NAPOLI Al via la prima edizione di Imbavagliati, il Primo Festival di Giornalismo Civile, domenica 23 agosto alle 18 al Museo Pan di Napoli
Dal 23 al 29 agosto 2015 al Museo Pan di Napoli

28 agosto 2015
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Si conclude “Imbavagliati”: più di mille persone
al Primo Festival Internazionale di Giornalismo Civile
che si è svolto al Museo Pan di Napoli dal 23 al 29 agosto
Realizzato in collaborazione con l’Assessorato
alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli
Con l’alto patrocinio di Amnesty International Italia,
dell’Unicef e dell’Ordine dei Giornalisti della Campania
La mehari di Giancarlo Siani (custodita al Pan di Napoli) e lo slogan “Chi dimentica diventa il colpevole” sono stati i simboli di “Imbavagliati”, il primo Festival Internazionale di Giornalismo Civile, iniziato il 23 agosto, che domani mattina chiuderà i battenti, con un incontro rivolto ai giovani giornalisti al Museo Pan di Napoli. E la città, ma anche il mondo civile, ha dimostrato di non aver dimenticato “abbracciando” idealmente il Festival con grande partecipazione e interesse. Più di 1000 persone hanno assistito agli incontri con i protagonisti della rassegna: giornalisti provenienti da ogni parte del mondo per portare la loro testimonianza di intellettuali che hanno sperimentato il bavaglio della censura e la persecuzione di regimi dittatoriali. Arrivati dal Marocco, dal Messico, dalla Colombia, dal Camerun, dalla Russia, Alì Lmrabet, Jeremías Marquines, Gonzalo Guillén, Jean Claude Mbede Fouda, Oksana Chelysheva, Efraim Medina Reyes, Guido Piccoli e Roberto Saviano (con un video intervento) attraverso incontri, discussioni, interviste, hanno dato voce e impulso alla lotta per la libertà di stampa a cominciare dall’analisi delle difficili realtà sociopolitiche in cui vivono. “Sono contento che nella mia città si organizzi un evento del genere, si è fatto qualcosa che mancava in Italia e non solo”, ha commentato Roberto Saviano nel suo video-intervento. Tema della prima edizione è stato quello delle mafie globalizzate, da confrontare e mettere in relazione il sistema camorra.
“Ringrazio il Comune di Napoli ed in particolare Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo per aver creduto e investito nel festival Imbavagliati, che ha ricevuto una calda accoglienza dalla città e dal pubblico dei napoletani, attenti e partecipi nonostante il periodo vacanziero. Roberto Saviano ha sottolineato l’importanza di far nascere una manifestazione per la libera espressione proprio a Napoli che lui propone come città dell’accoglienza. Il suo invito lo vorremmo rilanciare e fare nostro nella seconda edizione dell’evento che inizieremo a progettare appena chiusa questa prima edizione. Abbiamo avuto ospiti importanti che con umiltà e coraggio continuano ogni giorno a rischiare la vita. E nel nome di chi la vita l’ha persa proprio per non essere imbavagliato, Giancarlo Siani, abbiamo aperto Imbavagliati. Il giornale on line che continueremo a produrre cercherà di dare voce a chi, come il giovane giornalista napoletano, ha qualcosa da dire, ha parole efficaci contro le censure e i regimi che soffocano la libertà di espressione.”; ha commentato l’ideatrice e la direttrice artistica del Festival la giornalista Désirée Klain, prodotto dall’Associazione “Periferie del Mondo-Periferia Immaginaria” per l’Assessorato alla Cultura e il Turismo del Comune di Napoli. Parole sottoscritte dal sindaco di Napoli Luigi De Magistis, che ha tenuto a battesimo l’apertura: ”Una bellissima manifestazione, un segnale molto forte. Napoli difende l’informazione libera, i giornalisti coraggiosi che qui e in tutto il mondo rischiano la vita per parole di libertà e di verità”. Oltre al sindaco i dibattiti hanno visto la partecipazione di Annamaria Palmieri, Assessore all’Istruzione del Comune di Napoli e dell’Assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele.
