Ma quanto vale oggi un “great rating” sul mercato Usa? Sono stati quasi 7.000 i vini che nel 2016 ha conseguito un punteggio tra i 90 e i 100 di Wine Spectator con un prezzo medio di circa 77 dollari a bottiglia
Ma quanto vale oggi un “great rating” sul mercato Usa?
Nell’ultimo numero di febbraio di Wine Spectator c’è un’interessante analisi del magazine rispetto alla loro attività di recensione dei vini relativa all’anno da poco concluso. Un’analisi che da un lato ci fa capire meglio le modalità di rating del noto magazine statunitense e, dall’altro, il possibile impatto sul mercato americano di un giudizio positivo della tuttora più influente critica enologica.
Lo scorso anno Wine Spectator ha recensito ben 18.055 nuovi vini, il 6% in più rispetto l’anno precedente. Per i critici di Wine Spectator si è trattato di un lavoro complesso (lo immaginiamo) ma al tempo stesso affascinante che ha messo in luce un dinamismo impressionante del vino a livello mondiale, come mai registrato in precedenza. Importante che Wine Spectator enfatizzi che mai come oggi siamo in presenza di una “diversità” vitienologica impressionante e che questa non può non condizionare fortemente anche l’approccio alla critica enologica.
Di questi 18.055 vini, solo 228, circa l’1,26% è riuscito a conquistarsi il prestigioso rating tra i 95 e i 100 punti. Ma altri 6.372 vini si sono comunque visti riconoscere punteggi di tutto rilievo e cioè tra i 90 e i 94 punti, mentre altri 9.642 si sono attestati tra gli 85 e gli 89 punti.
Sono numeri che, a nostro parere, evidenziano subito un aspetto rilevante e cioè che ormai la fatidica conquista di punteggi tra i 90 e 94 punti, che fino a pochi anni fa poteva rappresentare un traguardo straordinario ad appannaggio di poche aziende, oggi non può più decretare elementi di “esclusività” (pur, per carità, rimanendo valutazioni molto autorevoli). Se poi, addirittura, scendiamo sotto i 90 punti la “compagnia”, pur di eccellenza, si allarga e diventa pertanto ancor più complesso poter sfruttare come nel passato tali riconoscimenti.
Ma l’analisi di Wine Spectator si allarga anche agli aspetti di mercato e in particolare sul fronte prezzi.
A questo proposito si evidenzia che il prezzo medio tra tutti i vini dai 90 punti in su è stato di 77 dollari. Ma WS specifica che per bere un California Cabernet Sauvignon con punteggio dai 90 punti o più il consumatore ha dovuto sborsare ben 155 dollari in media, mentre per un California Sauvignon Blancs si scende a 35 dollari a bottiglia.
Ma venendo all’Italia, almeno per quanto riguarda le principali regioni vitivinicole, quanto valgono oggi i 90 punti in su di Wine Spectator? Per il Piemonte il prezzo medio è di 82 dollari (quindi di poco sopra la media totale), quasi uguale alla Toscana (81 dollari), ma quasi il doppio rispetto ai vini sopra i 90 punti del nostro Sud Italia (che sono stati circa il 23% dei circa 950 degustati da WS) che si sono fermati ad una media prezzo di 46 dollari.
Per quanto riguarda i nostri principali competitor, la Francia vede crescere i prezzi medi dei suoi vini di Bordeaux e Borgogna sopra i 90 punti. Per i Bordeaux 2013 la media è di 141 dollari, mentre per i Borgogna 2013 (considerata ottima annata pur poco produttiva) si sale a 148 dollari a bottiglia.
I top wine di Spagna registrano invece una media prezzo di 60 dollari. Scendiamo a 53 dollari per i vini sudafricani, mentre Wine Spectator non ci rileva, stranamente, i prezzi medi dei vini top scored di Australia e Nuova Zelanda.
I dati di Wine Spectator, ovviamente, sono solo una piccola indicazione del valore oggi di loro rating sopra i 90 punti. Sarebbe interessante, e lo si può fare solo indagando tra le imprese e gli importatori e distributori, capire quanto oggi incide a “great rating” nel più importante mercato del mondo.
da: Fabio Piccoli WineMeridian Weekly [newsletter@winemeridian.com]


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