GIGLIO: LA SCRITTURA MI E’ SCOPPIATA DENTRO AL CUORE
Di Laura Caico
Il suo hobby preferito? Vivere intensamente. Gabriella Maria Giglio, classe 1970, segno zodiacale Gemelli, Wealth Family Director, esperta di finanza con una laurea in Economia e Commercio, ci accoglie bella e sorridente nella sua elegante casa sulle colline di Posillipo, non appena ultimate le fatiche del suo nuovo libro – ancora senza titolo – sequel del fortunato “Un anno di noi”, testo non autobiografico i cui protagonisti hanno i nomi e gli intrecci sentimentali di divi della cinematografia internazionale, inframmezzati da ghiotte citazioni filmografiche e teatrali che testimoniano la grande passione da lei nutrita per i classici del grande schermo e della drammaturgia partenopea: una “corrispondenza d’amorosi sensi” che affonda le sue radici nel film “Gigi”, del 1958, pellicola d’antan, vincitrice di nove Premi Oscar, diretta da Vincente Minnelli, tratta dall’omonimo romanzo di Colette, che racchiude, a grandi linee– tra nomi ed iniziali – un fil rouge riconducibile alla sua famiglia.
“E’ stata la storia del libro a incontrare me – dichiara la scrittrice napoletana – perché ho conosciuto ‘de visu’ una coppia molto innamorata la cui vicenda sentimentale è nata in età adulta, creando una relazione in cui nessuno dei due ha portato il peso di precedenti rapporti amorosi, scegliendo l’amore e abbandonando noie e rancori del passato: la mia frequentazione con vari scrittori come Mauro Giancaspro, Dino Falconio, Maurizio De Giovanni e la bulimica modalità di approcciare i libri che mi contraddistingue hanno fatto il resto, permeando l’humus di sentimenti e passioni che sedimentava in me da tempo immemore.
La canzone di Mina “Mi sei scoppiato dentro al cuore” è stata la scintilla che ha fatto deflagrare il racconto – letteralmente “un amore da film” – intriso di sapori e immagini iconiche della cinematografia, scoppiandomi davvero nella mente e nel cuore. Man mano che si snoda la passione di Sofia e Roberto (nomi chiaramente ispirati alla Loren e al regista Rossellini), altri personaggi che rievocano Mastroianni, Sordi, Totò, Eduardo, Pirandello, popolano di volti, voci e pensieri concreti la trama, arricchita dai colori e dal ritmo di canzoni e spezzoni di film: basata su un fatto reale, la liaison dei protagonisti viene esaltata dalla fantasia e, soprattutto, dalla nostalgia di personaggi che hanno fatto grande il nostro cinema e la nostra letteratura e che hanno dato il via a quest’inaspettata avventura che mi porterà a concludere una trilogia (in cui spiccano temi delicati come l’Eros, le famiglie allargate, i traumi delle crisi matrimoniali e delle separazioni legali ma in cui mancano parole che non mi appartengono come la noia e l’odio) prima di affrontare nuove tematiche”
Quindi sono in cantiere altri libri?
“Sì, spero che entro Natale sia dato alle stampe dall’editore Gianni Di Costanzo di Apeiron il prosieguo del racconto che ho appena ultimato e che sarà ricco di profumi e suggestioni olfattive che accompagnano il lettore lungo l’intero ordito e a cui seguirà una terza parte, conclusiva dell’amore fra Sofia e Roberto; ma già altri accadimenti mi chiamano a fermare sulla pagina frammenti di emozioni e pensieri che mi si agitano dentro. Io visualizzo ormai altri percorsi narrativi e mi auguro di avere ancora al mio fianco sia le ‘fate madrine’ venutemi in soccorso per la mia “opera prima” che un mio fraterno amico – adombrato nel nome di Anacleto, gufo di Mago Merlino – nonchè la famiglia Mirra del Teatro Diana che ha ospitato il mio debutto nazionale e i cui consigli sono stati fondamentali. Proprio loro – che hanno battezzato il mio esordio – si ritroveranno nelle mie pagine, riconoscendosi nella figura dell’impresario Mirra e lo stesso accadrà a scrittori come Maurizio de Giovanni e Antonio Manzini, presenti nel testo con la loro identità.”
Lei nel 2016 ha costituito la Fondazione “Enzo e Lia Giglio”; quali sono i suoi obiettivi?
“La Fondazione, intitolata ai miei genitori, è un collettore di energie comuni a favore di orfani, minori abbandonati e malati che non hanno nessun familiare alle spalle: sostiene, ad esempio, con iniziative di vario genere, campagne crowfunding e supporto economico, la “casa di Matteo” una casa di accoglienza che si occupa del benessere dei bambini più sfortunati in stato di affido o adozione, basata su un progetto speciale dell’Associazione A Ruota Libera”.
Nel tempo libero di che si occupa?
“Ho la passione dello spettacolo, per cui amo andare a cinema e a teatro; cerco poi di dare il mio contributo alle attività di Club service, come il Rotary e il Club Inner Wheel di Napoli Luisa Bruni di cui sono stata Presidente dal 2014 al 2016, con iniziative a favore della città e dei cittadini. Curo delle rubriche di Galateo per la rivista “Agorá” e mi dedico all’arte culinaria”.
