la nostra identità e la nostra cultura e la strategia energetica del governo. L’idea di mostrare un volto sfigurato dei monumenti delle nostre città serve anche a chiarire che in gioco non ci sono “solo” il mare e le comunità costiere: la minaccia riguarda tutti gli italiani, anche quelli che vivono nei centri urbani lontani dalle coste. Le trivelle sono incompatibili con la bellezza del nostro Paese, che rappresenta l’unico vero petrolio dell’Italia.
«Chiediamo a ogni italiano di partecipare al referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile. È un appuntamento che riguarda il Paese nella sua interezza, non solo alcuni territori»,dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. «In ballo ci sono questioni della massima importanza per tutti: il futuro del nostro sistema energetico; la scarsissima occupazione che potrebbe venire dalle trivelle contro l’enorme perdita di posti di lavoro che potrebbero subire il turismo e la pesca; le nostre finanze pubbliche, giacché ai petrolieri si continuano a garantire privilegi sconosciuti a ogni altro cittadino; la qualità dell’aria delle nostre città e la speranza di liberarci dallo smog delle automobili. Il 17 aprile possiamo scegliere che Paese vogliamo diventare: ostaggio delle lobby fossili o una comunità vitale che guarda al futuro e alle energie pulite», conclude Boraschi. Greenpeace invita tutti gli italiani, il prossimo 17 aprile, a fermare le trivelle votando Sì al referendum.Leggi la petizione di Greenpeace: http://bit.ly/Cs2StopTrivelle
Contatti: Francesca Zazzera Coordinatrice Gruppo Locale di Napoli Cell: +39 3381165647
e.mail: gl.Napoli.it@greenpeace.org Andrea Boraschi, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, 345.7491523
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Spett.le Redazione,siamo i Volontari del Gruppo Locale di Napoli di Greenpeace e le Scriviamo per invitarvi ad assistere ad Una Nostra Attività di sensibilizzazione in vista del referendum del 17 aprile, con cui gli italiani Saranno Chiamati ad esprimersi Sulle trivellazioni nei mari italiani.
Secondo Greenpeace le trivelle Sono incompatibili con la bellezza del Nostro Paese, l’unico vero petrolio dell’Italia, e per questo invitiamo Tutti gli italiani un Fermare le trivelle votando Sì al referendum. La nostra Attività di sensibilizzazione si svolgerà Presso Castel dell’ovo sabato 5 marzo alle ore 09.30 Terminata l’Attività, vi invieremo un comunicato stampa e alcune foto dell’Evento.
Per ulteriori informazioni:Francesca Zazzera Coordinatrice Gruppo Locale di Napoli Cell: +39 3381165647
e.mail: gl.Napoli.it@greenpeace.org
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6 febbraio 2016 – GREENPEACE: A ATENA LUCANA(SA) IN MONTAGNA MASCHERATI PER DIRE NO ALLE SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE NEI PRODOTTI OUTDOOR Napoli, 07.02.16 – Dalle località sciistiche ai parchi urbani, dai boschi ai monti di tutta Italia, gli amanti della natura insieme agli attivisti di Greenpeace hanno deciso di vestirsi in maniera inconsueta – sfruttando l’ultimo fine settimana di Carnevale – per protestare contro la presenza di sostanze chimiche pericolose e persistenti, dannose per la salute e l’ambiente, nei prodotti dei maggiori marchi del settore outdoor. Anche i volontari dei gruppi locali di Greenpeace di Napoli e Salerno hanno partecipato a questa protesta globale, che si é tenuta in questi giorni in forme diverse in 19 Paesi del mondo dall’Australia alla Cina, dalla Germania alla Slovenia, recandosi nella Falesia di Atena Lucana (SA). Nel rapporto “Tracce nascoste nell’outdoor”, pubblicato qualche settimana fa da Greenpeace, emerge come The North Face, Patagonia, Mammut, Salewa e Columbia (solo per citare alcuni marchi presi in esame) continuino a usare PFC per impermeabilizzare i loro prodotti nonostante si dichiarino a parole sostenibili e amanti della natura. I PFC sono composti chimici che non esistono in natura e, una volta immessi nell’ambiente, possono diffondersi ovunque inquinando anche le aree più remote del Pianeta accumulandosi nei tessuti degli animali e persino nel sangue umano. Queste sostanze possono causare seri danni al sistema riproduttivo e ormonale, oltre ad essere collegati a numerose malattie gravi come il cancro. “Piuttosto che andare in montagna con abbigliamento contenente PFC, abbiamo deciso di vestirci in modo insolito per far riflettere gli appassionati di montagna e sport all’aria aperta ma anche i marchi più popolari del settore sulla necessità di non usare sostanze pericolose” afferma Giuseppe Ungherese, campagna inquinamento di Greenpeace Italia. Greenpeace ha analizzato 40 prodotti, votati nei mesi scorsi dagli appassionati di tutto il mondo sul sito web dedicato, trovando PFC non solo nell’abbigliamento, ma anche in scarpe, tende, zaini, corde e perfino sacchi a pelo. Solo in 4 prodotti (il 10% quindi) non sono stati rilevati PFC, dimostrazione del fatto che solo poche aziende si stanno muovendo nella direzione giusta. Tuttavia questo risultato, ancora limitato a pochi prodotti, indica che é possibile produrre abbigliamento impermeabile non utilizzando sostanze chimiche così pericolose. “É paradossale che quando indossiamo l’abbigliamento per le nostre attività in mezzo alla natura contribuiamo a contaminarla con sostanze pericolose. Con la protesta di oggi gli appassionati dell’outdoor chiedono con forza ai loro marchi preferiti di invertire la rotta e scegliere alternative più sicure. Aziende leader del mercato come The North Face devono smettere subito di inquinare consapevolmente l’ambiente ed eliminare tutte le sostanze tossiche” conclude Ungherese. Leggi il rapporto “Tracce nascoste nell’outdoor”: http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2016/Detox/Tracce-nascoste.pdf
Contatti: Francesca Zazzera Cell: +39 3381165647
Coordinatrice Gruppo Locale di Napoli e.mail: gl.Napoli.it@greenpeace.org


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