UNIMPRESA
le news a cura di AGO PRESS

11 luglio 2013
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Credito. Unimpresa, nel 2013 banche tagliano a imprese 100 milioni al giorno
Nel 2013 stanno calando al ritmo di oltre 100 milioni di euro al giorno i prestiti delle banche alle imprese.
La riduzione giornaliera di finanziamenti, per la pubblica amministrazione, è pari a più di 150 milioni. Mentre per le famiglie la media quotidiana di credit crunch è superiore a 20 milioni. Complessivamente la diminuzione del credito, in tutti e tre i comparti, nei primi 5 mesi dell’anno è stata di 42,7 miliardi con una media giornaliera di calo pari a 283 milioni.
Questi i dati del rapporto del Centro studi Unimpresa “I prestiti bancari a pa, imprese e famiglie”.
L’analisi, basata su dati della Banca d’Italia, mette in evidenza che nell’ultimo anno, da maggio 2012 a maggio 2013, i finanziamenti degli istituti sono crollati di 58,4 miliardi di euro: -11,3 miliardi per la pa, -38,7 miliardi per le imprese e -8,2 miliardi per le famiglie. Ritmo negativo che ha segnato, in particolare, la prima parte dell’anno in corso.
Stato centrale, regioni, province e comuni hanno fatto i conti con una stretta ai finanziamenti, da gennaio a maggio, per 23,2 miliardi: -154 milioni al giorno.
Il credit crunch subito dalle aziende, invece, è stato di 16,3 miliardi: -108 milioni al giorno.
La riduzione di mutui, credito al consumo e prestiti personali erogati alle famiglie è stata in totale di 3,1 miliardi: -21 milioni al giorno.
Il 2013 è dunque cominciato nel peggiore dei modi.
Per le famiglie, anzitutto, che stanno assistendo a un drastico taglio di tutti i tipi di finanziamento: il totale dei crediti è sceso dai 610 miliardi di dicembre 2012 ai 606,8 miliardi di maggio. Nei primi 5 mesi dell’anno lo stock di mutui è sceso di 165 milioni, il credito al consumo di 1,4 miliardi e i prestiti personali di 1,7 miliardi.
Per le imprese difficoltà sui prestiti di tutti i tipi di durata: il totale dei crediti è sceso dai 864,6 miliardi di dicembre 2012 ai 848,3 miliardi di maggio. Quelli a breve termine (fino a 1 anno) sono calati di 8,2 miliardi, quelli a medio periodo (fino a 5 anni) di 1,3 miliardi e quelli a lungo periodo (oltre 5 anni) di 9,4 miliardi. Situazione analoga per amministrazione centrale dello Stato ed enti locali: il totale dei crediti è sceso dai 1.990,4 miliardi di dicembre 2012 ai 1.967,1 miliardi di maggio. Giù di 19,2 miliardi i prestiti a breve e di 7,3 miliardi quelli a lungo periodo; in controtendenza i finanziamenti a medio periodo, cresciuti di 3,4 miliardi.
“Lo abbiamo detto ieri anche al presidente Abi, Antonio Patuelli, e lo ribadiamo oggi: la situazione dei finanziamenti è drammatica. E’ vero che la crisi rende più difficile l’erogazione di denaro da parte degli istituti, ma agli operatori bancari chiediamo di andare oltre i freddi numeri dei bilanci, di valutare i progetti, le prospettive di sviluppo e crescita delle aziende che bussano allo sportello per ottenere un po’ di liquidità” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
“C’è Basilea 3 ed esistono mille lacci e lacciuoli che contribuiscono ad appesantire una fase assai complessa – osserva Longobardi – e perciò chiediamo la creazione di un tavolo di lavoro comune fra le associazioni di categoria al fine di trovare una via d’uscita, nell’interesse di tutti”.
Il tema del credito sarà al centro domani, a Napoli, in un convegno nel quale verrà presentato il libro “Il rapporto banche-imprese tra crisi finanziaria e recessione dell’economia”. Scritto a quattro mani da Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, e da Luigi Scipione, docente di Diritto dei mercati finanziari all’Università Federico II di Napoli, il testo offre una visione integrata delle innovazioni intervenute nel contesto delle politiche e degli strumenti di dialogo tra banche e imprese.