Il Festival, con l’alto patrocinio di Amnesty International Italia, del Comitato Regionale Campania per l’Unicef Onlus e dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, ha avuto come prologo la prima edizione del “Premio Pimentel Fonseca”, che si è svolta con grande partecipazione di pubblico il 20 agosto al Museo Pan di Napoli. Quest’anno è stata premiata la giornalista russa Oksana Chelysheva, collaboratrice della «Novaya Gazeta» per la quale ha lavorato anche con Anna Politkovskaja. L’evento ha inoltre ospitato personalità di alto profilo artistico e professionale quali il regista Gianmarco Serra, il giornalista Luca Mastrantonio, Paolo Siani e il professore Sergio Marotta. “Imbavagliati” ha, inoltre, prodotto l’omonima mostra fotografica di Stefano Renna, con 50 fotografie di 20 anni di fotogiornalismo sulle vittime e i carnefici della camorra.
L’artista italo-etiope Saba Anglana, accompagnata dai musicisti Cheikh Fall e Fabio Barovero, ha infine chiuso il festival con un partecipatissimo concerto di musica intrisa dei suoni della cultura africana e mediterranea. Il festival, che tornerà il prossimo anno, è un “work in progress” che continuerà con un giornale online – www.imbavagliati.it – coordinato dal caporedattore dell’evento, lo scrittore colombiano Efraim Medina Reyes e il giornalista italiano Pietro Rossi – che continuerà a crescere e ad allargare la cerchia di collaborazioni e l’orizzonte dei campi di indagine.
“Ringrazio di essere stato parte di questo evento – ha concluso Efraim Medina Reyes – che mi ha dato la possibilità di conoscere alcuni aspetti di una realtà complessa e stimolante come la città di Napoli e dall’altra parte penso che Imbavagliati abbia dato l’opportunità a Napoli di conoscere, attraverso queste testimonianze, realtà simili alla sua”.
Media partner Corriere del Mezzogiorno
Info e Contatti:
Désirée Klain (Direttore artistico)
Presidente Associazione Culturale “Periferie del Mondo – Periferia Immaginaria”
Cell: 3454259681 Tel e Fax: 08140325
www.imbavagliati.it
email: info@imbavagliati.it email: desireeklain@gmail.com

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giovedì 27 agosto alle 19
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Ad “Imbavagliati” l’intervento di Jeremías Marquines,
il poeta e giornalista più controverso del Messico
al Museo Pan di Napoli domani (giovedì 27 agosto) alle 19
Realizzato in collaborazione con l’Assessorato
alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli
Con l’alto patrocinio di Amnesty International Italia,
dell’Unicef e dell’Ordine dei Giornalisti della Campania
Sarà Jeremías Marquines, l’intellettuale più critico e controverso in questo momento in Messico il protagonista domani pomeriggio (giovedì 26 agosto) alle ore 19 di “Imbavagliati”, il Primo Festival Internazionale di Giornalismo Civile, in programma al Pan fino al 29 agosto; con il giornalista messicano interverranno lo scrittore e documentarista Gianmarco Serra e Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
Membro del Sistema Nazionale di Creatori e del Consiglio Nazionale per la Cultura e le Arti, Marquines vive a Acapulco, dove esercita un giornalismo duro e critico ed è anche uno dei poeti più importanti del suo paese. È direttore del giornale “Sotto parola” ed è stato minacciato per il suo lavoro investigativo sulla vicenda dei 44 studenti assassinati in Iguala.
