Mario Carillo: dal 19 al 24 a Trapani, Kermesse interculturale Cous Cous Fest a San Vito Lo Capo.

Culla di antiche tradizioni, la Trinacria, da sempre luogo ideale d’incontro di diverse culture, ospita nella splendida San Vito Lo Capo, la cittadina sulla costa tirrenica in provincia di Trapani, dal 19 al 24 settembre, la nona edizione del Cous Cous Fest, una manifestazione che unisce in sé suggestioni del palato, i colori e i suoni del Mediterraneo..
San Vito Lo Capo, era un borgo di pescatori, prima dello sviluppo turistico, nella baia tra capo San Vito e la punta di Sòlano, all’estremità della penisola che chiude a ponente il golfo di Castellammare.
L’happening che richiama, nella cittadina balneare con la sabbia corallina, migliaia di aficionado, vedrà impegnati qualificati cuochi provenienti dai Paesi dove il Cous Cous regna sovrano e novelli gastronomi che dovranno esibirsi nella difficile arte di preparare la squisita pietanza portata dagli arabi, poco prima dell’anno Mille.
L’evento dal tema Miti e Riti, ha il merito di riunire intorno ad un tavolo israeliani, palestinesi, cristiani e musulmani. Per la prima volta, saranno chiamati a cimentarsi tra pentole e fornelli anche i giornalisti, presenti alla rassegna e giudicati dagli chef delle delegazioni dei Paesi partecipanti alla gara ufficiale. L’esibizione sarà commentata dai colleghi Federico Quaranta e Nicola Prudente, alias Fede&Tinto, conduttori del programma Rai2 “Decanter”.
In gara otto paesi: Algeria, Costa d’Avorio, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal e Tunisia.
Faranno parte della giuria, presieduta dal giornalista enogastronomo del giornale economico Sole-24 Ore, Davide Paolini, opinion leader, esponenti della cultura e dello spettacolo italiani e stranieri.
Cerimonia d’inaugurazione con il sindaco Giuseppe Peraino, l’assessore al Turismo, sport e spettacolo Paolo Graziano, il presidente della Pro loco, Nini Ravazza, rappresentanti di tutti i Paesi partecipanti al concorso.
Ricco il programma. Nelle varie location, saranno presentati ogni sera: Cous Cous dal mondo; La casa del Cous Cous di San Vito; La casa del Cous Cous trapanese; Dolcemente Sicilia; Cous Cous Live Show, il tutto annaffiato dal buon vino siculo. Previsti incontri con docenti universitari ed esperti sull’alimentazione.
Musica e concerti faranno da sottofondo al meeting di cucina, religione e folklore. Domenica la proclamazione della nazione vincitrice. L’anno scorso la palma d’oro fu assegnata all’Algeria con un piatto di cous cous di orzo biologico a base di carne di manzo e verdure, carote, fagiolini, zucchine, sedano, pomodori e ceci.
Nato come piatto povero, il couscous si può preparare anche con il pesce. La ricetta trapanese prevede, anguille, scorfani, dentici, cernie, mandorle e zafferano.
In voga presso gli imazighen, il popolo delle montagne e delle valli del Nordafrica, il couscous si è diffuso in breve in tutto il mondo. Con i cereali che coltivavano, il frumento, ma soprattutto l’orzo, il miglio e il sorgo, i “berberi” preparavano “pappe” con acqua o latte e con la cottura a vapore ebbe un ulteriore sviluppo, tanto da comparire nei resoconti dei viaggiatori nel Magreb.
Quest’anno ardua la sentenza. Sempre più agguerriti i partecipanti a una rassegna che ha ottenuto la menzione per l’originalità del progetto da parte della Confindustria, il successo riscosso alla Bit di Milano e un articolo in prima pagina su Le Monde. Il corrispondente francese descrive l’atmosfera di “multiculturalità, integrazione e tolleranza, nel “lembo d’Africa in Sicilia”.
Mario Carillo [mcarill@tin.it]


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