Alla presenza degli autori, dopo i saluti di Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli, di Raffaele Ottaviano, presidente di Unimpresa Area Metropolitana di Napoli e di Antonio Pentangelo, presidente della Provincia di Napoli, sono previsti gli interventi di Stefano Monferrà, docente di Intermediazione Finanziaria e Assicurazioni alla Sda Bocconi e di Erminia Mazzoni, presidente della Commissione Petizioni del Parlam ento europeo.
Modera il segretario generale di Unimpresa, Sergio Battaglia. L’appuntamento è alle ore 10.30, nella sala convegni della sede di Napoli di Unimpresa, in piazza Bovio 14.

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10 luglio 2013
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Unimpresa presenta un libro sul rapporto tra banche e imprese
Napoli, venerdì 12 luglio, presso la sede Unimpresa di piazza Bovio 14
Il rapporto banche-imprese tra crisi finanziaria e recessione dell’economia è il titolo del libro che sarà presentato venerdì 12 luglio, alle ore 10 e trenta, nella sala convegni della sede di Napoli di Unimpresa, in piazza Bovio 14.
Scritto a quattro mani da Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa e da Luigi Scipione, docente di Diritto dei Mercati Finanziari all’Università Federico II di Napoli, il testo vuole offrire una visione integrata delle innovazioni intervenute nel contesto delle politiche e degli strumenti di dialogo tra banche e imprese.
Alla presenza degli autori, dopo i saluti di Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli, di Raffaele Ottaviano, presidente di Unimpresa Area Metropolitana di Napoli e di Antonio Pentangelo, presidente della Provincia di Napoli, sono previsti gli interventi di Stefano Monferrà, docente di Intermediazione Finanziaria e Assicurazioni alla Sda Bocconi e di Erminia Mazzoni, presidente della Commissione Petizioni del Parlamento europeo.
Modera il segretario generale di Unimpresa, Sergio Battaglia.
Ufficio Stampa Unimpresa

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24 maggio 2013
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Lavoro. Unimpresa, patto con regione Campania per staffetta generazionale
Firmato l’accordo dall’assessore al lavoro Severino Nappi con le organizzazioni datoriali e sindacali. Obiettivo: garantire nuova occupazione. Part-time a chi mancano 36 mesi alla pensione che diventa tutor di un neoassunto tra 18 e 29 anni
Incentivare l’occupazione giovanile in Campania grazie a una staffetta generazionale. Grazie a un sistema che facilita da un lato il passaggio volontario a un contratto part-time per quei lavoratori a cui non manchino più di 36 mesi al conseguimento del diritto alla pensione, dall’altro permette l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani (dai 18 ai 29 anni) che risultino inoccupati, disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali in deroga, iscritti alle liste di mobilità. Chi sceglie l’orario ridotto diventa il tutor del neoassunto, guadagna un po’ meno ma ha contributi previdenziali pieni.
Lo prevede l’accordo firmato martedì dall’assessore al Lavoro della regione Campania, Severino Nappi, dal presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, e dai vertici delle altre organizzazioni datoriali e sindacali. Dopo la Lombardia, partita a dicembre scorso, la Campania è quindi la seconda regione in Italia ad aver attivato la staffetta generazionale.