Il festival internazionale, ideato e diretto da Désirée Klain e prodotto dall’Associazione “Periferie del Mondo-Periferia Immaginaria”, per l’Assessorato alla Cultura e il Turismo del Comune di Napoli, nell’ambito di “Estate a Napoli”, ha ospitato giornalisti provenienti da difficili realtà sociopolitiche attraverso incontri, discussioni, interviste e un giornale, online in – www.imbavagliati.it, coordinato dal caporedattore dell’evento, lo scrittore colombiano Efraim Medina Reyes e il giornalista italiano Pietro Rossi – che dopo la conclusione dei lavori continuerà a crescere e ad allargare la cerchia di collaborazioni e l’orizzonte dei campi di indagine. Tema della prima edizione è stato quello delle mafie globalizzate, da confrontare e mettere in relazione con quello locale del sistema camorra. Simbolo del festival la mehari di Giancarlo Siani, custodita proprio al Pan.
Domani sera (alle 20.15) sempre al Pan per lo spazio “Terrazza, swing e sabor” la presentazione del libro ”About the ERROR” di Marco Milan. Intervengono Marco Milan, Gianmarco Serra e Efraim Medina Reyes.
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Dottoressa Marilena Passaretti
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MOSTRA SUGLI IMBAVAGLIATI A NAPOLI, MUSEO PAN . Ingresso gratuito
dal 23 al 29 agosto 2015

Il festival Internazionale di Giornalismo Civile Realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli

26 agosto 2015
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In esclusiva per “Imbavagliati” il video intervento di Roberto Saviano
domani 26 agosto 2015 al Museo Pan di Napoli
Con l’alto patrocinio di Amnesty International Italia,
dell’Unicef e dell’Ordine dei Giornalisti della Campania
Sarà un video intervento di Roberto Saviano in esclusiva per “Imbavagliati”, direttamente da New York, che ha voluto essere presente almeno in questa forma alla manifestazione, a contrassegnare la giornata di mercoledì 26 agosto alle 19 al Pan di Napoli. A partire dal suo “contributo” filmato ci sarà una discussione con lo scrittore Efraim Medina Reyes, il sociologo del diritto Sergio e Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
Il festival internazionale, ideato e diretto da Désirée Klain e prodotto dall’Associazione “Periferie del Mondo-Periferia Immaginaria” per “Estate a Napoli” ha ospitato giornalisti provenienti da difficili realtà sociopolitiche attraverso incontri, discussioni, interviste e un giornale, online in – www.imbavagliati.it, coordinato dal caporedattore dell’evento, lo scrittore colombiano Efraim Medina Reyes e il giornalista italiano Pietro Rossi – che dopo la conclusione dei lavori continuerà a crescere e ad allargare la cerchia di collaborazioni e l’orizzonte dei campi di indagine. Tema della prima edizione è stato quello delle mafie globalizzate, da confrontare e mettere in relazione con quello locale del sistema camorra. Simbolo del festival la mehari di Giancarlo Siani, custodita proprio al Pan.
Alle ore 20.15 per Terrazza, swing e sabor la presentazione del romanzo “Quello che ancora non sai del Pesce Ghiaccio” di Efraim Medina Reyes. Intervengono Efraim Medina Reyes, Davide Murri e e Mirella Armiero.
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IMBAVAGLIATI 25 agosto 2015
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Momento storico ieri al Festival Internazionale di Giornalismo Civile
in corso al Museo Pan di Napoli fino al 29 agosto:
per la prima volta una rappresentante del Fronte Polisario
e un giornalista marocchino siedono allo stesso tavolo
Insieme Alì Lmrabet e Fatima Mahfud ieri alla seconda giornata
della manifestazione per la libertà di stampa
Con l’alto patrocinio di Amnesty International Italia,
dell’Unicef e dell’Ordine dei Giornalisti della Campania
Momento storico ad “Imbavagliati”, il Primo Festival Internazionale di Giornalismo Civile realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, in programma a Napoli fino al 29 agosto. Per la prima volta ieri (lunedì 24 agosto) al Pan, un giornalista marocchino e un rappresentante del Fronte Polisario si sono seduti allo stesso tavolo. Alì Lmrabet, fra i “100 eroi dell’informazione” secondo la classifica di Reporters sans Frontières, è stato costretto a non poter esercitare la professione di giornalista in Marocco, proprio per aver denunciato sul quotidiano spagnolo El Mundo che i Sahrawi che vivono nei campi alla periferia della città algerina di Tindouf erano “rifugiati” e non “ostaggi” detenuti contro la loro volontà, come il governo marocchino tende a rivendicare. Fatima Mahfud, è rappresentante del Fronte Polisario in Italia, un movimento politico attivo nel Sahara Occidentale che lotta al fine di attendere la realizzazione della propria autodeterminazione. “È la prima volta che uno dei nostri militanti e un intellettuale marocchino hanno la possibilità di confrontarsi– ha detto Fatima Mahfud – questo è potuto accadere grazie a Imbavagliati”. Nel corso della serata gli interventi dell’assessore all’istruzione del comune di Napoli, Annamaria Palmieri, del giudice Nicola Quatrano e del fotografo Patrizio Esposito.
