Mario Carillo: Il 7 ottobre a Napoli il “ Premio Masaniello” in Piazza Mercato.
(nella foto un dipinto che lo raffigura)

In Piazza Mercato, simbolo della ribellione dei poveri contro i ricchi, cerimonia di consegna dei premi Masaniello. Come, nei tempi andati, dove nello spazio urbano, adiacente la Basilica del Carmine, erano allestiti piccoli palchi per l’esibizione di saltimbanchi e commedianti, sabato 7 ottobre 2006, alle ore 20,30, sarà di scena la consegna della caratteristica statuina, raffigurante il personaggio diventato mito.

Subito dopo seguirà lo spettacolo musicale “Innesto di contemporaneo nella Piazza storica del Carmine”, presentato da Lorenza Licenziati.
Il comitato promotore dell’evento, sotto l’egida del Presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, è presieduto dal consigliere provinciale Luigi Rispoli e da personalità di spicco del mondo culturale, quali l’avvocato Ettore Capuano, i giornalisti Ernesto Filoso, Umberto Franzese, Maresa Galli, Maurizio Liguoro, l’architetto Franco Lista.

Della giuria fanno parte Francesco Bellofatto de Il Denaro, Brunella Chiozzini di Canale 21, Lucia De Cristofaro di Albatros, Pietro Gargano de Il Mattino, Armida Parisi del Roma, Pino Simonetti di Rai-Tv, Gino Giammarino de Il Brigante e Mimmo Carratelli de l’Isola. I nomi dei premiati, top secret fino all’ultimo momento.

Alla manifestazione hanno aderito la Casartigiani; Consorzio Borgo Orefici; Napolimania.

“Scopo del Premio Masaniello al quale seguiranno tre targhe, assegnate a personaggi che si sono distinti nell’arco dell’anno – ha dichiarato Rispoli – è quello di riportare alla ribalta le condizioni di una zona ricca di storia, abbandonata a se stessa da troppi anni”.

L’agorà, centro pulsante di venditori di ogni genere che arrivavano dal circondario, aveva lo spazio dedicato alle esecuzioni delle sentenze. Forca ed altri strumenti di tortura, pronte ad essere usate contro chi osava ribellarsi alle angherie dei potenti. In un angolo le “casse” per la riscossione delle gabelle.

Oggi ad occupare gli stessi spazi sono commercianti di giocattoli, casalinghi e fuochi pirotecnici. La situazione nell’intera zona, dopo cinque secoli non è per niente migliorata, sotto l’aspetto caotico e sanitario. La folla vociante di pescivendoli, ortolani che prima gremiva lo slargo davanti al sagrato, negli anni si è spostata nella vicina Porta Nolana. Un brulicare di bancarelle che occupa per intero la sede stradale, ridotta ad un pantano, alle spalle del Corso Garibaldi, in una situazione peggiore rispetto all’antica Piazza Mercato.

La rivolta di Tommaso Aniello, pescivendolo di professione insieme al genitore, assurto agli onori della cronaca come Masaniello, durò solo dieci giorni. Il 7 luglio del 1647, capeggiati dal mitico personaggio, piccolo di statura, con sottili baffi di carnagione scura, il popolo insorse contro l’aumento del prezzo della frutta e altri abusi. Fu costituito un comitato che s’insediò nella Chiesa del Carmine. Seguirono nove giorni di tumulti. I rivoltosi invasero la reggia, devastarono gli uffici daziari bruciandone i registri, aprirono le carceri. Nobili e borghesi costretti a rinchiudersi nelle proprie case. Le tesi sulla morte del capopopolo sono discordanti. Alcuni sostengono che inebriato dal potere ordinò provvedimenti ed esecuzioni arbitrarie, inimicandosi affiliati e notabili. Il 16 giugno, festa del Carmine il “Capitano generale del fedelissimo popolo” con un sotterfugio fu attirato dai suoi stessi compagni in Chiesa e ucciso con cinque colpi di archibugi. La sua testa portata in giro per la città come trofeo e data in pasto ai cani. Altri sostengono che a fare uccidere Masaniello fu Giulio Genoino, un letterato, impegnato da tempo contro la borghesia, lo stesso che lo aveva usato per capeggiare la rivolta. Al popolo fu fatto credere che a portare a morte il giovane pescivendolo, era stata una forte dose di Roserpina (un potente allucinogeno) bevuta durante una festa. Scoperto l’inganno i suoi seguaci raccolsero i miseri resti e ne disposero solenni funerali con tutti gli onori dovuti ad un generale.

Il premio fa parte di una serie di iniziative che il comitato porta avanti per far scoprire e rivalutare testimonianze di inestimabile valore come la Chiesa del Carmine, la Chiesa di Sant’Eligio con l’orologio, la Chiesa di Santa Maria della Croce, le fontane con i leoni i caratteristici vicoletti, abbandonati dai commercianti dopo il trasferimento al Cis di Nola.
Mario Carillo [mcarill@tin.it]


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