PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA DELL’ITALIA MERIDIONALE
sezione SAN LUIGI, Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia propone “Incontri con i Protagonisti dell’Arte”
Lunedì 9 marzo h 19.00
“Senza confini”
Michal ROVNER,
Artista Israeliana,
Laurea Honoris Causa dell’Università di Gerusalemme
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CHI E’
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Michal Rovner, artista israeliana di fama internazionale, sarà a Napoli lunedì 9 marzo presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale nell’ambito degli “Incontri con i Protagonisti dell’Arte”.
Non a caso a Napoli, città dell’accoglienza delle diversità culturali e religiose, è stato possibile ospitare un evento che si commenta con pudore per la grandezza dell’artista e per le molteplici relazioni che vi fluiscono intorno.
È considerevole che sia proprio la Facoltà Teologica ad aver reso possibile questa evenienza, grazie al rettore, padre Giuseppe Manca S.I., e all’ideazione e alla conduzione della dott.ssa Monica Coretti.
La Rovner è artista rappresentativa di un’arte che è relazione, capacità di creare ponti fra le religioni, le culture, le diversità.
La sua arte, in principio ha esplorato il superamento del limite, attraverso le foto in volo degli uccelli migratori.
Essi non hanno la percezione dei confini, insieme riescono a percorrere distanze inimmaginabili, le loro grandi ali, che sembrano braccia umane, simboleggiano accoglienza, abbraccio tra le genti.
Quando la Rovner ha rappresentato Israele alla Biennale 2003, il suo padiglione, nonostante il caldo insopportabile, aveva una lunghissima coda d’attesa. Attraverso l’installazione “Time Left” ha catturato l’osservatore dentro le sue visioni.
Procedendo dalla fotografia, da riprese filmiche e trascendendo ogni riferimento, per successive sottrazioni, fino alla essenzializzazione.
Cosicché le sue opere acquistano la capacità di avvolgere, di far diventare parte di essa ciascuna individualità rappresentata e rappresentabile.
La figura umana è colta nella sua universalità concreta di un andare e venire continuo, di un tenersi per mano, di un ritrovarsi per poi perdersi di nuovo, e acquista il significato e il peso del tempo e dell’eternità; il luogo, le persone ritratte, diventano topos di riferimento, luogo di riflessione.
In “Tablets” le pietre, quella delle tavole della legge, della memoria del popolo ebraico, attraversano il tempo come un reperto su cui leggere, in un continuo gioco di sovrapposizione e di sostituzione fra scrittura e persone in movimento, tutte le vite da cui è percorsa. Le “Tablets” sembrano uno scritto di un ritrovato archeologico; il parallelo è con i rotoli di Qumran, con i geroglifici egizi, con i papiri dell’area indiana, con i segni della scrittura orientale, con gli affreschi pompeiani, ma anche con i graffiti sui muri delle nostre città: sono testimonianza di vita.
In “Makom” le pietre raccolte dalle case israelo-palestinesi distrutte, si fanno costitutivamente memoria condivisa.
L’opera non la rappresenta, ma la possiede nell’essere appartenuta a case di vite separate, nell’essere affidata all’opera di artigiani che da quelle stesse vite spezzate provengono mentre l’edificano insieme.
L’arte della Rovner trasfigura così il peso millenario della sua terra dilaniata, ed evoca la possibilità di un attraversamento di mondi, di un’assunzione del limite come prospettiva altra nella quale il dinamismo diviene cifra e condizione di un continuo trapassare le identità, gli spazi, i mondi.
Le sue opere ci dicono con forza che se si ha volontà di lavorare, di vivere, di condividere con l’altro, si può.
“L’anno scorso – spiega la Coretti – siamo partiti con gli Incontri con i Protagonisti dell’arte dalla domanda “Ma l’Arte Può Salvare Napoli?” Oggi diventa sempre più chiaro che l’unico modo per migliorare, per andare avanti, per svettare, è quello di ritornare ad avere la capacità di sognare, che è necessario volare alto, allargando i propri ed altrui orizzonti”.
Gli artisti, i protagonisti dell’arte hanno talvolta questa capacità di “guardare oltre”.
Sin dall’anno scorso, quando sono iniziate le conversazioni con i Protagonisti dell’Arte, ciascun Protagonista si è fatto portatore di una voce e di un mondo diverso, ciascuno di loro ha espresso a livello valoriale delle tematiche su cui noi tutti ed anche la Chiesa possiamo riflettere:
– Spinosa ha parlato di
“contaminazioni” ossia dell’importanza del dialogo tra diversità;
– Jodice di inquietudine come insoddisfazione che genera non immobilismo ma profondità, cura e attenzione verso l’altro;
– Vu Jackober ci ha raccontato della capacità di stupirsi, propria dei fanciulli, ma necessaria agli adulti per poter desiderare di cambiare e raggiungere altre mete;
– D’Ascia ha messo in evidenza la necessità di creare in armonia con gli uomini e l’ambiente, per cercare di portare una “luce naturale” dove sembra ci sia solo buio.
Quest’anno con la Mattioli (primo appuntamento tenutosi il 4 febbraio scorso), abbiamo cercato di capire l’importanza di sfatare i luoghi comuni dell’arte.
Durante la serata del 9 marzo saranno proiettate immagini delle opere della Rovner, sarà una rara occasione per lasciarsi accompagnare e possedere dalle sue straordinarie visioni.
INFO
Per la sua biografia consultare: http://www.aloisianalibri.it/protagonistiarte/index.html
cliccando sul suo nome.
La partecipazione agli Incontri è aperta a tutti.
Per ulteriori informazioni, interviste, richiesta di accredito, invio di materiale mediatico è possibile contattare l’Ufficio Stampa, telefonando o inviando una mail ai recapiti sottostanti.
PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA DELL’ITALIA MERIDIONALE
sezione SAN LUIGI
via Petrarca 115, NAPOLI
Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia
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