Intanto arrivano i ringraziamenti di Oksana Chelyscheva, la giornalista russa che ha ricevuto il 20 il “Premio Pimentel Fonseca”, prologo del festival nella sua prima edizione, che ha onorato la memoria della patriota giacobina, oggi ispiratrice di libertà e giustizia nella ricorrenza della sua scomparsa
“Grazie mille Napoli. Grazie mille Luigi de Magistris e Nino Daniele – ha scritto la Chelyscheva nella sua lettera – avete guadagnato il mio rispetto. Sono autenticamente colpita dai racconti sulla vostra personale lotta contro la mafia e sul vostro coraggio. Essere premiata da persone come voi è un onore speciale. Spero di potervi intervistare alla prossima occasione. Il vostro esempio dimostra ciò che è necessario fare per affermare la giustizia. È molto importante che la vostra città renda omaggio al suo proprio passato agendo ora nel presente”.
“La notizia della premiazione – continua la lettera della Chelyscheva – a Napoli è arrivata all’improvviso. Quella mattina di tre settimane fa mi presi il tempo per controllare la mia posta. Ero molto spaventata per aver ricevuto l’ennesima comunicazione di altre notizie tragiche.
La lettera da Napoli mi ha sorpreso in un momento in cui ero molto scoraggiata e senza speranza. Mi informava sulla decisione di riconoscere il mio lavoro conferendomi il premio Eleonora Pimentel Fonseca; è stata una svolta per me, che mi ha aiutata ad uscire da un vicolo cieco. Per questo ho ritenuto particolarmente importante richiedere le motivazioni del premio. Nelle circostanze in cui vivo da lunghi anni, ha un grande significato comprendere se le persone agiscono per cambiare in meglio la vita, per evadere dalla monotonia, per svago o solo per la buona riuscita di un progetto. È veramente molto importante. Specialmente per chi lavora sul temi che riguardano le vite umane intrappolate dalle guerre.
Quello che ho imparato dalle persone che hanno ideato il premio Pimentel Fonseca , mi ha restituito la fiducia nel fatto che le brave persone non sono una minoranza.
Nino Daniele ha decisamente contribuito a cambiare in meglio il suo territorio. Vorrei capire perché la maggior parte dei film italiani sugli intrepidi idealisti che lottano contro la mafia terminano sempre con la loro morte. Forse è dovuto al fatto che la mafia contribuisce generosamente a serial come La Piovra? Chi può dirlo? Ma la vicenda di chi è riuscito a restituire la fiducia nelle istituzioni ai cittadini di Ercolano, a dir la verità è tutta un’altra storia.
Similmente la storia di Luigi de Magistris, con il suo coraggioso passato di magistrato che ha combattuto contro la corruzione e il suo presente di “sindaco di strada”.
La storia di Eleonora Fonseca e il fatto che sia ricordata e celebrata da persone che vivono il contemporaneo è un’altra fonte di grande ispirazione per me. Una persona può fare molto quando gode della fiducia degli altri. Ed è così facile per i potenti, a cominciare da Napoleone che ha stroncato la breve vita della Repubblica napoletana a Putin o ai mercanti di guerra di entrambe le parti del conflitto in Ucraina, distruggere persone come Eleonora o Anna che hanno osato dire la verità.
