Svolge un ruolo fondamentale nella produzione di ossigeno, liberandone fino a 20 litri al giorno per ogni metro quadro di prateria. Ed è per questo che lo stato di salute di “Posidonia oceanica” è una cartina di tornasole fondamentale per l’equilibro dei mari e del pianeta. Arrivano buone notizie dal monitoraggio, appena concluso, lungo le coste dell’area marina protetta Regno di Nettuno, che abbraccia le isole di Ischia, Procida e Vivara. La ricognizione, effettuata tra il 26 ottobre ed il 20 novembre scorsi, per conto del Ministero della Transizione Ecologica e su iniziativa del direttore Antonino Miccio, ha rilevato una intensa “fioritura” in quattro delle sei praterie monitorate (in particolare a Citara-Cava, Sant’Anna-Cartaromana, Scarrupata e nella prateria di fronte Procida-Corricella), con infiorescenze già fecondate tra i 14 e i 23 metri di profondità.

Il monitoraggio ha coinvolto la cooperativa Hesperia Terrae e lo staff del Project Mare di Punta Campanella (coordinati da Domenico Sgambati), affiancati da diversi volontari (coordinati da Caterina Iacono) e con la supervisione scientifica di Maria Cristina Gambi (OGS, Trieste; già Stazione Zoologica di Napoli). I fiori di Posidonia, che in realtà sono infiorescenze in cui sono presenti sia stami con il polline che ovari, presentavano una distribuzione a macchie, con valori massimi fino a 118 fiori/m2 a 23 m a Citara-Cava, e di 175 fiori/m2 alla Scarrupata a 15 m. Nelle altre due praterie in cui è stato rilevato il fenomeno, Procida e di Sant’Anna-Cartaromana, i valori di densità erano inferiori, ma la loro distribuzione più uniforme, con medie di 26 fiori/m2.

“Le fioriture superficiali rilevate in questo monitoraggio – spiega Maria Cristina Gambi – interessano ben quattro praterie e testimoniano che il fenomeno è avvenuto ad ampia scala, e raramente rilevato prima con questa estensione, che include per la prima volta anche una prateria nell’isola di Procida.

La produzione di fiori è un evento molto importante per “Posidonia”: la loro presenza presuppone la produzione di gameti e quindi la riproduzione sessuale della pianta, che invece comunemente si riproduce in modo asessuato per “stolonizzazione”. La fioritura, che sappiamo essere avvenuta nello stesso periodo anche nel Golfo di Pozzuoli, implica un maggiore investimento energetico da parte della pianta e potrebbe quindi indicare uno stato di salute particolarmente buono della prateria. Infine, da studi sperimentali recenti, si ipotizza che la fioritura, indotta in laboratorio da un aumento della temperatura, possa essere potenzialmente una risposta adattativa al cambiamento climatico, e che potrebbe essere correlata quindi con il progressivo riscaldamento delle acque superficiali, così come rilevato oramai lungo tutte le coste della Campania negli ultimi venti anni”.

A tale proposito si rileva come le estati dal 2019 al 2021 siano state tra le più calde anche nell’area delle isole flegree. “Questo bellissimo omaggio floreale invernale di Posidonia fa ben sperare per il futuro dello stato delle praterie lungo le coste dell’area marina protetta”, spiega il direttore Antonino Miccio.


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