Ivanpah Solar, la più grande centrale solare del Mondo, anche nell’area delle ecoballe e della zona orientale dismessa di Napoli?
Ivanpah Solar conferma la necessità e l’urgenza delle Linee Guida della Rete Campana della Civiltà del Sole e della Biodiversità.

La entrata in servizo dell’Ivanpah Solar Electric Generating System nel deserto del Mojave, in California al confine con il Nevada costituisce, negli aspetti positivi come nelle profonde preoccupazioni che introduce, un evento sicuramente di storica rilevanza nella transizione dalle fonti fossili al solare.
Lo costituisce per la potenza, 392 mila kW (140.000 abitazioni californiane) che conferma senza più ombra di dubbio che il solare, oltre che per il suo ruolo fondamentale connesso alla sua natura di produzione diffusa e capillare di piccola utenza, può essere “alternativo” per entità di potenza a qualsiasi impianto termoelettrico o idroelettrico per utenze fortemente concentrate – città, trasporti, industria.- Lo è per il know-how e le tecnologie introdotte, per la riduzione delle fonti fossili risparmiate e della CO2 immessa in atmosfera; lo è per la qualità e la quantità dei posti di lavoro creati.
Ma lo è anche per la “privatizzazione del Sole” da parte di colossi economici, Bright Source Energy, Google e a NRG Energy; per il consumo di preziosissimo – per la Natura e la per la Biodiversità – suolo, ( 8 kmq) e di acqua di lago di un incantato deserto, per la realizzazione di grandi linee di trasmissione ad alta tensione per portare la energia dal luogo di produzione ai luoghi di consumo, con ulteriore perdita della qualità e dell’utilizzo di suolo per i tralicci e le stazioni, ma soprattutto per il pesantissimo inquinamento elettromagnetico.
La entrata in servizio dell’Ivanpah Solar attesta perciò fino in fondo quanto siano giuste, necessarie ed urgenti la linea e la rivendicazione che la Rete Campana della Civilità del Sole e della Biodiversità sta portando sull’attuazione della legge regionale sul solare, sui PESC e sulle Linee Guida: da una parte la necessità di isole di potenza adiacenti, anzi appartenenti ai centri di consumo e dall’altra la utilizzazione di aree già fortemente compromesse: ciò vale per il grande progetto (fotovoltaico) dalle Ecoballe alle Piramidi del Sole a Taverna del Re per dare energia al comprensorio di Giugliano come per gli altri siti di ecoballe e per la valorizzazione (termodinamica con la tecnologia dell’Ivanpah Solar o ancora fotovoltaica) delle aree profondamente inquinate della zona orientale di Napoli, peraltro già con funzione energetica, raffineria e depositi, e che in perfetta sintonia con i risultati dell’Ivanpah Solar potrebbero essere sufficienti a dare la energia necessaria, a costo alla fonte zero, per i fabbisogni non solo elettrici, ma totali della intera città di Napoli di qui… all’infinito
Non fare ciò e utlizzare diversamente tali aree degradate significa fra qualche decennio aggredire aree agricole, ambientali e di altro valore sociale e collettivo.
Ivanpah Solar è stata realizzata in tre anni e, al di là della non condivisibile collocazione, la sua immagine, anche architettonica e paesaggistica corre nel Mondo densa di qualità, di valori, di suggestività di futuro.
Non sarebbe bellisimo fare già per il 2018 altrettanto per un sito che ha rappresentato la nostra vergogna ed umiliazione?
Le risorse? Se ci si riflette e si analizza attentamente il quadro regionale, nazionale ed europeo, forse, anzi sicuramente, è l’ultimo dei problemi.
Il Direttivo della Rete Campana Civiltà del Sole e della Biodiversità

antonio d’acunto [adacunto@alice.it]


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