Questo premio mi da la possibilità di ricordare alla gente i giornalisti che sono stati uccisi e quelli che sono ancora in vita e che devono essere aiutati. Anna Politkovskaya e la sua amica e collega Natasha Estemirova sono state ammazzate perché hanno provato a rivelare la oscena verità sulla Cecenia.
Il premio che ho ricevuto dalla città di Napoli lo dedico a tutte queste persone meravigliose. Ed è particolarmente significativo riceverlo da Napoli, perché questa città ricorda tutte le persone che sono morte nella disperata lotta contro la camorra. Ricordando il passato e riconoscendo il presente possiamo sperare che il futuro non sia necessariamente buio”.
Il Festival continua oggi con
“l’imbavagliato” Gonzalo Guillén, giornalista e ricercatore colombiano costretto all’esilio dopo aver ricevuto gravi minacce. Intervengono inoltre l’assessore alla Cultura e al Turismo del comune di Napoli Nino Daniele e lo scrittore Guido Piccoli. Chiude la giornata la presentazione del libro “Sansur: Censura”. Giornalismo in Turchia di Marco Cesario. Domani, 26 agosto, in esclusiva per il Primo Festival Internazionale di Giornalismo Civile il video intervento da New York di Roberto Saviano. Protagonisti della giornata, insieme al giornalista italiano, l’assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele, il professore Sergio Marotta e lo scrittore colombiano Efraim Medina Reyes.
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Dottoressa Marilena Passaretti
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24 agosto 2015
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Alì Lmrabet, Jeremías Marquines, Gonzalo Guillén, Efraim Medina Reyes e Guido Piccoli: i protagonisti di
“Imbavagliati”, il Primo Festival di Giornalismo Civile
In programma al Museo Pan dal 23 al 29 agosto 2015
esprimono la loro solidarietà ad Alessio Viscardi,il giornalista italiano aggredito e minacciato
mentre girava un servizio sui funerali del boss Casamonica
Nei loro paesi hanno sperimentato il bavaglio della censura e la persecuzione di regimi dittatoriali ma nonostante questo hanno messo in pericolo la loro vita per poter parlare, raccontare, denunciare. Per questo motivo ha un alto valore simbolico la solidarietà di Alì Lmrabet, Jeremías Marquines, Gonzalo Guillén, Efraim Medina Reyes, Guido Piccoli e con loro la direttrice artistica Désirée Klain, protagonisti di “Imbavagliati”, il primo Festival di Gionalismo Civile, in programma al Muse Pan di Napoli fino al 29 agosto, ad Alessio Viscardi, giornalista di Fanpage, aggredito e minacciato all’eliporto di Terzigno sabato 22 agosto mentre girava un servizio sui funerali del boss Casamonica. Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris aveva espresso per primo la sua vicinanza al giornalista, ieri sera al Pan (giovedì 23 agosto) durante l’affollata apertura della manifestazione per la libertà di stampa, con la mostra fotografica di Stefano Renna.“Non è ammissibile che un giornalista – aveva detto il sindaco – venga minacciato di morte. Ad essere minacciata è anche l’indignazione necessaria affinché un giorno questo Paese sia scevro da mafie e da ostentazioni di modalità di tipo mafioso. Ad Alessio Viscardi la solidarietà della Città di Napoli”.
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23 agosto 2015
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Grande partecipazione di pubblico all’inaugurazione di Imbavagliati
alla presenza del sindaco de Magistris.
Napoli diventa capitale dell’informazione libera e del giornalismo civile.
Più di 300 persone al Museo Pan, affollatissimo per l’occasione. Il Sindaco: “Sono orgoglioso di Napoli, non vi lasceremo mai soli!”
“Noi difenderemo sempre l’informazione indipendente, autonoma e libera e naturalmente, da uomini liberi, non mancheremo di criticare quando invece l’informazione diventa propaganda di regime e viene usata per colpire gli uomini liberi e per rafforzare i poteri forti. Da napoletano e da Sindaco sono orgoglioso che la città si schieri in prima linea su questo tema”.
