ORSA, parte in Puglia la sperimentazione di un osservatorio contro i reati nell’agroalimentare
È stato recentemente istituito in Puglia l’ORSA, Osservatorio regionale dei reati del settore agricolo e agroalimentare.
Un accordo siglato tra i prefetti delle province pugliesi, le forze dell’ordine e le organizzazioni di categorie del settore agricolo e agroalimentare alla presenza del sottosegretario all’interno Mantovano.
Una risposta, questa, ad “un’emergente criticità” quale l’agromafia che, secondo il Rapporto 2011 di Legambiente sull’ecomafia, è in fase di progressiva espansione.
Quest’intesa, che vede la Puglia pioniera di questo programma sperimentale da estendere poi a tutto il territorio nazionale, è volta a monitorare e contrastare più efficacemente le frodi alimentari che fruttano un giro d’affari di quasi 7,5 miliardi di euro l’anno.
L’esempio pugliese è un’azi one sinergica tra le istituzioni e quella parte sana dell’imprenditoria agricola, che vuole onestamente confrontarsi su un mercato, e per questo opporsi a quella strisciante illegalità che subdolamente cerca d’insinuarsi in un settore economico fondamentale come quello dell’alimentazione.
L’attacco della criminalità al settore dell’agroalimentare,oltre ad avere ripercussioni dal punto di vista economico, costituisce un vero proprio pericolo per la sicurezza alimentare. Sviluppandosi principalmente attraverso la contraffazione di prodotti di dubbia qualità e provenienza in prodotti “Made in Italy”, per cui non conformi alla severa regolamentazione cui sono soggette le produzioni nostrane, possono innescare situazioni sanitarie di difficile risoluzione.
Inoltre non meno importanti sono i reati al patrimonio agricolo sia dal punto di vista economico che ambientale, dal furto dei mezzi agricoli, all’estorsione, allo smaltimento illegale dei rifiu! ti fin’anche all’impiego illegale di manodopera.
L’ORSA rappresenta sicuramente una prima risposta a tutto questo, per motivare un numero sempre più alto di agricoltori a denunciare quanto spesso già noto alle Forze dell’Ordine.
Ma resta la lacuna legislativa e ancor di più sanzionatoria, che, invece, rappresenta un incentivo all’illegalità.
La certificazione di un prodotto di qualità, come può essere la certificazione dell’agricoltura biologica, è attualmente lo strumento che più garantisce ai cittadini e agli stessi imprenditori la trasparenza e la sicurezza di una produzione nel rispetto della sostenibilità ambientale, di un’etica sociale e, nel caso della GaranziaAIAB, anche di un’italianità certa.
Altieri Giuseppe
agernova@libero.it;
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