Il pianeta di Laura Caico: Le autostrade del mare, soluzione all’avanguardia per l’ambiente
Quando arriva il periodo “bollente” delle vacanze, ci si trova sempre più spesso a confronto con l’inadeguatezza della nostra rete di viabilità ordinaria, impossibilitata a contenere il forte afflusso autostradale, che provoca continuamente incidenti, imputabili sia alla velocità e alle condizioni di guida che alla presenza di carichi pesanti. Oltre al problema dell’incolumità dei viaggiatori, un altro aspetto a cui occorre provvedere è l’aumento dell’inquinamento atmosferico – dovuto al moltiplicarsi delle emissioni di gas nocivi – che permane, oltre l’estate, nell’intero arco annuale e che costituisce uno dei punti focali delle proteste degli ambientalisti. L’argomento trasporti è un punto assolutamente non trascurabile del passaggio di merci e viaggiatori attraverso i continenti: lo attesta la quantità di problematiche nascenti in seguito all’incremento delle attività umane – sempre inquinanti in varia misura – e al volume di spostamenti che esse richiedono sulla superficie terracquea del pianeta. Le strade rotabili hanno da tempo dimostrato i loro limiti, riscontrabili, appunto, nella saturazione del traffico e nel grado di inquinamento non più sostenibile, causato dalle emissioni di idrocarburi, che permangono nell’aria depositandosi nelle campagne, rendendo tossici i prodotti agricoli e le carni da allevamento, nonchè i manufatti caseari: una realtà di cui bisogna essere responsabilmente consapevoli e a cui vanno trovati dei rimedi alternativi, data l’impossibilità di fermare i movimenti umani, in piena espansione.Fra le possibili soluzioni in merito a quest’argomento, si va affermando con crescente approvazione l’alternativa delle “autostrade del mare”, che riesce a ridurre la presenza di automezzi e carichi pesanti sulle strade con percentuali impensabili fino a poco tempo fa, salvaguardando anche la sicurezza di chi viaggia privatamente: le statistiche riportano, infatti, un calo delle percentuali di tossicità e una drastica riduzione di rallentamenti, ritardi e incidenti autostradali, riconducibile anche al diminuito carico di mezzi pesanti che si spostano adesso, preferibilmente, attraverso i traghetti e le navi containers. Le Autostrade del Mare sono un concetto promosso dalla Commissione Europea, la cui vicepresidente Loyola De Palacio ha più volte ribadito che “lo short sea shipping è un fabbisogno ineludibile per tutta l’Europa e come tale va ulteriormente favorito con qualche azione di supporto mirata”: il funzionario europeo ha anche sottolineato che “ a Bruxelles abbiamo dato tanti incentivi per promuovere lo short sea shipping ma finora se n’è soprattutto parlato, pochi sono passati all’azione; senza l’iniziativa coraggiosa di imprenditori come Grimaldi, finora le Autostrade del Mare sarebbero solo un progetto sulla carta”.L’unico esempio europeo di “autostrade del mare” già anticipato e realizzato nella pratica quotidiana è, infatti, quello di un’azienda del Sud Italia, la Grimaldi Ferries che sta investendo considerevoli capitali nell’aggiornamento della propria flotta con l’acquisto di navi – costruite su ordinazione – destinate a delle tratte per certi versi fortemente competitive, anche per il profilo ro/pax, misto passeggeri e merci, con i nuovissimi traghetti Eurostar.Già leader del settore trasporti marittimi di carichi rotabili (1° al mondo), il Gruppo Grimaldi ha attuato un sistema integrato di trasporto intermodale fondato sullo Short Sea Shipping, che copre l’area del Mediterraneo e il Nord Europa, con un programma di servizio davvero utile per l’Unione Europea: l’Euro- Med Network comprende tanto servizi di linea come Euro-Med, Euro-Shuttle, Adriatico, Mediterranean Short Sea Network, East-West Med Service, East-Med Feeder Service, quanto una rete di società di logistica e di terminal portuali.Gli approdi della società napoletana sono dislocati in tutta la penisola da Salerno a Livorno, da Civitavecchia ad Ancona e a Palermo e in Europa da Barcellona a Valencia, da Setubal in Portogallo e Cork in Irlanda ad Anversa in Belgio e Esbjerg in Danimarca; anche il fronte medio-orientale è ben rappresentato grazie ai terminal portuali di Tartous in Siria e Mersin in Turchia ai quali arriva il traffico dal Nord Europa e dall’Adriatico. Il corridoio adriatico, realizzato da Grimaldi con l’utilizzo di due navi, raggiunge Grecia, Egitto, Turchia, Israele, mentre Monfalcone diventa la porta verso i Paesi dell’Est, senza intaccare l’ambiente da cui partono e arrivano i carichi, le merci e i passeggeri. Attualmente il gruppo Grimaldi Napoli è il primo gruppo roll on/roll off in Europa e il quinto nel mondo: in ambito nazionale è il primo operatore assoluto per il trasporto di veicoli e container, con 1,5 milioni fra auto, caravan, camion, tir, 400.000 contenitori e migliaia di tonnellate di altri carichi pallettizzati.I porti, nell’odierna configurazione, rappresentano un anello basilare nella catena logistica associata ai trasporti regolari di linea, fattore indispensabile per l’afflusso di nuovi investimenti e traffici che valorizzino le regioni senza penalizzarne l’effettiva vivibilità per i residenti, aumentino l’indotto produttivo che gira intorno allo shipping e all’attività portuale senza danneggiare l’ambiente, incrementino l’uso della forza lavoro, creando occupazione: si rende necessario, adesso più che mai, prevedere i bisogni nascenti di un’economia globalizzata, che esige tempi ravvicinati di trasporto e sempre maggiori servizi accessori ma che non può e non deve procedere a scapito della qualità della vita, ignorando le più elementari norme di protezione delle aree attraversate come accade con i trasporti rotabili. Grande attenzione, quindi, va posta non solo al contenimento dei costi ma anche al mantenimento della dannosità a quote veramente minime: una ricerca che presuppone uno studio attento e un monitoraggio intensivo delle vie marittime e dei vettori che le attraversano, per rendere sempre più agevoli e convenienti i trasporti, più frequenti i rapporti con i partners stranieri, più competitive le tariffe, più leggero il carico delle vie rotabili con enormi benefici per importatori, esportatori, consumatori finali in termini di aria pulita, campagne meno inquinate, velocità, capacità e aree servite. La legge 265/2002 – su iniziativa del Governo – prevede il collegamento fra la concessione di contributi e l’utilizzo di navi destinate al trasporto merci; queste ultime, infatti, potranno caricare veicoli con o senza autista, in modo da stimolare la scelta totale della modalità marittima e la messa in cantiere di navi dedicate, ossigenando le congestionate strade rotabili e restituendo all’ambiente la sua valenza primaria.


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