Maurizio Fraissinet: Prima indagine sull’associazionismo
ornitologico amatoriale italiano.

Il professor Fraissinet, vicepresidente Asoim, ha preparato questo studio già pubblicato su Picus – Rivista di Ornitologia 64 (2-2007) 101-107 101.
Per coloro che non lo avessero già letto e sperando di fare cosa gradita, lo pubblichiamo in sei parti nella stessa rubrica nelle date 9, 12, 15, 18, 21, 24 settembre.

1° parte

In occasione del suo ventesimo compleanno,l’Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale ha voluto realizzare un’indagine sull’associazionismo ornitologico amatoriale italiano, approfondendo così la conoscenza del mondo associativo ornitologico nazionale: una realtà ampia e composita, cresciuta rapidamente negli ultimi anni, e che ha contribuito non poco all’evoluzione dell’ornitologia italiana, portandola al raggiungimento di risultati qualitativi e quantitativi che la pongono ormai a livello delle altre realtà ornitologhe europee consolidate.
La definizione “associazionismo ornitologico amatoriale” è volutamente generica perché non è facile una definizione precisa e univoca, in considerazione del fatto che nel panorama associativo si ritrovano sia ornitologi, nel senso letterario del termine, quali sono gli studiosi (spesso per professione) della classe degli uccelli, sia gli appassionati di questi animali che si divertono nella pratica del birdwatching, andando in natura ad osservarli. Il confine
tra queste due categorie è spesso molto labile o addirittura inesistente. Gli ornitologi (nel senso degli studiosi) sono ovviamente degli appassionati che vanno sul campo a fare osservazioni (magari con precisi standard
metodologici) e gli appassionati – i birdwatchers – spesso con le loro osservazioni contribuiscono al progresso delle conoscenze ornitologiche. Una realtà che andrebbe meglio conosciuta al fine di comprenderne la composizione,
l’articolazione territoriale e associativa, le esigenze e le aspirazioni. Una realtà che non si può ignorare perché
è da essa che dipende molto della attuale buona conoscenza della classe degli uccelli nel nostro paese, nonché il futuro della stessa ornitologia, fatto di arruolamento di nuovi appassionati, della presenza costante
di osservatori sul territorio anche al fine di salvaguardarlo, della organizzazione di eventi che tengono alto l’interesse culturale, ludico e amatoriale nei confronti della classe degli uccelli. Analizzando tutto quanto esiste in letteratura
– atti di convegni, pubblicazioni di libri (atlanti soprattutto) e di articoli -, ma utilizzando anche il web, si è riusciti a stilare un primo elenco di 53 organizzazioni ornitologiche.
Da questo è stata esclusa la LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli, perché considerata soprattutto un’associazione per la conservazione della natura, ancorché specializzata, i cui soci non sono necessariamente ornitologi.
Sono state escluse, altresì, le associazioni ornitofile, i cui soci in effetti sono più appassionati a questioni inerenti
l’allevamento in cattività di varie specie di uccelli, che non al birdwatching e alla ricerca ornitologica di campo.
Il panorama si è ristretto quindi alle associazioni che si prefiggono lo scopo di aggregare soci accomunati dalla passione per l’ornitologia, di promuoverne le finalità, oltre che, ovviamente, di interessarsi della conservazione della natura. A tali organizzazioni è stato inviato un questionario composto da 21 domande, insieme ad una lettera di accompagnamento.
Sono pervenute 27 risposte, un numero elevato se si considera il fatto che almeno 11 – 12 delle realtà in elenco sono di fatto inesistenti (sigle prive di riferimento giuridico, sigle temporanee per raggruppare un gruppo di ricercatori o di appassionati, associazioni non più operative).
Delle 27 risposte pervenute, 3 si riferiscono a realtà esistite solo per esigenze momentanee di ricerche (è il caso del
Coordinamento Nazionale Rapaci Migratori e del Gruppo STRIX), o sciolte da tempo: è il caso del Gruppo Empolese di Studi Ornitologici (GESO).
E’ possibile pertanto trarre una prima conclusione e fornire un primo dato, anche se comunque approssimativo.
In Italia esisterebbero, tra associazioni locali, regionali e nazionali, 41 realtà associative più o meno organizzate sul piano formale. Di queste, 7, a vario titolo, hanno un interesse esteso all’intero territorio nazionale e aggregano soci distribuiti in varie parti d’Italia: il Centro Italiano Studi Ornitologici (CISO), Euro Bird Net (EBN) Italia,
l’Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti (ALTURA – specializzata in rapaci), il Gruppo Italiano Civetta (GIC – specializzato sulla Civetta), la Società Ornitologica Italiana (SOI), il Centro Italiano Studi Nidi Artificiali (CISNIAR) e il GLICINE (specializzato sulla Cicogna nera). Per quest’ultimo, è necessario specificare
che trattasi di un raggruppamento di studiosi che non dispone di forma associativa.
Tutte le altre sono a distribuzione regionale, in alcuni casi estese a più regioni limitrofe, o provinciali e locali. C’è infine
un caso, quello della Società Italiana per la Ricerca Ornitologica (SIRO), che dichiara interessi di studio in
Lombardia e in Sicilia, che proprio limitrofe non sono.

di Maurizio Fraissinet*
(nella foto)
*Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale – ONLUS

(1. continua nella stessa rubrica nelle date 12, 15, 18, 21, 24 settembre)

Categorie: Ornitologia

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