Con queste parole il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha aperto domenica 23 agosto, al museo Pan di Napoli, la prima edizione di Imbavagliati, il Festival Internazionale di Giornalismo Civile ideato e diretto da Désirée Klain e prodotto dall’Associazione
“Periferie del Mondo-Periferia Immaginaria” per l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
L’evento – ad ingresso gratuito – ha visto un’altissima partecipazione di pubblico, registrando il tutto esaurito e confermando la grande sensibilità del mondo civile contro i soprusi di ogni tipo che limitano la libertà di stampa ed espressione, in Italia come nel mondo.
Il Festival è stato inaugurato dalla mostra “Imbavagliati” del fotografo Stefano Renna. Immagini crude e suggestive, per rappresentare il dramma di un’esperienza fortemente locale, strettamente legata a certi vicoli e quartieri della città, come Scampia o Forcella e descrivere una realtà criminale, forse a lungo sottovalutata. Nel corso del vernissage sono intervenuti i giornalisti protagonisti della manifestazione Alì Lmrabet, Jeremías Marquines, Gonzalo Guillén, Efraim Medina Reyes, Guido Piccoli e con loro Paolo Siani, oltre che il direttore artistico Désirée Klain.
”Una bellissima manifestazione, un segnale molto forte. Napoli difende l’informazione libera, i giornalisti coraggiosi che a Napoli ed in tutto il mondo rischiano la vita per parole di libertà e di verità – ha aggiunto il sindaco De Magistris – Napoli nel campo della difesa dei diritti civili e della lotta ai crimini, alle mafie e alla corruzione vuole acquisire sempre più un ruolo internazionale, ed in questi 7 giorni vedremo e ascolteremo tante testimonianze, forti e coraggiose”.
Fino al 29 agosto nell’ambito di “Estate a Napoli” , Imbavagliati darà voce a giornalisti provenienti da difficili realtà sociopolitiche attraverso incontri, discussioni, interviste. Il logo della manifestazione prende spunto da un simbolo della libertà di stampa la Mèhari di Giancarlo Siani, il giovane giornalista ucciso il 23 settembre 1985 dalla Camorra.
“Chi dimentica è il colpevole” è il motto che accompagna le giornate di Napoli, non dimenticare perché ancora oggi, nel 2015, i giornalisti vengono quotidianamente
“Imbavagliati”. Ultimo, in ordine di tempo, il cronista Alessio Viscardi, la cui vicenda è stata ricordata dallo stesso De Magistris:
”E’ gravissimo che un giornalista venga minacciato di morte, come accaduto al napoletano Alessio Viscardi, solo perché tentava di capire quali fossero i gestori dell’eliporto di Terzigno dal quale è partito l’elicottero dei vergognosi funerali organizzati dai Casamonica a Roma. Le mafie ed i poteri corrotti hanno paura dei giornalisti liberi e coraggiosi che interpretano il loro mestiere come una missione”.
“Non vi lasceremo mai soli !”, ha concluso il sindaco.
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Oggi, 25 agosto, il protagonista è Alì Lmrabet dal Marocco, “imbavagliato” nel suo paese dove, dal 2005 non può esercitare la sua professione di giornalista. Con lui intervengono: Annamaria Palmieri, Assessore all’Istruzione del Comune di Napoli,
il giudice Nicola Quatrano,
il fotografo Patrizio Esposito e
Fatima Mahfud, rappresentante in Italia del Fronte Polisario.
Domani (martedì 25 agosto 2015) alle 19 l’intervento del giornalista colombiano Gonzalo Guillén, con l’Assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele e Guido Piccoli
Ulteriori informazioni, il programma e i resoconti delle giornate sono presenti sul giornale online- www.imbavagliati.it, coordinato dal caporedattore dell’evento, lo scrittore colombiano Efraim Medina Reyes e il giornalista italiano Pietro Rossi.
