CAMPANIA: I RISULTATI DELL’OPERA DI TELERILEVAMENTO

10 giugno 2014
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Provincia di Caserta
Nella provincia di Caserta sono stati ispezionati 30 siti produttivi e proceduto al sequestro di 10 aziende zootecniche per accertate gravi irregolarità ambientali. In particolare nel corso degli accertamenti condotti in coordinamento con Arpac è stato rilevato che le aziende (alcune di esse completamente abusive sia sotto l’aspetto sanitario che urbanistico/edilizio e paesaggistico/ambientale) riversavano completamente in un corso d’acqua superficiale i rifiuti liquidi aziendali (liquami zootecnici) provenienti dalle vasche di raccolta ubicate all’interno della struttura aziendale stessa nonché quelli a vario titolo prodotti nelle aree di pertinenza. Le superfici complessive sequestrate hanno una estensione complessiva superiore ai 250.000 metri quadrati. Oltre 20 persone deferite all’A.G. Valore complessivo delle aziende oltre i venti milioni di euro.
Sempre nel Casertano è stata sequestrata un’azienda di costruzioni e prefabbricati per illecito smaltimento di rifiuti attraverso combustione degli stessi (due soggetti deferiti all’A.G. e sequestro di un’area di 2500 metri quadrati) ed un’industria cementizia con il sequestro di un’area di circa diecimila metri quadrati adibita allo stoccaggio illecito di rifiuti speciali, pericolosi e non (due soggetti deferiti all’A.G.).
Provincia di Napoli
Nel golfo di Napoli (Ischia) è stata svolta un’attività investigativa finalizzata alla verifica della generalità di tutti gli scarichi termo minerali delle strutture ricettive in pubblica fognatura, nonché alla verifica dell’esistenza delle autorizzazioni allo scarico di tutte le strutture alberghiere e termali presenti sulla costa Ischitana e l’identificazione della natura degli stessi (domestica o industriale) con verifica della corretta osservanza del ciclo di smaltimento rifiuti.
Nel corso di questa attività sono stati sequestrati 6 complessi turistici, occupanti un’area complessiva di circa 200.000 metri quadrati, per aver illecitamente effettuato scarichi di acque reflue industriali ed aver ed immesso in acque superficiali miscelazione di rifiuti speciali pericolosi
Nell’ Area SIN NAPOLI ORIENTALE l’attività accertativa ha consentito di eseguire alcuni provvedimenti di perquisizione e sequestro di aree industriali asservite a impianti produttivi petroliferi. I sequestri operati hanno riguardato un’area di circa 240.000 metri quadrati e oltre 80.000 tonnellate di rifiuti liquidi illecitamente stoccati in vari serbatoi dismessi
Provincia di Salerno
Nel compartimento marittimo di Salerno, in particolare nella zona industriale di Salerno, è stata sequestrata una vastissima discarica di rifiuti speciali pericolosi e non, estesa su di un’area di circa 40 mila metri quadrati comprendente anche la fascia di rispetto idraulica del Fiume Fuorni. In più è stato posto sotto sequestro un sito industriale di oltre 10.000 metri quadrati di estensione dedito ad attività di lavorazione e confezionamento di prodotti ortofrutticoli che riversava illecitamente nel fiume Sarno le acque reflue industriali di scarico derivanti dal ciclo di produzione
Nel Comune di Eboli e nel Comune di Capaccio (area adiacenti i Templi di Paestum), sono state sequestrate tre intere aziende agricole dedite all’allevamento bufalino ed estese su di una superficie totale di circa 23 mila metri quadrati. In particolare, i militari hanno accertato che da anni tutti i reflui zootecnici prodotti dalle attività esercitate dalle aziende venivano illecitamente smaltiti sui terreni circostanti nonché nel bacino idrico dei fiumi; veniva accertata, fra l’altro, la presenza di immense pozze di liquami di migliaia di metri quadri, dei veri e propri piccoli laghi alimentati da condotte che ivi recapitavano i reflui zootecnici liquidi direttamente dai paddock che ospitavano i bufali, e di accumuli di letame di decine di migliaia di metri quadrati movimentati con mezzi meccanici pesanti.
Nel comune di EBOLI è stata anche eseguita l’ispezione all’interno una ex area di cava autorizzata al recupero dei rifiuti speciali non pericolosi per un totale di 155.280 Ton./Anno. L’ispezione ha accertato che lungo l’intero fronte di cava, sono stati costantemente apportati rifiuti speciali costituiti, materiale plastico e metallico proveniente anche dalla demolizione di strutture in cemento armato, blocchi in cemento armato, piastrelle in cemento e ceramica, rifiuti fangosi ed altri tipologie di rifiuti non classificabili visivamente nell’immediatezza del sopralluogo, tutti rifiuti che in alcuni punti sono stati miscelati e frammisti con terreno vegetale. In particolare, lungo l’intera parete rocciosa costituente il fronte della originaria cava, è stato creato un fronte di rifiuti (in parte frammisti a terreno vegetale e in parte riversati tal quali) che dall’originario piano di campagna raggiunge nell’area frontale agli uffici un’altezza di circa 15 metri e continua ad innalzarsi fino a raggiungere nella parte terminale del fronte una quota di almeno 30 metri di altezza; il tutto per una profondità orizzontale variabile fra i 15 ed i 30 metri, e che si estende per tutto il perimetro. Dopo l’ispezione è stata sequestrata un’area di circa 10.000 mq, due capannoni adibiti ad officina meccanica e l’area dove è stata realizzata e gestita la discarica abusiva
Ufficio Stampa Regione Campania [ufficio.stampa@regione.campania.it]

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3 giugno 2014
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TUTELA DEL TERRITORIO, VIA ALLA DELIBERA SULLE BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI
“La Giunta ha approvato la delibera con cui si stabiliscono i criteri di gestione obbligatori e delle buone condizioni agronomiche e ambientali per quelle aziende che intendono accedere ai fondi comunitari, così come previsto dal regolamento comunitario 73/2009 e dalle disposizioni nazionali previste dal decreto ministeriale 30125/09 e dalla circolare 2176 del 29 gennaio 2014 del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali”, lo ha dichiarato Daniela Nugnes, assessore all’Agricoltura della Regione Campania.

