Il Rapporto Ismea-Qualivita 2021 sulla Dop economy italiana descrive un settore da 16,6 miliardi di euro e riporta l’impatto che questa ha nei territori italiani, ovvero il ritorno economico delle filiere agroalimentari e vitivinicole dei prodotti DOP IGP nelle regioni e nelle province di tutto il Paese. In Campania si contano 55 prodotti DOP IGP e il settore nel suo complesso genera un impatto economico pari a 782 milioni di euro nel 2020 (+3,9% sul 2019) grazie al lavoro di 8.757 operatori. Le prime province per impatto economico sono Caserta (276 mln €) e Napoli (270 mln €), seguite da Salerno (143 mln €), Benevento (63 mln €) e Avellino (30 mln €).
Il comparto Cibo conta 26 filiere che generano un valore alla produzione di 678 milioni di euro nel 2020, per un +5,5% rispetto al 2019. La regione è 3° in Italia per valore economico generato e il comparto coinvolge 4.306 operatori. Le denominazioni che partecipano maggiormente al valore economico in regione sono la Mozzarella di Bufala Campana DOP e la Pasta di Gragnano IGP, seguite dal Limone Costa d’Amalfi IGP, il Pomodoro S. Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP, la Melannurca Campana IGP, il Provolone del Monaco DOP e il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP.
Il comparto Vino conta 29 filiere che generano un valore alla produzione di 103 milioni di euro nel 2020, per un -5,4% rispetto al 2019. La regione è 12° in Italia per valore economico generato e il comparto coinvolge 4.451 operatori. Le denominazioni con il maggiore ritorno economico in regione sono il Benevento IGP, il Sannio DOP, la Falanghina del Sannio DOP e il Greco di Tufo DOP.
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