Quali sono i suoi cavalli di battaglia ai fornelli?
“Amo la cucina super tradizionale, per cui preparo il ragù secondo le regole, facendolo pippiare 8 ore su 2 giorni (e lo racconto nel libro), la genovese, la minestra maritata, le spaghettate con il sugo alla bolognese: inoltre, poichè ho vissuto 10 anni in Francia mentre studiavo, ho acquisito una vera inclinazione per quiches, soufflè, mousse e bavaresi che sforno in continuazione, sposando le due tradizioni.” Pratica qualche sport?
“Sì, vado regolarmente in piscina al Cus la mattina presto, con qualsiasi tempo per fare le mie sessioni di nuoto e acquagym; inoltre, per divertimento e per mantenermi in forma, ho imparato anche la danza del ventre. E’ rimasto memorabile un onomastico di mio marito Paolo in cui, davanti a 70 amici stupefatti, mi sono esibita per fargli una sorpresa che l’ha lasciato a bocca aperta”.
Qual è il suo sogno nel cassetto?
Il sogno più grande della mia vita, oltre a riavere i miei figli a Napoli – città che deve permettere ai suoi giovani di rimanere qui – è quello di diventare nonna: attualmente i miei tre bellissimi ragazzi Vincenzo Maria, Maria Claudia e Francesco Maria Manieri (a cui abbiamo imposto il nome Maria per sottolineare l’accettazione della vita con gioia, proprio come la Vergine nell’Annunciazione) sono ancora molto giovani e studiano all’estero ma spero che si formino presto una loro famiglia: l’amore per i figli, la famiglia, il mio prossimo, la mia città, è il motore della mia vita, seguito subito dopo dall’amicizia, valori importanti, su cui si fonda il mio equilibrio emotivo. Io ho avuto in dono un’esistenza che non esito a definire fortunata, segnata però dal profondo dolore per la prematura scomparsa del mio adorato papà: così sono legatissima ai miei affetti e quando la lontananza dei figli diventa insostenibile volo a trovarli, per cui trascorro un terzo dell’anno fuori dai confini nazionali, viaggiando tra Stati Uniti e Svizzera per lavoro e per amore. Ma è sempre bello tornare in Italia, a Napoli, a casa, dove ci aspetta la fida Daniela.”
Qual’è il viaggio che ancora non ha mai fatto?
“Vorrei visitare l’India, una terra di immensa spiritualità in cui sono in atto forti contrasti sociali e una grande sfida intellettiva e tecnologica dei cervelli per affermarsi al massimo livello nei più svariati settori del mondo; desidero anche recarmi in Cina nel Mausoleo del primo imperatore Qin a Xi’an la prima capitale dell’Impero Cinese, oggi uno dei più importanti siti archeologici al mondo, per vedere da vicino le statue di migliaia di soldati a grandezza naturale che costituivano l’Esercito di Terracotta, costruito per proteggere la tomba di Qin Shihuang, Primo Imperatore della Cina e per accompagnarlo nel suo viaggio ultraterreno” .
Cosa ne pensa della sua città?
“Napoli è come la donna più bella del mondo che, però, non ha cura di se stessa: è fascinosa, generosa, controversa, ma i suoi pregi sono anche i suoi peggiori difetti come, appunto, la troppa generosità e la mancanza di rigore. Certo, vi sono dei miglioramenti, c’è un fortissimo fermento culturale e la città si schiude finalmente al grande turismo, uscendo dal suo bozzolo: pur non essendo d’accordo con alcune scelte dell’amministrazione pubblica non mi ergo a giudice perché non sono del ramo. Ritengo, però, che ognuno di noi debba svolgere la sua parte con onestà e correttezza, in silenzio, con la consapevolezza che fare il proprio dovere è il cardine su cui poggia la svolta decisiva: il nostro più grande difetto come napoletani, a mio avviso, è stato di non avere mai fatto la rivoluzione come i francesi e di non esserci assunti la responsabilità di cambiare le cose che non vanno, rischiando in prima persona.”
E’ fiera di essere meridionale?
“Certo e penso che il Sud sia stato pesantemente bistrattato in sede dell’Unità d’Italia e che lì vadano ricercate le origini di tante sfavorevoli situazioni odierne: trovo che occorra una maggiore onestà intellettuale per riconoscere che se una parte d’Italia zoppica, neanche il resto può progredire e che il Nord, il Centro, il Sud e le isole siano un unico organismo che non può godere di buona salute se una delle sue parti è in sofferenza”.
nella foto la Giglio con Maurizio De Giovanni.
Orme contadine, il nuovo libro di Pasquale Carlo
“Orme contadine – Storia di resilienza castelvenerese” è il titolo dell’ultimo libro di Pasquale Carlo. L’opera sarà presentata sabato 13 gennaio (alle ore 18) nella cornice dell’Enoteca Comunale di Castelvenere. Insieme all’autore parteciperanno all’incontro: Alessandro Leggi tutto…
0 commenti