“Si tratta – aggiunge la Nugnes – di un documento in cui abbiamo ricapitolato gli atti che le imprese agricole sono tenute a rispettare indipendentemente dal regime di condizionalità, mentre, nel caso specifico del regime di condizionalità abbiamo elencato e riepilogato quegli aspetti normativi comunitari nazionali e regionali il cui rispetto costituisce la base per l’accesso ai benefici del pagamento unico e di alcune misure dell’Asse II del Programma di sviluppo rurale. Il mancato rispetto di queste indicazioni comporta, quindi, la riduzione degli importi richiesti fino all’eventuale esclusione dei beneficiari”.

“Inoltre, a tutela del nostro territorio e così come previsto dalle indicazioni fornite a livello nazionale, abbiamo approvato, con la stessa delibera, anche quei comportamenti che devono essere assunti dagli imprenditori agricoli per garantire la salvaguardia e la tutela della risorsa suolo con l’intento di evitare eventuali effetti negativi derivanti da una non corretta gestione delle attività economiche agricole”, conclude la Nugnes.

“E’ un provvedimento che va nella direzione della tutela del nostro territorio. Un obiettivo ritenuto prioritario dalla giunta regionale e frutto della collaborazione sinergica dell’assessorato all’Ambiente e dell’assessorato all’Agricoltura”. Così l’assessore alla Tutela dell’Ambiente, Giovanni Romano nel commentare la delibera approvata oggi dalla giunta regionale con cui si stabiliscono i criteri di gestione obbligatori e delle buone condizioni agronomiche e ambientali per quelle aziende che intendono accedere ai fondi comunitari.

“Questo provvedimento della Regione – prosegue Romano – si collega agli interventi di risanamento ambientale già in atto come le opere del programma di compensazione ambientale, le bonifiche, il miglioramento della depurazione che ci vedono già massicciamente impegnati nelle aree critiche delle province di Napoli e di Caserta, tutti tesi al recupero di aree critiche mortificate da anni di incuria e disattenzione”.
“Il provvedimento approvato oggi – conclude Romano – va anche nella direzione della tutela degli imprenditori agricoli che ora hanno un preciso riferimento per le iniziative a cui debbono attenersi per la tutela del territorio e per accedere ai fondi messi a disposizione dalla Ue”.

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VIA AD UTILIZZO FANGHI DEPURAZIONE ACQUE.
NUGNES: OPPORTUNITA’ PER AGRICOLTURA REGIONALE.
ROMANO: PREVENIAMO FENOMENI DI CONTAMINAZIONE DEL SUOLI
“Con l’approvazione della disciplina tecnica regionale per l’utilizzo agronomico dei fanghi di depurazione creiamo una concreta opportunità per l’agricoltura regionale per la riduzione del riutilizzo di composti sintetici.”
Così Daniela Nugnes, assessore all’Agricoltura della Regione Campania, commenta la delibera approvata dalla Giunta.
“L’utilizzo, nel pieno rispetto delle norme tecniche, sia dei fanghi di depurazione delle acque che dei fanghi derivanti dalle acque di lavaggio dei prodotti vegetali nell’ambito dei processi produttivi dell’industria agro-alimentare, rappresenta una risposta attesa per una regione come la Campania con la più alta concentrazione di industrie conserviere che, nel proprio ciclo produttivo, producono fanghi derivanti dal lavaggio della materia prima vegetale, che è in grado di svolgere una azione ammendante per i terreni agricoli.
“Occorre sottolineare – aggiunge la Nugnes – che, rispetto alle altre discipline regionali, che discendono dal Testo unico ambientale, la Regione Campania si è impegnata a redigere un disciplinare che eserciti un forte controllo dei possibili carichi di inquinanti sui suoli agricoli che ricevono questo tipo di spandimento attraverso un costante monitoraggio sia sui suoli che sui fanghi stessi e che punti a far emergere eventuali spandimenti non autorizzati causati proprio da un vuoto regolamentare ormai decennale.”
“La delibera approvata oggi dalla giunta – aggiunge l’assessore alla Tutela dell’Ambiente Giovanni Romano – fissa i criteri e le norme tecniche per l’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura ed è finalizzato alla prevenzione di fenomeni di contaminazione del suolo e l’inquinamento delle acque al fine di evitare effetti dannosi sull’uomo, sugli animali e sulla vegetazione.
“Il provvedimento – continua Romano – va inoltre incontro alle legittime esigenze del comparto produttivo conserviero, di grande rilievo per la nostra Regione. Infatti, queste aziende, durante il ciclo di lavorazione, producono terreno e fanghi derivanti dal lavaggio della materia prima vegetale che oggi vengono smaltiti come rifiuti, con aggravio di costi per le imprese e con un consistente aumento di rifiuti nelle discariche. Tali fanghi, invece, nel pieno rispetto delle norme tecniche approvate, possono essere utilizzati come una concreta opportunità per l’agricoltura campana in termini di riduzione dell’utilizzo di composti sintetici perché si configurano come una “materia prima seconda” proveniente dal semplice lavaggio dei prodotti agricoli e, come tali, sono esenti da elementi contaminanti.”

COMUNICATI STAMPA DEL 3 GIUGNO 2014
Ufficio Stampa Regione Campania [ufficio.stampa@regione.campania.it]


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