NAPOLI. Sono tornate in funzione le storiche fontane della Villa Comunale: la Tazza di Porfido, la Fontana Santa Lucia e quella dedicata al Ratto d’Europa.

«Un risultato che segue la scelta dell’amministrazione, guidata dal sindaco de Magistris, di valorizzare il patrimonio artistico e monumentale della città» afferma l’assessore con delega al Verde, Luigi Felaco, che assieme agli assessori Del Giudice e Panini ha firmato una delibera per i necessari lavori di rifunzionalizzazione delle tre fontane monumentali, lavori effettuati grazie alla collaborazione l’azienda idrica partenopea ABC Napoli.

TAZZA DI PORFIDO. La fontana fu costruita in occasione dei lavori di apertura della villa e vi fu collocato un gruppo scultoreo in stucco rappresentante Partenope e il Sebeto eseguito da Giuseppe Sanmartino. Questo fu rimosso nel 1791 allorché Ferdinando IV decise di collocarvi il Toro Farnese proveniente dalle terme di Caracalla e a sua volta rimosso nel 1826 per essere custodito nel Museo archeologico nazionale già Real museo borbonico.

Fu deciso di sostituire il Toro Farnese con una vasca (la tazza), un blocco monolitico in granito egizio originario del tempio di Nettuno a Paestum, fu poi collocata nella cattedrale di San Matteo a Salerno dove v’insisteva dall’XI secolo. Viene definita popolarmente ‘a funtana d’e paparelle per il fatto che nella vasca in passato nuotavano gruppi di oche o anatre.

Santa Lucia

FONTANA SANTA LUCIA. È una fontana tipicamente manierista, progettata dall’ingegnere Alessandro Ciminiello e costruita nel 1606 da Michelangelo Naccherino e Tommaso Montani con la collaborazione di Girolamo D’Auria e Vitale Finelli per volere del viceré Giovanni Alfonso Pimentel d’Errera duca di Benavente. Essa in origine era collocata sul lungomare del borgo di Santa Lucia, da cui la fontana prende il nome.

Nel 1620 la fontana fu abbellita e spostata più avanti verso il mare per volere del viceré cardinale Gaspare Borgia.

Nel 1845 Ferdinando II promosse lavori di risistemazione della strada di Santa Lucia e il restauro della fontana. Questo fu affidato all’architetto Carlo Bonucci, il quale sostituì alcuni elementi danneggiati.

Nel 1895 venne rimossa da via Santa Lucia nell’ambito dei lavori di colmata a mare della borgata che non erano ancora terminati ai primi del Novecento. Fu collocata nella villa nel 1898.

Ratto d’Europa

RATTO D’EUROPA. La fontana è formata da una vasca di lava grigia circolare e circondata da una ringhiera in ferro battuto e grandi lampioni.

Al centro è collocato il gruppo scultoreo, unica opera scultorea posta nella villa che non sia una copia neoclassica (esclusi ovviamente busti e statue di uomini illustri). È un pregevole lavoro originale di Angelo Viva eseguito nel 1798 e che inizialmente si trovava collocato su una fontana all’inizio di via Marinella, quasi adiacente al castello del Carmine. Raffigura l’episodio mitologico del rapimento di Europa da parte di Zeus sotto le sembianze di un toro. Europa è intenta a trattenere il proprio manto; quest’ultimo, forma un arco che le “sventola” sulla testa. Ai lati, due ninfe cercano di salvarla dalla furia del toro.

Non c’è assoluta certezza sulla data esatta del suo trasferimento nella villa. Secondo la maggioranza di storici e studiosi il suo trasferimento avvenne molto prima del 1826. La data più accettata è il 1809, dopo che fu realizzata l’area della villa chiamata il boschetto. Infatti la fontana è proprio collocata in questa zona.


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