Ecco come funziona il sistema: il lavoratore “anziano” (a cui mancano fino a 36 mesi per accedere ai requisiti per la pensione) chiede di aderire all’iniziativa e contestualmente accetta di diventare tutor di un giovane da assumere e da pescare fra chi è disoccupato, iscritto alle liste di mobilità. Per i nuovi contratti, a tempo indeterminato, è prevista la forma dell’apprendistato. La regione Campania prevede di stanziare, a titolo di integrazione contributiva, fino a 6mila euro l’anno per lavoratore per un massimo di 36 mesi. Dunque lo stipendio è ridotto (al massimo fino al 50%), ma i versamenti contributivi restano pieni. Le aziende che decidono di accedere alla staffetta generazionale devono essere in regola coi versamenti contributivi e assicurativi, con le norme per la sicurezza sul lavoro e con le leggi che disciplinano il diritto al lavoro dei disabili. Al lavoratore potranno essere estesi ulteriori periodi di integrazione contributiva ed economica solo se ricade nei fondi di solidarietà. Ogni azienda potrà ottenere benefici fino al 20% dell’organico e comunque non oltre 20 unità. E’ prevista l’assistenza tecnica di Italia lavoro e la costituzione di una cabina di regia, per monitorare gli sviluppi e rendere proficuo il sistema, coordinata dalla regione Campania a cui parteciperanno le organizzazioni che hanno sottoscritto l’accordo.
Secondo Longobardi “la staffetta generazionale è una mossa importante e valida per cercare di cominciare a risolvere il problema, gravissimo e drammatico, dell’occupazione giovanile in Campania: va cambiato il contesto economico e questo accordo va nella direzione giusta. Ed è anche la prova che il Mezzogiorno non resta immobile di fronte alla crisi e alla profonda recessione. Siamo pronti a replicare questo modello anche nel resto del Paese”.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura di Ago Press
Contatti Luigi D’Alise
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Mail unimpresa@agopress.it
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24 dicembre 2012
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Monti. Unimpresa aderisce ad agenda premier.
E’ la prima associazione di categoria a condividere il programma. Il presidente Longobardi: “Pronti a impegnarci in prima linea per rilanciare il Paese, ma più coraggio su fisco e spazio al Mezzogiorno
“Unimpresa aderisce all’Agenda del premier Mario Monti ed è pronta a impegnarsi in prima linea per rilanciare il Paese”. Lo annuncia il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, che spiega di aver scritto questa mattina una lettera al presidente del Consiglio dei ministri dichiarando la disponibilità a dare un contributo, nell’ambito di un impegno forte della società civile come chiesto dallo stesso Monti, in vista della prossima campagna elettorale. “Unimpresa è la prima organizzazione di categoria ad abbracciare le linee programmatiche del premier” osserva Longobardi che richiama “la responsabilità che la sua organizzazione intende assumersi per il futuro dell’Italia”.
“Le elezioni politiche del prossimo 24 febbraio sono un appuntamento decisivo per l’Italia” spiega Longobardi e “oggi Unimpresa, realtà che rappresenta 130.000 imprese in tutto il territorio nazionale, ha deciso quindi di assumersi una responsabilità diversa anche come interlocutore politico con l’obiettivo di valorizzare la capacità degli attori dell’economia al fine di trainare il Paese e la crescita. In questo senso, avvertiamo due esigenze. Anzitutto quella di dar voce sia alla Camera sia al Senato alle istanze delle micro, piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia italiana, e tuttavia non adeguatamente rappresentate, finora, non solo nelle aule parlamentari, ma anche nei tavoli istituzionali”.
Quanto al programma di Monti Longobardi dice di aver “letto con estremo interesse il suo documento, l’Agenda per un impegno comune, che trova ampie sovrapposizioni nel Documento programmatico che Unimpresa si appresta a rendere pubblico e nel quale sono state indicate sette priorità essenziali: lavoro, investimenti, Mezzogiorno, fisco, credito, infrastrutture e legalità”.
Al premier “abbiamo segnalato due aspetti. Sul fisco abbiamo chiesto un impegno coraggioso volto alla riduzione del carico tributario sulle imprese e sui lavoratori, magari con la creazione di un fondo speciale da alimentare con i proventi della lotta all’evasione. Poi c’è il Mezzogiorno che a nostro avviso riveste un’importanza strategica e di assoluta priorità all’interno del sistema Paese”. Longobardi spiega poi di aver “chiesto un incontro al Primo ministro per ragionare insieme sulle ipotesi di collaborazione in vista della preparazione delle liste per il voto del prossimo febbraio”.
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