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22 agosto 2015
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IMBAVAGLIATI
Al via la prima edizione
del Festival Internazionale di Giornalismo Civile
con l’apertura della mostra fotografica di Stefano Renna
domenica 23 agosto alle ore 18
Interverranno: Alì Lmrabet, Jeremías Marquines, Gonzalo Guillén, Jean Claude Mbede, Efraim Medina Reyes, Guido Piccoli, Paolo Siani, il vice sindaco del Comune di Napoli, Raffaele Del Giudice e il direttore artistico Désirée Klain

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dell’Unicef e dell’Ordine dei Giornalisti della Campania
Sarà la mostra di Stefano Renna,
“Imbavagliati”, ad aprire domani (domenica 23 agosto) alle ore 18, al Museo Pan di Napoli il primo Festival di Giornalismo Civile, ideato e diretto da Désirée Klain e prodotto dall’Associazione “Periferie del Mondo-Periferia Immaginaria”, per l’Assessorato alla Cultura e il Turismo del Comune di Napoli, che si svolgerà dal 23 al 29 agosto nell’ambito di “Estate a Napoli” e darà voce a giornalisti provenienti da difficili realtà sociopolitiche attraverso incontri, discussioni, interviste e un giornale, online- www.imbavagliati.it , coordinato dal caporedattore dell’evento, lo scrittore colombiano Efraim Medina Reyes e il giornalista italiano Pietro Rossi. Nel corso del vernissage l’intervento dei giornalisti protagonisti della manifestazione: sono Alì Lmrabet, Jeremías Marquines, Gonzalo Guillén, Jean Claude Mbede Fouda, Efraim Medina Reyes, Paolo Siani, Guido Piccoli, Raffaele Del Giudice, vice sindaco del Comune di Napoli e il direttore artistico Désirée Klain
“Nelle fotografie – spiega Renna – ci sono le persone e la morte quella violenta, quella pubblica e quella interiore, i volti incuriositi ed anche un po’ provocatori degli scugnizzi di Napoli, le espressioni sofferenti della gente di strada, la sguaiata irriverenza dei malviventi, il lutto, la vergogna, la sopraffazione, il sangue, la violenza, la resa e gli altri sentimenti dell’universo camorristico. La fotografia per descrivere una realtà criminale, forse a lungo sottovalutata, in cui però si è costretti a vivere per una sorta di indigesto obbligo di omertà, segretezza e di silenzio”.

Ad aprire i lavori, l’intervento di Alì Lmrabet lunedì 24 agosto alle 18 al Museo Pan – assieme al giudice Nicola Quatrano, il fotografo Patrizio Esposito e Fatima Mahfud, rappresentante in Italia del Fronte Polisario e Annamaria Palmieri, Assessore all’Istruzione del Comune di Napoli. Segnalato da Reporters sans frontières come uno dei “100 eroi dell’ informazione”, il giornalista marocchino ha scontato diversi anni di carcere nel suo paese per la pubblicazione di alcuni suoi articoli, contestati dal “regime”. Il 24 giugno 2015 Alì ha iniziato uno sciopero della fame, conclusasi da pochi giorni, davanti alla sede del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, con lo scopo di rivendicare il suo diritto a pubblicare nel suo paese un settimanale satirico in arabo. Le autorità di Tetuan, sua città natale, si rifiutavano infatti di concedergli il permesso di soggiorno ed i suoi settimanali satirici, Demain Magazine e Douman, sono stati vietati nel 2003. Con la sua battaglia Alì Lmrabet è riuscito a rivendicare i propri diritti, grazie anche a centinaia di intellettuali, molti dei quali di fama internazionale, che hanno firmato una lettera al re del Marocco, Mohamed VI per esprimere il proprio sostegno al giornalista marocchino. Imbavagliati sarà la voce di queste terre e di questi giornalisti. E anche molto di più.
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Da:Désirée Klain, Ufficio Stampa


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